Domenica 21 agosto, ore 15

I TEMPLI PREISTORICI DI MALTA

Presentazione della mostra

Partecipano:

Emmanuel Anati

direttore del Centro Camuno di Studi preistorici

Antony Bonanno

docente di Archeologia presso l'Università di Malta

Ugo Mifsud Bonnici

ministro della Cultura e dell'Istruzione del governo di Malta

Tancred Gouder

direttore del Museo Nazionale di Malta.

Conduce l'incontro

Sandro Chierici.

Il Meeting ospita, per la prima volta in Italia, una esposizione molto ricca dedicata al patrimonio archeologico maltese e ciò è molto significativo. t una caratteristica del Meeting che le mostre rappresentino una occasione di arricchimento e di conoscenza fra realtà, paesi, popoli e tradizioni diverse. L'allestimento della mostra è stato possibile grazie alla collaborazione delle autorità di Malta e al contributo del gruppo Italfin '80. Un piccolo arcipelago con una grande storia nel cuore del Mediterraneo tra le sue tante meraviglie ha lasciato questa meraviglia archeologia preistorica: i templi megalitici maltesi. Essi sollevano un enorme numero di quesiti: chi era questa gente, come è sorto il culto, le credenze, la cosmogonia che sono alla base dei templi? Come si viveva in questi templi, in cosa credeva la gente che li abitava, quali culti venivano praticati, come mai questa cultura si è estinta?

S. Chierici:

Dietro questi monumenti c'è una storia, una ricerca di infinito. Se voi pensate che per costruire ognuno di questi templi enormi sono state usate delle pietre anche della lunghezza di 12/14 m., che sono state estratte e trasportate da gente che non conosceva il metallo, che non conosceva la ruota, che aveva soltanto degli strumenti in pietra e in legno, vi rendete conto della eccezionalità di queste opere. Pensate allo sforzo che si è reso necessario per creare questi templi (pensate solo ai milioni di ore lavorative), che dopo 6/7 mila anni si reggono ancora in piedi. Vorrei che gli architetti di oggi riuscissero a realizzare delle costruzioni che siano altrettanto stabili e durature. Questi monumenti suscitano in noi una reazione eccezionale: non soltanto la meraviglia della tecnica usata, la durevolezza della loro struttura, ma direi soprattutto, i contenuti, la ricerca di infinito, appunto, che si rivela in questi templi che sottintendono delle concezioni cosmologiche eccezionali, una filosofia, e dove gli spazi hanno una concezione dell'universo, un po' come i mandala orientali di epoca molto più recente. Tutto questo è un materiale che è destinato allo studio nei prossimi mesi e nei prossimi

anni. Abbiamo per il momento intuito che esiste un ordine, che ci sono degli elementi ripetitivi, che ci sono anche dei fattori che sono stati interpretati in maniera dubbia, che vanno riveduti, riconsiderati nelle ricerche future: abbiamo materiale immenso per riuscire a capire. Ma capire perché? A cosa serve capire? Questo è il nocciolo della questione: capire il passato, capire la storia, capire quali sono gli impulsi umani, è uno strumento fondamentale e un medium fondamentale per capire noi stessi, quello che ognuno di noi ha dentro e che attraverso la scoperta archeologica e la testimonianza di ciò che è diverso da noi (come il caso di una civiltà di alcuni migliaia di anni addietro) ci fa vedere i comuni denominatori, aprendoci delle finestre verso la comprensione di cose che sono sommerse dentro di noi e che tramite la scoperta archeologica possono riemergere. È soprattutto una ricerca a una scoperta di noi stessi attraverso la scoperta archeologica, ed è quello che, in fondo, spinge l'archeologo a ricercare ed è ciò che suscita interesse per l'archeologia nel grande pubblico.

E. Anati:

Desidero ringraziare le autorità di Malta che hanno voluto partecipare alla inaugurazione della mostra "I templi preistorici di Malta". Ogni mostra è un momento nella scoperta della realtà del nostro passato che ha, in questo momento, molte più domande che risposte ma che può aiutarci a scoprire una parte profonda di noi stessi.

A. Bonanno:

Noi abbiamo un atteggiamento piuttosto paternalistico verso i nostri progenitori lontani: crediamo che gli uomini preistorici appena usciti dalla melma della condizione selvaggia siamo arrivati alla storia in uno stato dei semi-incoscienza. Viceversa i templi di Malta testimoniano che alla soglia della storia questi uomini, settemila anni fa (quasi la prima civiltà che si affaccia alla storia) avevano certamente la coscienza della trascendenza, erano "cercatori di infinito e costruttori di futuro", infatti questi templi non sono altro che indici della coscienza religiosa dell'uomo della preistoria. Essi datano dall'ultimo paleolitico o dal primo neolitico. Che cosa hanno rappresentato, attraverso tutta la storia di Malta, questi Templi? Sono rimasti lì, nessuno li ha mai turbati, non hanno avuto furie iconoclaste e attraverso tutte le vicende storiche sono stati rispettati. Gli antichi costruttori dei templi hanno costruito il futuro di Malta, hanno impresso una certa presenza, una "memorabilia" di tutta la storia di Malta. Se avrete occasione di venire a Malta troverete una cosa strana: questa piccola isola ha tanti templi in posizioni molto prominenti, che guardano da rocce alte verso il mare, verso il sol nascente, tutti hanno una posizione molto importante. Essi sono un segno di speranza per noi che dobbiamo pensare ad un infinito e ad un futuro che costituiscono l'intuizione centrale dell'uomo che sa che è sulla terra con un destino eterno.

U. Mifsud Bonnici:

Il tema che vorrei introdurre riguarda l'inquadramento cronologico di questa cultura nel movimento della civiltà mediterranea. Negli anni trenta un archeologo italiano, Ugolini, propose l'ipotesi che Malta rappresentasse la culla della civiltà mediterranea intendendo così sostituire l'ipotesi precedente secondo cui la luce, cioè la civiltà veniva dall'Oriente, col detto "la luce viene dal centro", cioè dal centro del Mediterraneo, l'isola di Malta. Questa ipotesi è stata sorpassata dal pensiero inglese che ha abbassato moltissimo le date tra cui si è sviluppata questa cultura facendola derivare inizialmente da influssi culturali dell'Oriente, dell'Egitto, della Mesopotamia, avvenuti originariamente tramite la civiltà minoica e quella micenea. Sapete tutti che la cultura minoica comincia a manifestarsi verso il 2000 e quella micenea nel 1600. I templi megalitici maltesi avrebbero dovuto essere eretti tra il 4000 a.C. come limite più basso, e il 2500. La cultura dei templi si inserisce tra due movimenti di diffusione di civiltà: la diffusione della cultura neolitica (basata sull'agricoltura che viene rinvenuta per la prima volta nel Medio Oriente e poi viene diffusa su tutto il Mediterraneo) e la cultura rappresentata dalla civiltà dell'età del bronzo (iniziata con la civiltà sviluppatasi in Egitto e in Mesopotamia che si è poi diffusa fino a raggiungere il resto del Mediterraneo). Lo sviluppo della cultura dei templi si inserisce fra questi due momenti e si viene a trovare davanti a una cultura che si sviluppa in questa piccola isola quasi in isolamento totale (dico quasi perché è evidente dal materiale archeologico che i contatti con la Sicilia soprattutto ma anche oltre, si mantengono perché i costruttori dei templi dipendevano per moltissime materie crude dall'importazione dalla Sicilia e dalle terre vicine).

T. Gouder:

Questi templi sono unici e vengono oggi considerati i monumenti più impressionanti della preistoria europea. Non sono soltanto notevoli per la loro originalità, oppure per la loro massiccia costruzione (i grossi massi con i quali sono stati costruiti), ma sono impressionanti perché mostrano la tecnica utilizzata per la loro costruzione. Sono strutture complesse che furono erette, estese e abbellite durante un periodo molto lungo di tempo e fino a poco tempo fa furono datati al terzo millennio. I recenti sviluppi tramite la calibrazione di dati ottenuti, calcolati con il metodo convenzionale del carbone 14 ci permettono di datare, almeno i primi templi, al 3600 circa avanti Cristo, se non ancora prima. Sono delle strutture costruite completamente in pietra e sono le più antiche del mondo (ancora più antiche delle piramidi di Egitto: la piramide più antica fu costruita nel 2630 circa). Il primo scavo scientifico fatto in un sito templare fu realizzato da Kermisan Meet sul sito dei templi megalitici di Tascin: questo lavoro fu ripreso da due professori inglesi ed ha portato alle conoscenze di cui siamo oggi in possesso. Un lavoro molto prezioso per quanto riguarda i templi megalitici, fu svolto dall'architetto Carlo Cesti il quale pubblicò nel 1939 uno studio che rimane anche oggi unico per quanto riguarda la costruzione dei templi megalitici. Questo studio fu ristampato nel'68 durante un congresso che si è tenuto a Malta sull'archeologia e rimane non soltanto validissimo ma anche unico. Gli studi che sono seguiti hanno utilizzato come base il lavoro di Cesti (alcuni, purtroppo, lo hanno fatto senza citarlo). Ho l'onore di annunziare oggi due fatti molto importanti che fra pochi mesi faranno notizia: il primo riguarda la scoperta in una caverna nel sud di Malta (identificata dal Centro Camuno) in cui si trova una pittura rupestre che a Malta non era mai stata notata e che senza dubbio è datata al paleolitico (sono le prime tracce dell'uomo paleolitico a Malta). La seconda scoperta è sensazionale perché riguarda la probabilità, che deve ancora essere confermata da ulteriori studi, della identificazione di un altro Epogeo (l'Epogeo, ancora più dei templi, è un monumento unico delle isole maltesi). Si tratta di un complesso sotterraneo con una duplice funzione: la più importante è connessa con i riti funebri (senz'altro era un cimitero comune), ma in questo luogo si svolgevano anche riti connessi con quelli degli antenati. A parte queste due grosse scoperte, che segnalano per la prima volta tracce dell'uomo paleolitico, è da notare che sono state trovate tracce del primo uomo che ha attraversato la Sicilia per abitare le isole maltesi. Fino a pochi anni fa si credeva che la data a cui far risalire l'arrivo del primo uomo a Malta dovesse corrispondere a 5000 anni a.C.: oggi sappiamo che è arrivato molto prima, addirittura nell'epoca paleolitica.