Domenica 24 Agosto, ore 15
LE ORIGINI DELLA CARTA IN EUROPA: LAVORO E COMUNICAZIONE SCRITTA NELLA CIVILTA’ MEDIOEVALE - FABRIANO SEC. XIII-XIV-XV
Incontro con:
Réginald Grégoire,
Docente di Storia della Chiesa e Agiografia presso l'Università di Pisa, curatore della mostra.
R. Grègoire:
Ogni qualvolta noi utilizziamo il linguaggio scritto dobbiamo sempre ricordare che tutto ciò che è linguaggio è dialogo, comunicazione, quindi rispetto della persona, rispetto del mittente e del destinatario del messaggio. Perciò questa mostra ha voluto identificare il rapporto che esiste tra lavoro e comunicazione scritta nonché la strada per una cultura di massa. Si passa da una cultura selettiva, riservata ai dirigenti, ai chierici (notai e cancellieri) e si arriva a una cultura popolare (…). Il potere non è più riservato a chi sa, ma a chi è capace di esprimersi e dialogare. Annotando le varie forme di materia scrittoria presenti in questa mostra troviamo l'evoluzione che va dal papiro alle tavole cerate e alla carta. Il papiro è una di queste piante in via di estinzione per l'inquinamento dell’acqua; rarissima anche nei giardini botanici. Fu importata dagli Arabi in Sicilia, il suo paese d'origine è l'Egitto. Fu rubata presso i popoli civili dell'antichità, per la letteratura e le scienze (…). Accanto al papiro si utilizzavano lamine di bronzo, di piombo e tavolette cerate. La principale condizione richiesta per la conservazione del papiro era la aridità del clima e questo spiega perché sono rari i papiri dell’Antico e del Nuovo Testamento. Tuttavia ne abbiamo nelle varie biblioteche del mondo, Ginevra, Londra, la Biblioteca Vaticana. Ma il materiale scrittorio più diffuso in Occidente, nel Medioevo, fu la pergamena, carta pecora che in greco significa "membrana". Si utilizzavano le pelli di vari animali; la pecora, la capra, l'antilope, il serpente, il cane, in Occidente anche il lupo. La carta pecora aveva il vantaggio di poter essere utilizzata su entrambe le facce, mentre il papiro su una parte sola. Era una lunghissima striscia che veniva arrotolata intorno ad un bastoncino che veniva chiamato "Umbilicus", da scribi medioevali, in modo da formare un rotolo chiamato "Liber", "volumen", libro, volume, tomo. L'uso della pergamena subì una rivoluzione molto interessante quando si decise di piegarla: dal dorso di una mucca si prendevano tre strati di pergamena, lasciando il pelo: per fare una Bibbia, soltanto l'Antico Testamento necessitava di 300 fogli di pergamena, un centinaio di mucche. Se poi si usava la pergamena più raffinata, quella di scrofa, il numero aumenta: per questo non tutte le chiese, i monasteri, possedevano una Bibbia intera (…).
Segue il dibattito col pubblico.