Incontro col personaggio

Antonello Venditti

Martedì 27, ore 22

Sintesi dell’incontro con:

Antonello Venditti

 

Venditti: Sono venuto qui la prima volta nell’88 e sono rimasto molto contento di quell’incontro anche se tutti mi chiedevano perché ero venuto al Meeting come se fosse una cosa disprezzabile. Invece io penso che un incontro non si rifiuta mai: la bellezza della vita è l’incontro. Sono convinto che i posti siano fatti dalla gente e questo è un luogo in cui la gente prevale su tutto.

Io ho notato un grande rispetto e un entusiasmo veramente genuino alla persona, quindi qui ci si può veramente incontrare. Voi potete farmi le stesse domande di tre anni fa e sicuramente vi risponderò in maniera diversa e ciò significa che l’incontro ha portato i suoi frutti.

Allora parlammo della felicità. La felicità mi sembra una cosa fuori della nostra portata; deve essere un fatto collettivo. Io posso provare gioia, appagamento, serenità, ma nel momento in cui ho coscienza del problema dell’altro, come posso essere felice?

Un’altra cosa voglio dirvi. C’erano dei giovani come voi, e ancora ci sono, che fanno esattamente le vostre cose in maniera forse meno felice di voi. Si chiamavano compagni e facevano le Feste dell’Unità. Ognuno ha le sue fedi, ma questo non basta. La differenza la fa solo la Fede. Per questo vi spingo ad andare oltre. Io sono qui perché trovo molto bello riuscire a comunicare con voi perché la mia religiosità era ed è molto più forte del mio lato politico, solo che la mia religiosità, messa nella sinistra, in tutti questi anni ha creato grandissimi travagli. Mi fa piacere che voi vi mettiate in discussione ma in modo più sereno di altri ragazzi che hanno lottato, sono stati violenti, assassini. In voi io riesco a vedere la tenacia, la pazienza, la forza. Questa forza deve in qualche modo esplodere.

Infine devo ringraziarvi per la vostra compostezza e perché accettate provocazioni anche da me, non per polemica, ma perché voglio cercare di capire per eventualmente partecipare più attivamente. Credo che tutti ci stiamo ponendo questo problema di dove andare. Io ho ascoltato molti di voi che mi hanno detto di avere trovato qui una famiglia, una ragione di vita. Io non sono un orfanello, però mi fa piacere stare qui perché c’è una delicatezza che non ho trovato altrove e perché siete affezionati non solo alle mie canzoni, ma alla mia persona.