Report annuale sul turismo
Domenica 22, ore 15
Incontro promosso dall’ENIT
Relatore:
Marino Corona
Marino Corona, presidente dell’ENIT
Corona: Ormai è diventata una tradizione essere qui con voi: ci incontriamo alla fine di agosto quando ormai il piatto forte del turismo è stato quasi consumato. Avete letto sui giornali quello che è successo quest’anno: l’Italia, in termini di turismo, credeva di essere in buona posizione, perché avevamo svalutato la lira ed eravamo diventati più appetibili. In effetti questi appetibilità non c’è stata da parte del tradizionale utente del nostro turismo che è l’utente tedesco, mentre è continuato un flusso di incremento da parte dell’utente americano e giapponese. Sul dollaro siamo particolarmente svalutati e sullo ien ancora di più. Ma sono due turismi che non possono avere una grande crescita perché sono direttamente condizionati dai posti disponibili sugli aerei. Per venire dal Giappone e dagli Stati Uniti d’America e incrementare in maniera adeguata questi due turismi bisogna fare una politica dei trasporti che non c’è stata e pertanto i numeri che avremo a fine anno saranno sicuramente positivi rispetto a quelli dell’anno scorso, ma non in maniera significativa. La nostra grande speranza era crescere nei numeri dei paesi che sono vicini a noi e che possono scendere con la loro automobile in Italia: ma oggi stesso, venendo qui da Roma, sull’autostrada, ho capito perché i turisti si disaffezionano. Siamo stati incolonnati circa un’ora sull’autostrada nel rientro verso la Germania: se un tedesco lo fa per una, due, tre, quattro, cinque volte, alla fine dice: "vado in un altro posto a fare turismo". Non abbiamo adeguato le nostre attrezzature pubbliche per fare venire questi turisti in Italia.
Spesso viene detto, e più volte è stato scritto, che le nostre attrezzature turistiche sono care e non offrono servizi adeguati al prezzo. Io credo che mai come questa volta i nostri prezzi erano adeguati: l’impresa privata è sicuramente cresciuta di livello in offerta di servizi, ma non è cresciuta altrettanto l’impresa pubblica, anzi il contesto pubblico è decisamente peggiorato.
Eravamo abituati che il mese di agosto veniva venduto agli italiani, che erano disposti a pagare qualsiasi cifra, perché andavano in vacanza solamente in quel mese. Dunque a grossa domanda di prodotto turistico da parte degli italiani corrispondeva una offerta di prodotto turistico ad alto prezzo, che, in ogni caso, veniva comprato comunque dagli italiani. Di conseguenza non c’era prodotto turistico da offrire all’estero, ed infatti la percentuale di stranieri nei mesi di giugno, luglio e settembre è molto più alta di quella del mese di agosto. Ma quest’anno, per la prima volta, gli italiani non hanno fatto mettere il cartello del tutto esaurito. Hanno incominciato a fare le vacanze intelligenti: gli italiani hanno pagato 18.000 miliardi in più di tasse e da qualche parte hanno tolto questi miliardi, comprando meno automobili, ma anche spendendo meno in prodotto turistico. Fare le vacanze intelligenti significa leggere i giornali e capire che probabilmente se ci si muove tutti insieme nel mese di agosto il prezzo del prodotto sale. Ci si rende conto così che il turismo offre una serie di viaggi particolarmente allettanti in tutti i periodi dell’anno. La voglia di fare vacanze viene presa e viene letta in maniera diversa: la gente è più attenta, ha meno soldi e dunque cerca di capire dove bisogna fare le vacanze durante l’anno e dove farle a minor prezzo. In periodo di alta stagione in Italia, si possono fare le vacanze a minor prezzo in Asia o in California perché è bassa stagione. Una barca affittata nelle isole del Centro America, nel periodo di agosto, costa la metà di quanto costa affittata qui, mentre se uno vuole andarci a dicembre, costa il doppio, perché per loro è alta stagione.
Fin qui, l’analisi della situazione. Che cosa stiamo cercando di fare? Stiamo cercando di prendere gli imprenditori e portarli direttamente sui mercati del turismo per far capire che esiste anche una bassa stagione in Italia, che pertanto può essere venduta a prezzi di bassa stagione e fare concorrenza a quelle piazze che invece sono in alta stagione. Questo si fa con una strategia turistica, e se noi andiamo ad offrire un nostro prodotto importantissimo è quello dei beni culturali.
Per capire meglio il ruolo insostituibile dell’ENIT, occorre considerare che le imprese italiane nel settore alberghiero sono trentaseimila e la loro grandezza media è di quaranta letti: dunque sono tutte micro-imprese.
Un imprenditore che si voglia recare all’estero da solo, in un giorno potrà incontrare cinque o sei agenzie di viaggio di una città. Se ne volesse incontrare un po’ di più per far conoscere la sua struttura alberghiera, dovrebbe avere un tempo ed un capitale di notevoli dimensioni.
Noi facciamo un’operazione che si chiama work shop, che consiste nel riunire tutti gli agenti di viaggio di una certa zona, di contattare gli agenti di viaggio stranieri e portare gli agenti di viaggio italiani ad incontrarli. Per fare questo noi siamo ente di Stato e lo facciamo per aiutare le piccole e medie imprese italiane.
Devo dire che purtroppo l’impresa turistica è l’unica che fa grandi sacrifici per avere il turista: abbassa i prezzi, svende, ma esiste anche tutto l’indotto che vive sul turismo, per poi dichiarare che il turismo va male, perché sono diminuiti del trenta per cento i pasti nei ristoranti. Ma allora perché quei ristoratori oppure quelli che hanno le boutiques non spendono una lira per far venire gli stranieri? L’Italia è cara non perché il turista ha pagato l’albergo caro, ma perché ha pagato il gelato caro, il the caro, perché ha comprato una cosa e forse l’ha trovata cara e perché è andato al ristorante e l’ha pagato caro. Ecco perché dico ancora una volta che bisognerebbe fare una riflessione un poco più attenta, non bisogna solo lamentarsi ma bisogna capire.
Credo che l’ente di Stato per quanto riguarda questa funzione, sia insostituibile.