giovedì 27 agosto, ore 11

L'EUROPA DEI MONASTERI E DELLE CATTEDRALI

partecipa

Leo Moulin:

docente di Lettere e Filosofia presso l'università di Bruxelles

conduce l'incontro

Bruno Bozzini

"Mi sono chiesto perché l'unica civiltà tecnologica e scientifica sia la nostra. Ho cercato di trovare le ragioni, posso garantire che ci rifletto da parecchio tempo, e l'unica spiegazione che ho trovato è la presenza del terriccio, dell'humus della cristianità". (Leo Moulin).

L. Moulin

Vorrei anzitutto ricordare che il Medioevo del XII-XIII secolo ha costruito mille cattedrali oltre a due-tre mila monasteri e ancora parecchie chiese.

Questo slancio spirituale che si estende sull'intera Europa, già meriterebbe tutta

la nostra attenzione, l'attenzione di un sociologo e di uno storico, ma io vorrei richiamare la vostra attenzione su un fatto al quale non sempre diamo importanza. Spesso ripeto a studenti, architetti o ingegneri: prendete un'area geografica che si estende dalla Spagna alla Polonia, o dalla Scozia alla Sicilia per gli ultimi 150 anni, ed elencatemi 10 edifici la cui distruzione rappresenterebbe una perdita irrimediabile, totale per il patrimonio europeo. In genere ci pensano, ne elencano uno, non so, la Torre Eiffel o il Monumento all'unità d'Italia, o un terzo o un quarto edificio civile della nostra cosiddetta civiltà e poi non aggiungono altro. A questo punto io dico: nello stesso spazio geografico tra la Polonia e la Spagna o tra la Scozia e la Sicilia, nello stesso spazio di tempo, cioè 150 anni, io posso elencare 100 edifici che appartengono ad un unico ordine, quello di Citeaux, la cui distruzione comporterebbe una distruzione totale, irreversibile per il patrimonio culturale dell'Europa. A questi signori ingegneri molto fieri della loro tecnologia, agli architetti eccitati all'idea di costruire grattacieli, chiedo come possono spiegare questa immensa avventura di persone, di genti infinitamente più povere di noi in mezzi tecnici e finanziari, persone che poi erano poche numerose, perché ai monasteri non hanno lavorato centinaia d’operai ma trenta, trentacinque persone; forse a Citeaux abbiamo raggiunto cento persone, ma in genere sono delle équipe perse nelle foreste, molto, isolate, nel nord della Scozia o nel profondo della Polonia. Creano bellezza, creano bellezza senza sosta, perché non esiste neanche un monumento che non sia bello e anche le rovine che ci sono state trasmesse sono belle. Ecco il problema che io pongo. Questo per spiegarvi anche perché mi sono occupato del Medioevo. Non sono un medioevalista, non sono di formazione medievale. Ciò che mi interessa è l'avventura umana, quella europea in particolare, che ha dato inizio alle cattedrali. Esse presuppongono uno sviluppo straordinario della tecnologia e della scienza; la prima rivoluzione tecnologica non risale al Rinascimento o al secolo dell'illuminismo, come si crede generalmente. Il medioevo ha inventato da centocinquanta a centottanta strumenti tecnologici straordinari. Senza questi la nostra odierna società non avrebbe mai potuto realizzare la cosiddetta "rivoluzione industriale del XIX secolo", anche se il termine è improprio. Il problema che si pone è di costatare questa inventiva costante del medioevo. Gli occhiali, invenzione del medioevo: penso che riescano a raddoppiare la vita intellettuale di un uomo. Immaginate la nostra società di trenta-trentacinquenni che chiudono la loro vita intellettuale! Questo è un piccolo esempio. Allora mi sono chiesto perché l'unica civiltà tecnologica e scientifica sia la nostra. Ho cercato di trovare le ragioni, posso garantire che ci rifletto da parecchio tempo, e l'unica spiegazione che ho trovato è la presenza del terriccio, dell'humus della cristianità. Perché? Perché Dio ha creato il mondo, un mondo diverso da Lui. Non si integra nel mondo, lo crea. L'uomo ha un destino particolare perché viene creato fuori del regno animale. Gli uomini, gli occidentali in particolare, hanno vissuto con questa idea che erano creature di Dio, fatte ad immagine e somiglianza di Dio. Inoltre Dio dice ai figli di Noè: "Vai, conquista e domina il mondo". In buona coscienza, a volte siamo stati un po' energici nel domare il mondo, ma l'unica civiltà che ha a conquistato il mondo e che lo conquista ancora oggi, che è latrice di valori accettati in tutto il mondo è la nostra. Faccio un esempio; ad un dato momento i minatori tedeschi, tra il XV e il XVI secolo, vivono nel terrore degli gnomi, dei folletti, di tutti questi esseri che dovevano vivere nelle maniere e che minacciavano i minatori, e li chiamano con due nomi: Coboldi, oppure col nome tedesco Nikolaus. E quella credenza dei minatori tedeschi darà origine a due parole che noi tutti conosciamo: Nikolaus darà la parola "nichel", e Coboldo diventerà "cobalto". Ma questo è un retaggio del passato. A questo punto i teologi dicono una frase che dominerà l'intero destino dell'occidente: Dio ha visto che ciò che ha fatto era buono e lo ripete, lo ripete sei volte, quindi per voi non è una trappola, il mondo è fatto per essere conquistato da voi, e i minatori riprendono il loro lavoro. Nello stesso tempo in Tibet i Lama proibiscono ai minatori di scavare la terra perché così facendo si va a scavare nella madre e la si ferisce. Quindi nessuna possibile metallurgia se non con i minerali di superficie allo stato nativo. Non è un caso se abbiamo conquistato il mondo nel XV-XVI secolo, infatti, all'epoca avevamo a nostra disposizione centocinquanta utensili, mentre in India ne avevano due. In India ci vuole un giorno per fare una tavola e noi la facciamo in due ore. Quindi superiorità tecnologica e la tecnologia è una concretizzazione di valore; senza questo humus cristiano non si riesce a spiegare perché siamo stati in anticipo, e in grande anticipo, sul resto del mondo. Allo stesso modo, nel mondo scientifico si pensa sempre che è stato il Rinascimento che ha fatto scoprire l'approccio scientifico; non è vero. In pieno medioevo, nel dodicesimo secolo, era già formata la mentalità sperimentale d’osservazione della natura, nonché la fiducia nel progresso, perché l'idea stessa di progresso non è un’idea della filosofia del secolo dell'illuminismo o della querelle tra antichi e moderni in Francia. Nel XII secolo si fa strada quell'idea notevole che l'uomo, l'uomo dell'epoca non è più intelligente, più lucido o più perspicace rispetto a quelli del passato, ma, dice un autore, sale sulle spalle della generazione precedente, quindi vede più lontano. L'idea di progresso già appare nel XII secolo. Un progresso che, va notato, affonda le radici nella tradizione, perché "sale sulle spalle" di quelli che sono venuti prima, quindi non c'è rottura col passato ma continuità. Ecco uno dei motivi, fra tanti altri, che mi ha spinto allo studio del medioevo. E’ interessante chiederci, d'altra parte, perché in tutti i libri di storia, nei testi per le scuole ecc., i secoli del medioevo siano stati negletti, abbandonati, tralasciati e dimenticati. La cosa la si può spiegare in termini socio-storici. La borghesia del secolo scorso, che voleva legittimare il proprio regno e potere, che era arrivata al potere dopo la rivoluzione francese, doveva naturalmente denunciare tutto ciò che da vicino o da lontano rappresentava questa presenza del passato.

Quindi si denunciano le monarchie come regimi sanguinari e si dimentica o si rimuove l'esistenza di questi dieci secoli di storia che hanno dato non solo questa rivoluzione tecnologica e scientifica, ma la Summa theologica, mille cattedrali, La Divina Commedia, l'amor cortese, nonché la creazione d’ordini religiosi, o anche la Costituzione civile dei predicatori, i domenicani ad esempio, che è un capolavoro, una cattedrale del diritto costituzionale. Tutto ciò è stato tacciato d’epoca della barbarie, d’ignoranza, mentre è un'epoca a cui noi dobbiamo moltissimo e che è ancora oggi presente tra di noi. Un esempio: le tecniche deliberative ed elettorali. Potremmo dire "siamo ben lungi dal medioevo", e invece no. Il termine scrutinio ad esempio è un termine d’origine monastica, per un motivo molto semplice: i monaci, soprattutto i benedettini, all'inizio sono ignoranti, non sanno scrivere, non sanno leggere, quindi come si fa ad eleggere l'Abate? Qui c'è una storia straordinaria. Laddove gli abati orientali vecchi o sul punto di morte nominavano il successore, nella regola di San Benedetto invece tutto il potere torna alla comunità, anche ai frati più giovani, ha specificato San Benedetto, quindi bisogna sempre chiedere il parere di tutti perché spesso, dice, Dio parla con la bocca dei più giovani. Come procedere a questa elezione dato che non sanno scrivere, non sanno leggere e comunque la carta è rara e cara? Sul portale si mettono due Padri di una certa età, con una certa esperienza, che hanno la fiducia di tutti e ognuno dà la propria voce, cioè dà la propria opinione. Questi due scrutatori, così si chiamano, scrutano le intenzioni di voto, dicono "questo ha votato però è un po' vecchio, quest'altro un po' troppo giovane", quindi scrutano, pesano, vanno a ponderare il voto. Da lì viene il termine scrutinio, perché si è proceduto ad un’analisi del voto e ad una qualifica del voto nella misura del possibile. Per due o tre secoli gli specialisti, di cui conoscete la fertile immaginazione, hanno tentato di definire le condizioni di un buon voto. Inutile ricordarlo, senza successo. Man mano, sotto l'impulso dell'ordine di Citeaux e più tardi dei domenicani, hanno detto che tra le ragioni ottimali del voto c'è il numero. Il numero non è la prova, però costituisce una presunzione, cioè la Chiesa non ha mai detto che la maggioranza è la prova di verità, contrariamente a ciò che dirà Jean Jacques Rousseau. La Chiesa ha sempre detto "presumitur", si presume che non ci si sbaglia del tutto. San Benedetto, mio maestro, riconosce che coscientemente la comunità può scegliere a maggioranza o persino all'unanimità un uomo complice dei propri vizi, senza illusione quindi sulla maggioranza e sull'unanimità, però non si è trovato un sistema migliore, o meglio, meno peggiore.

Allo stesso modo il ballottaggio. Anche qui i monaci e fratelli domenicani che non sapevano leggere e scrivere, vanno a votare esattamente come si è fatto dopo nei municipi, con le palline bianche o rosse che si chiamano ballotta, e di qui è nato il termine ballottaggio, che ci è stato trasmesso.

Un'altra cosa ancora. La prima assemblea sopranazionale europea. Anche qui è l'ordine di Cyteaux che l'ha organizzata con la cosiddetta Charta Charitatis del 1115, cioè un secolo prima della Magna Charta inglese. La Charta va ad indicare il nucleo di ciò che sarà un giorno il sistema parlamentare. Questa Charta Charitatis già organizza un sistema che ha funzionato per secoli e che verrà imitato da tutti gli ordini e crea la prima assemblea sopranazionale, nozione a noi famigliare oggi- giorno, ma che è stata creata da un ordine religioso.

Ecco un altro motivo che mi fa dire che il medioevo è presente tra di noi: il cibo. Avete mai pensato al fatto che l'unica civiltà che abbia adottato come cibo tutto ciò che ha incontrato nella sua tempestosa storia, dal caffè al pomodoro, dalla patata al tè, e si potrebbe continuare l'esempio all'infinito, è la nostra? Ancora una volta pongo la domanda, perché? Vi sono popoli che sono scomparsi, morti di fame, pur vivendo accanto a riserve di riso, perché quel riso non corrispondeva al riso che essi conoscevano. Noi abbiamo scoperto il mondo nel XV-XVI secolo e praticamente abbiamo adottato tutto ciò che era possibile mangiare e bere. Perché? I motivi li conosciamo. Quando Cristoforo Colombo e compagni - che certo non erano dei chierichetti, era della gente un po' incolta, rustica - arrivarono nelle Antille, scoprirono un sacco di cose: il mais, la patata e anche il modo di lavarsi - perché bisogna confessare che sono le donne indiane che hanno insegnato agli spagnoli a lavarsi. Ovviamente hanno fatto un passo indietro, si sono spaventati, c'era una forma di conservatorismo davanti a questi prodotti nuovi ed ecco che torna anche qui ciò che dicevo poc’anzi: "e Dio vide che ciò che aveva fatto era buono". I missionari che sono lì dicono: "no, no, è offerto agli uomini da Dio, non può essere veleno, potete provare, potete mangiare, mangiate e portano a casa le patate, il mais, i fagioli. Sono i religiosi che li hanno portati in Europa perché hanno fiducia in Dio. Dio non può ingannare gli uomini, Dio ha creato tutto ciò per gli uomini. Se c'è una civiltà che mangia di tutto, che è aperta a tutto, che ha diffuso ovunque nel mondo le buone e le cattive abitudini, ebbene è la nostra, nel bene e nel male.