martedì 28 agosto, ore 15.00
L’INCONTRO CON LA PERSONA AUTISTICA:QUALE FORMAZIONE?
INCONTRO PROMOSSO DAL SETTORE "SOLIDARIETA’"
Partecipa:
Alberto Cavazza
Esponente dell’Associazione Lombarda Autismo
A. Cavazza:
L’anno scorso abbiamo parlato dell’autismo dal punto di vista dei genitori, quest'anno è scaturita la necessità di andare avanti, affrontando il problema dell'intervento sul soggetto portatore d’autismo con gli operatori. Fondamentalmente la persona autistica è una persona che soffre moltissimo dentro di sé, ha una profonda sofferenza interna che è tradotta in un comportamento estremamente strano, originale, bizzarro; s’isolano, non parlano, quando parlano usano un linguaggio ripetitivo, hanno insomma tutta una serie di comportamenti particolari e questi comportamenti sono, con molta probabilità, le parole che non riescono ad avere. La cronicità di questa malattia fa sì che, operatori e genitori, ci rassegniamo: dall’autismo si entra e difficilmente se n’esce. Occorre però fare di tutto perché succeda qualcosa; conquistare una propria indipendenza, una parvenza d’autonomia, è possibile; è possibile che questi ragazzi riescano, almeno in parte, a badare a se stessi, anche se non avranno mai comportamenti perfettamente normali. A questo proposito, si può notare come per gli handicappati psichici, e l’autismo rientra in questa categoria, non esistano miliardi, non esistano attrezzature specializzate, solo luoghi riconvertiti in parcheggi, dove sono ammassati soggetti con patologie varie, tenuti con scarso interesse o con velleità terapeutiche che non vanno molto in là. Curare l’autismo vuol dire entrare in un mondo di disagio, d’angoscia, incontrare una persona che soffre molto. E’ l’unico modo di incontrarla è ascoltarla, cioè capire quello che ha dentro di sé, attraverso il nostro modo di stare loro accanto, di ascoltare, un modo che non deve mai essere giudicante, teso, a capire tutto in termini razionali; ma soprattutto è cercare di creare quella relazione diversa che il nostro "ammalato" potrà interiorizzare e mettere al posto di quella così patologica cha ha già dentro dì sé. L’incontro prosegue con le testimonianze di Patrizia e Velia che raccontano la loro esperienza d’operatrici con ragazzi autistici