Lunedì 22 agosto

"IL DRAGO E L’UTOPIA"

Presentazione della mostra con la presenza dell'autore Camilian Demetrescu.

Moderatore:

Dott. Giulio Boscagli.

G. Boscagli:

Buongiorno a tutti, benvenuti al Meeting. Questa è la quarta tappa di un'avventura che comincia ad avere una sua storia, un'avventura che, svolgendosi per passi graduali, ha coinvolto non solo tanti amici venuti qui ad ascoltare e a seguire il Meeting, ma molte persone che hanno stretto un legame di amicizia e una continuità con questo villaggio che insieme stiamo collaborando a costruire. E così ritorna tra di noi quest'anno Camilian Demetrescu, che era stato già qui presente lo scorso anno con le sue immagini, i suoi segni del Cristianesimo; e ritorna con una proposta che è nata, che è uscita dalla sua creatività proprio riflettendo al Meeting, proprio pensando al Meeting. Mi sembra importante sottolineare che è proprio il Meeting stesso che ha creato le condizioni per questa mostra che possiamo poi vedere in sala e che oggi ci viene qui presentata. Devo dire che il momento che sta per iniziare non è semplicemente la presentazione della mostra, ma è qualcosa che è già compiuto in sé. Non vorrei dire uno spettacolo, perché la visione di immagini, le musiche, i dialoghi che sottolineano le immagini, costituiscono un avvenimento. È una proposta che vogliamo ascoltare e che vogliamo quindi incontrare, e che prego Camilian Demetrescu di illustrarci.

C. Demetrescu:

Cari amici, chi l'anno scorso è venuto a vedere il Meeting e la mia mostra, forse si ricorda che alcuni di voi mi facevano domande di questo tipo: "I simboli che tu presenti certamente sono interessanti, ma dimmi, questi simboli sono ancora attuali? La nostra civiltà ha ancora bisogno di simboli"? E io rispondevo: "Tutte le civiltà reggono, poggiano su simboli. I simboli sono i piloni ogni civiltà, soltanto che la nostra civiltà regge su simboli degradati. L'alta spiritualità ha caratterizzato tutte le altre civiltà umane meno la nostra. I simboli di oggi riguardano, nella nostra civiltà, la bassa sfera materiale dell'esistenza umana, e mi riferisco al simboli che spiegano i nostri interessi economici, politici, sportivi. Il simbolo più elevato è quello sportivo. Quelli economici, col consumismo, quelli politici, con la pornografia ideologica, hanno abbassato ancora di più il livello dei simboli".La mia proposta dell'anno scorso mirava a proporre una riscoperta dei simboli della cristianità autentica, quella primitiva, non alterata dal vari umanismi sia rinascimentali, sia posteriori al rinascimento, che hanno portato soltanto alla separazione dell'uomo dal centro del mondo che è Dio-Cristo, ed all'autonomizzazione dell’uomo, che addirittura ha voluto sostituirsi a DIO per poi perdere completamente il senso di un centro, e ha contestato se stesso, ed è arrivato all'anarchia e allo scetticismo di oggi. Questa è la premessa. La mostra di quest'anno figlia del Meeting, in quanto ho voluto proporre a voi tutti una seconda parte della mostra dell'anno scorso, quasi una forma di catechesi, stavolta non in positivo, ma critica. Una critica ai dissacratori della grande tradizione e della nostra cultura sacra simbolica. Quindi io vi prego di prendere questa riunione di stasera come il battesimo di una creatura nata dal vostro Meeting. La mia piccola, umile mostra "Il drago e l'utopia" è vostra creatura, e stasera voi la battezzate qui perché non sarebbe nata se non fosse stata fecondata dal vostro interesse, non per la mia mostra dell'anno scorso, ma per il grande problema della cultura sacra che va riscoperta. Perché l'utopia? Per rispondere alle domande dei giovani che mi chiedevano se i simboli sono ancora attuali, e rispondendo loro che i simboli sono degradati, ho dovuto indagare perché è accaduto questo nel mondo occidentale, perché i simboli così alti della cultura sacra del Medio Evo attraverso il Gotico, il Rinascimento, il Barocco, e tutto ciò che è venuto dopo, si sono a poco a poco abbassati e sono scomparsi. Il risultato di questa ricerca è stato la scoperta di questo demone che nella coscienza umana ha fatto tanto male pur volendo proporre all'umanità dei progetti ideali: l'utopia. E l'utopia non ha risparmiato nemmeno, spiriti elevatissimi, come quello di Platone, a cui il Cristianesimo deve il suo divenire teologico, perché il Cristianesimo è divenuto teologia in quanto ha innestato sulla patristica il pensiero platonico. Platone stesso è caduto nella rete affascinante dell'utopia. Io sono rispetto a voi un maledetto privilegio, io ho vissuto due utopie. Voi vivete un'utopia di cui non siete pienamente consapevoli, l'utopia liberale, l'utopia capitalistica-tecnologica; io vivo in questa utopia da 14 anni, prima vivevo nell'utopia totalitaria: sono le due grandi utopie del nostro tempo. Ho avuto il triste privilegio di conoscere tutte e due, e quindi, dopo 14 anni, in una accelerazione storica che mi offre l'Occidente, ho la prospettiva inversa di analizzare queste due grandi utopie, quella liberale in cui viviamo qui e quella totalitaria che ho lasciato alle mie spalle dietro il muro di Berlino. Come sapete, io vivevo in Romania, a 18 anni ero comunista, militavo per l'instaurazione di una utopia della giustizia nel mio paese; in due anni ho capito la tragedia, la ferocia di questa utopia, mi sono ritirato, e ho pagato con l'emarginazione, durata più di 20 anni, questa mia presa di coscienza. Quando le regole internazionali mi hanno concesso la possibilità di trasferirmi nella vostra utopia, l’ho fatto senza rendermi conto che entravo in un’altra utopia. Questa mostra è un po' una retrospettiva sulle tre grandi utopie: quella di Platone, che è quella classica, e che ha fornito gli archetipi delle due utopie moderne, dal rinascimento fino ad oggi, e che costituisce forse la parte più ispirata dei miei disegni in quanto ancora impostata su dimensioni classiche; dopodiché nella mia mostra si può incontrare l'utopia liberale, che è quella capitalistica, e sull'altra parte dei pannelli vedrete l'utopia totalitaria che è il mio passato remoto. Due parole sull'utopia, di Platone: lui non la chiamava utopia, è stato Tommaso Moto che nel '600 l'ha chiamata utopia. Io non ho fatto il ritratto di Tommaso Moro fra i precursori, in quanto dichiarato Santo dalla Chiesa, e quindi non volevo entrare in polemica con la Chiesa, ma questo Santo, mentre non era santo, è stato anche lui vittima dell'utopia, e lui ha battezzato l'utopia in questo modo: Platone la chiamava la "politèia" e nella sua "Repubblica" fa un ritratto abbastanza preciso di quello che era il suo ideale di società. Platone era ateniese, ma guardava con un occhio molto desideroso Sparta, dove sembra che si sia attuata l'unica utopia dell'antichità. Sparta però non ha mai dato un poeta, un filosofo, un umanista: basta questo per capire il clima di una società che non produce cultura. Atene non tollerava le idee totalitarie di Platone; allora lui è andato in Sicilia, la Magna Grecia, dal tiranno di Siracusa, Dionigi, e ha tentato di fondare qui una sua utopia, ma è fallita miseramente. Però, teoricamente, l’utopia di Platone costituisce tuttora il modello primitivo di quello che deve essere ogni utopia. Ecco i punti fondamentali dell'utopia di Platone, ereditati fino ad oggi: 1° - la comunità dei beni non soltanto materiali, ma anche di quelli effettivi. Perciò i tutti i beni materiali devono appartenere alla collettività, incluse le mogli e i figli. Vedrete dopo che tutte le utopie hanno odiato la famiglia, la vita intima dell’uomo; 2° - tutte le utopie hanno voluto abolire il passato, la memoria, e nello stesso tempo il futuro come progetto. Questo io l'ho vissuto nell'utopia totalitaria, e lo vivete voi oggi, in quanto sul passato esiste una forte censura culturale, e nello stesso tempo i progetti per il futuro sono lasciati nelle mani degli scienziati, che lo concepiscono soltanto in chiave tecnologica. Il futuro dell'uomo è visto soltanto come statistica economica, statistica di produzione, statistica di tecnologia sofisticata. Non si parla mai di un futuro dell'anima umana. Quindi quella scienza, la futurologia, che è molto di moda oggi, riguarda soltanto lo sviluppo materiale e solo minimamente lo sviluppo spirituale dell'uomo. Non per caso i progetti utopistici si sono interrotti durante il Medio Evo. Perché, come dirò alla fine, e questa è la conclusione e premessa del mio intervento, l'unica alternativa a tutte le utopie è la religione. Nel nostro mondo occidentale la religione cristiana, in altre aree di civiltà le altre religioni che esistono. Perché questo? Perché l'utopia è un progetto per organizzare la vita terrena; il paradiso degli utopisti e alternativo al paradiso delle religioni, in quanto è un paradiso su questa terra, è un paradiso che si fa a dispetto e al di fuori dei progetti della religione, e quindi ha conquistato tutti coloro che hanno voltato le spalle alla dimensione religiosa. Nel Medio Evo nessun intellettuale europeo ha concepito un progetto utopistico, in quanto l'apogeo della cultura e della spiritualità era dominato dalla Patristica e dal Cristianesimo; quindi questa è una prova inconfutabile che l'utopia è alternativa alla dimensione religiosa dell'uomo. Quando nella storia occidentale cala la spiritualità si alza lo spettro dell’utopia, e viceversa. A Parigi, c’è stato, 4 anni fa, un convegno sull'utopia: hanno analizzato da tutte le parti il problema dell'utopia, ma non hanno osato molto avvicinarsi all'utopia dei nostri tempi. Invece esistono le premesse per dire con coraggio che noi nella civiltà occidentale siamo minacciati da un progetto utopistico, che praticamente ripete gli archetipi delle antiche utopie. Io ho provato a illustrare in certe immagini questo aspetto, questa minaccia dell'utopia nel nostro tempo. La mia mostra quindi è organizzata sulle tre utopie. Verrà presentata stasera attraverso quattro dialoghi: ci sarà un primo dialogo tra l'uomo e l'utopia, un secondo breve dialogo che riguarda proprio l'interrogativo "perché un grande filosofo come Platone è caduto nella rete dell'utopia?", poi ci sarà un terzo dialogo con l'utopia che illustrerà le immagini dedicate all'utopia classica, e poi un quarto dialogo che parlerà con l'usofia, cioè vedrete che a un certo momento l'utopia si ritira e subentra l'usofia, la "senza saggezza", figlia dell'antica utopia. Dopo questi quattro dialoghi, ci sarà una presentazione di 12 ritratti, fra i precursori e i responsabili dell'utopia liberale moderna, da Calvino fino a Freud, a Nietzsche e altri, e infine 12 tavole sulla passione dell'uomo-Cristo. Perché il cristiano che oggi crede nell'unica possibilità capace di migliorare la condizione umana, che è la religione, è ancora oppresso, e agisce nei sotterranei, nelle catacombe dell'utopia liberale. È quindi la passione dell'uomo-Cristo, del cristiano in questa civiltà in cui viviamo. Adesso inizierà subito la recita dei dialoghi. Io chiedo scusa: avevo scritto su un biglietto nome e cognome di questi cari amici che reciteranno: ci sarà Laura, che farà la parte dell'utopia, ci sarà Annalisa, che farà la parte dell'usofia, ci sarà Daniele, che farà la parte dell'uomo, e negli intervalli ci sono due amici di Pescara che canteranno accompagnati dalla chitarra, la "Ballata dell'anti-utopia", e in finale una ballata composta proprio da Franco, la "Ballata del bene e del male", in quanto il nostro interesse oggi è trovare finalmente questa bilancia viva per saper distinguere il peso del bene e il peso del male. Iniziamo subito la recita del primo e del secondo dialogo.

PRIMO DIALOGO CON L'UTOPIA

Io Utopia, chi sei? Il grande Sogno, l'ideale Progetto, la divina Chimera? Dimmi, chi sei?

Utopia Se vuoi sapere non sono il Paradiso irraggiungibile, né l'ideale di perfezione della società umana, né il mito di una felicità perduta. Sono il sogno di un tiranno.

Io L'aveva detto Chesterton, ma non gli abbiamo creduto. E noi chi siamo?

Utopia Voi siete gli Utopiani, ovvero gli schiavi di Questo sogno che il tiranno ha deciso dl rendere felici ad ogni costo; anche al costo della vostra infelicità.

Io Ma tu, in realtà, che cosa sei, un essere, un'astrazione, un'idea?

Utopia Io sono la Grande Macchina. O meglio il suo mirabile progetto.

Io Ma che specie di macchina?

Utopia Una macchina - la più perfetta - per organizzare la vita umana.

Io Se è vero che sei una macchina, quindi materia, come puoi organizzare quello che nella vita dell'uomo non è materia?

Utopia Sappi utopiano che la macchina è intelligenza, prima di essere materia.

Io Il tuo tiranno non sa, non può sapere, che fra anima e intelligenza c’è la stessa differenza che distingue lo spirito dalla materia.

Utopia Secondo te l'intelligenza è materia?

Io L'ha detto Bacone, Comte, Marx, alcuni dei tuoi padri; ma lo dicono anche i teologi orientali. Come può quindi una macchina, totalizzante e finita, organizzare colui che è unico ed infinito, voglio dire lo spirito?

Utopia Nulla è unico ed infinito. Non avete voi inventato la dialettica.

Io Sono stati i tuoi padri ad inventarla. Ma, dimmi piuttosto, perché ti chiami Utopia? Che cosa significa?

Utopia On topos in greco vuol dire senza luogo, un posto che non esiste.

Io Allora sei una cosa che non può esistere?

Utopia Che non esiste, forse, ancora ma che potrebbe esistere. Ti ho detto, io sono il sogno di un tiranno, e uno come lui non sogna mai l'impossibile. Un giorno diventerò realtà. Se guardi bene attorno, lo sto già diventando.

Io Vuoi dire che tutto quello che sta accadendo oggi, in questo mondo i modelli di società che ci sforziamo di attuare fanno parte del tuo "mirabile progetto"?

Utopia Certamente non ti sei ancora accorto?

Io Anche qui in occidente, non soltanto dall'altra parte?

Utopia Anche qui. Potrei dire soprattutto qui.

Io Non ti capisco pensavo che il tuo regno fosse proprio di là, mentre qui…

Utopia Ascolta utopiano.

Io Ma perché mi chiami così io non sono il tuo schiavo!

Utopia Sbagli o meglio non ti rendi conto del privilegio che hai. Tu sei per me il vero utopiano. Prima di tutto perché sei stato tu ad inventarmi. Il fatto di avermi mandato dall'altra parte per fare la prova generale delle mie capacità e delle mie virtù, è stato in fondo una vigliaccheria, una mancanza di fiducia in me. Errore perdonabile, dato che oggi, malgrado i malintesi sul mio regno d'oriente, sto diventando la vostra regina.

Io Come, tu la nostra regina? Ma che dici…

Utopia Non ti meravigliare, è da tempo che avete incominciato ad adorarmi, ma oggi più che mai siete pronti a sacrificare sul mio altare.

Io Anche se sarai il sogno di un tiranno, sei solo un sogno. La realtà è diversa.

Utopia Ti ho chiesto di guardare intorno. Proprio nella realtà. Ma vedo che bisogna ridarti la memoria per ricordare almeno i punti principali del mio progetto…Bene…Adesso ti ricordi?

Io Mi ricordo.

Utopia Qual è il primo punto?

Io Deve essere l'abolizione della memoria; o, precisamente, l'abolizione di certe memorie.

Utopia Quali?

Io Delle memorie dannose.

Utopia In che senso?

Io Dannose perché fonte di soggettività, di debolezze: sentimenti, affetti, nostalgie, rimpianti.

Utopia Più concretamente!

Io Tutte le memorie legate alla famiglia, all'amore, all'amicizia, ai miti, ai simboli, agli archetipi, alle comunità spirituali.

Utopia Bravo! Ma le avevi dimenticate. Vuol dire utopiano che il primo punto del mio progetto è stato già attuato. Vediamo se ti ricordi il secondo.

Io Deve essere la collettivizzazione dell'uomo.

Utopia Perfetto, ma in che modo?

Io La fusione dell'individuo nella massa. L'annullamento dell'io e con esso l'abolizione del cosiddetto spirito, e della sua presunta origine divina, come auspicano i tuoi seguaci. Quindi, l'uomo massa.

Utopia Viviamo nell'epoca della massa. Vedi? Anche il secondo punto del Grande Progetto è stato attuato.

Io Scusami Utopia, ma dato che mi hai restituito la memoria, mi ricordo che l'uomo, come essere spirituale ha sempre aspirato di coltivare il suo io, la sua anima, in comunità con il prossimo, e non annullarsi nella collettività della massa.

Utopia Sarà vero, ma tutto questo è fonte di soggettività e di debolezza. Ed è per questo che gli abbiamo tolto la memoria. Per dimenticare se stesso in nome della massa, della collettività.

Io A questo punto involontariamente mi viene fuori una lacrima.

Utopia Vedi, vedi, ricordarsi queste cose è sempre fonte di debolezza. Andiamo avanti. Qual è il terzo punto?

Io Il terzo è… la meccanizzazione della vita, o qualcosa di simile.

Utopia Finalmente, ci siamo! Ti dicevo che sono una macchina per organizzare la vita. Guarda nel tuo mondo. Non esiste alcun frammento di vita sociale che non sia incastrato nei meccanismi di questa potente, universale macchina. Una macchina efficace, totalizzante - come dicevi - che ha reso il mondo uniforme, fuso nella quantità e nella massa. Quantificazione e massificazione sono le due grandi conquiste del mio regno.

Io Non posso però, Utopia, dimenticare le due Dee, minori per te, la Qualità e la Comunità, che contrastano, prima la quantificazione, seconda la massificazione della vita umana.

Utopia E le chiami minori? Sono una vera calamità per il mondo: la prima per le sue ambizioni elitarie, singolari, soggettive; la seconda per il suo individualismo e oscurantismo settario.

Io Ma sono proprio queste Dee che hanno protetto ed ispirato i poeti, i filosofi, gli illuminati ed i profeti.

Utopia Ti ho ridato per un istante la memoria e adesso stai facendo una tale confusione. Sappi che non contano che i poeti, i filosofi ed i profeti che hanno annunciato il mio regno e che non hanno mai sacrificato alle tue maledette Dee. Dimentica tutto e ritorna al tuo posto, utopiano!

Io Perdonami, o regi, ma una volta ritrovata la memoria non sta più nel tuo potere di togliermela. Per perderla ancora una volta dovrei ricominciare a sognarti e lasciarmi di nuovo sedurre dal tuo fascino totalizzante. L'incontro con te mi ha liberato.

I CANTO

Se vuoi immaginare un mondo migliore

Un mondo in cui l’uomo per l'uomo

Sia veramente uomo Diffidati dell’Utopia.

Se vuoi sognare il paradiso perduto

La terra, il cielo, l'aria di un pianeta vivibile

Accarezzato dalla mano dell'uomo,

Non guardare negli specchi dell’Utopia.

Se vuoi ritrovare la perduta assomiglianza col volto di Dio,

Se vuoi riscoprire il mistero dell'essere, le sorgenti dell'Io,

Non entrare nel labirinto dell'Utopia.

Rimani dove sei e abbraccia il prossimo tuo.

SECONDO DIALOGO

Io Ammetto. Ho voluto sfidarti, ma non ti infuriare. Non sono un teorico dello scontro e la mia matita non riuscirà ad annientarti.

Utopia Che cosa vuoi ancora?

Io Dimmi Utopia, come sei riuscita a sedurre Platone, il sommo filosofo, il dio delle Idee?

Utopia Non sono stata io a sedurlo. È lui che per la prima volta mi ha dato un volto, e come Pigmaglione se ne è innamorato.

Io E poi l'hai tradito, hai deluso i suoi ideali.

Utopia Mi ha sognato come non ero. Colpa sua.

Io Ma poi, per secoli, ti sei infilata nei letti dei filosofi, li hai sedotti e li hai ingannati vantando la tua perfida storia d'amore con Platone.

Utopia Ma i dolori dei parti li ho pagati io. Loro mi hanno soltanto amata.

I Io Che cosa hai partorito Chimere o mostri. Non hai mai fatto un figlio sano e vero.

Utopia Ho scelto solo padri illustri: Tommaso Moro, Bacone, Campanella, Morelly, Fourrier, Cabet, Saint Simon, Babeuf, Tocqueville, Owen, Weitling, Marx, Hurxley e tanti altri. Ho dato loro figli ammirati dal mondo intero.

Io Uno di questi figli l’ho conosciuto di persona.

Utopia Come si chiama?

Io GULAG.

Utopia Sei volgare. Il suo vero nome è Socialismo scientifico. Ma tu conosci anche la mia creatura prediletta, la Super Nova Atlantide, l'attuale Icara Tecnologica in cui stai proprio vivendo.

1 Io Maledizione! Anche questa è tua creatura?

Utopia La mia e la tua. L'hai tanto voluta e adesso ti penti?

Io Con chi l'hai fatta? A chi assomiglia?

Utopia L'ho fatta un po' con tutti, assomiglia a tutti. Guardandola bene: la fronte sembra il parallelogramma di Owen; il corpo di ferro, le membra meccaniche, l'andamento di macchina universale, proprio come la sognava Bacone; sulle labbra, il sorriso del dubbio cartesiano; nelle sue narici freme l'edonismo del caro Fourrier;; lo sguardo ironico e un po' scialbo le viene da Voltairer o da qualcun altro dei secoli dei lumi. O, che bei ricordi…

I o Prospera e infernale.

Utopia Sei proprio cattivo e ingrato.

TERZO DIALOGO (guardando i disegni)

1 Io Perché Utopia sei sempre un'isola?

Utopia Per prevenire le invasioni e le evasioni. I paradisi non sono sempre chiusi?

Io Ma questa sfinge serpente chi è? Sembra il re delle termiti.

Utopia E’ il grande filosofo, custode e guardiano del mio regno. Il suo popolo ha raggiunto la perfezione: sono tutti uguali, poveri e simili.

Io E quei due abbracciati sulla cima rocciosa, in mezzo all'oceano?

Utopia Sono i miei peggiori nemici: gli innamorati, gli sposi, i poeti, eterni disturbatori dell'ordine. Cancellali dal tuo disegno!

2 Io E colui che parla al mondo mezz'uomo - mezza bestia, chi sarà?

Utopia Sempre lui il filosofo-custode, ispirato dalla dea Demagogia.

Io E che cosa dice?

Utopia "Utopiani di tute le isole non pensate e sarete felici"!

Io Ma come non parla di libertà?

Utopia La libertà è un’invenzione dei poeti, inutile come loro. Chi sogna non mangia. Questa è la regola.

3 Io Nell'Utopia sono tutti re? Ma se tutti lo sono, nessuno è re che di se stesso. Allora chi sono i sudditi?

Utopia Tutti meno il re.

Io Questo è un sofismo.

Utopia No, questa è la Repubblica.

Io Ma il guardiano chi è?

Utopia Colui che è più re degli altri.

4 Io Custodi, guardiani, chi sono in verità? Filosofi o sbirri? Lo sbirro è uno che filosofa per gli altri; il saggio è filosofo di se stesso.

Utopia La libertà è cieca: sta in groppa al guardiano e crede di volare sul Pegaso. È una sciocca.

5 Io Questa non è libertà è un pupazzo inventato dagli sbirri per confondere la mente dei carcerati.

Utopia Non esiste un'altra; esiste soltanto il potere; la grande dea che dirige il destino dei tribuni del popolo. I custodi sono i suoi sacerdoti; le arti marziali la sua liturgia.

…………………………………

Utopia Sorridi cittadino! Sei felice, perché non capisci?

6 Io Confesso tutto quello che vuoi, ma non mi uccidere!

Utopia Sorridi nel mio regno l'ottimismo è obbligatorio. Non dimenticarlo cittadino: in nome del popolo sei stato condannato alla felicità!

7 Io Ma io non ho fatto niente. Voglio piangere, soffrire, amare, disperare. Ne ho il diritto, è garantito dalla costituzione. Non sono che un povero uomo.

Utopia Questo diritto è stato abolito. Tu non sei più un povero uomo. Tu sei la Massa e il tuo diritto supremo è la felicità di Stato.

Io La felicità obbligata è come la morte; è una punizione.

Utopia Non sei all'altezza, mi hai deluso.

8 Io Per essere, come dici, all'altezza che cosa dovrei fare?

Utopia Prima di tutto cambiare i punti di vista. Se guardi sempre dentro di te, nel buio della cosiddetta anima, finirai per diventare miope o cieco. Soltanto la Massa ha lo sguardo lungimirante. Apriti al suo orizzonte, cambia i tuoi occhi e smetti di pregare e meditare.

Io Anche questo è obbligatorio?

Utopia Non vuoi davvero essere felice?

9 Io Dato che sono già condannato, che devo fare ancora?

Utopia Un taglio netto col passato! La memoria è un covo di topi e di serpenti che ti tormentano. Bisogna cacciarli via. Liberati dal mostro che voi deboli chiamate coscienza o dio. Il passato è tenebre. Solo il presente è luce. Il futuro è già qui, nell'Utopia realizzata; non devi più sognare. Il Grande Progetto è compiuto.

10 Io E poi?

Utopia Lasciati orientare. I punti cardinali del mondo cambiano col progresso. Bisogna tener d'occhio la mia bussola.

Io Non so orientarmi.

Utopia Ti aiuteranno le miei guardie. Non devi far niente, solo obbedire. Sarà tutto a posto quando ti diranno: cittadino sei orientato!

Io E credi che ciò basterà per rendermi felice?

Utopia Certamente non del tutto. Avrai ancora molto da imparare.

11 Io Mi basterà l’ergastolo?

Utopia A condizione di essere rinnovato. Dovrai passare per la macchina dell'uomo nuovo: cancellerà le ultime tue memorie malsane, diventerai perfettamente simile agli altri, sarai finalmente pronto di sposare una macchina che ti darà pane e figli.

12 Io E questa lupa gigante che sta allattando file di omini numerati e ordinati? Non ho mai visto una simile bestia.

Utopia E’ la madre di Stato, una grande conquista del mio regno. La vera mamma di questi omini partoriti da un utero anonimo è la lupa del collettivismo. Figli e mogli sono patrimonio di tutti; estirpare i sentimenti meschini dalla mente umana fu il progetto ideale del grande Platone.

13 Io E’ forse in queste campane di vetro che l’Utopia riproduce i suoi figli? Chi sono questi uomini e donne in calore?

Utopia I genitori collettivi, ma i loro figli non li conosceranno. Saranno di diritto padri e madri collettivi di tutti i figli nati sette mesi dopo il loro accoppiamento.

14 Io Questo significa abbattere la famiglia. Perché gli utopisti la vogliono sempre demolire?

Utopia La vita privata è una piaga, fonte di individualismo. Non può esistere che una sola vera famiglia: la Massa.

15 Io La vita intima dell'uomo è creatrice, ogni giorno, di tradizioni che per voi sono il genio cattivo della storia. Per paura di non vederle rinascere dovrete buttare giù tutto quello che nasce dal cuore e dallo spirito umano. Abbattere la tradizione sarà la vostra rovina.

Utopia Ti ho detto di non pensare, non è il tuo compito.

16 Io I pensatori, i poeti non ti piacciono. Per te la vera cultura è la scienza, o meglio lo scientismo che schiaccia l'umanesimo. Il serpente che fugge dall'anfora - antico simbolo della poesia che lasciava l'Ellade all'arrivo dei barbari – è anche simbolo della tua era: morte della poesia trionfo del numero e della quantità.

Utopia Questi spregevoli poeti! Hanno avvelenato il mondo con quella parola, libertà; dovrei scacciarli tutti.

17 Io Guarda questo disegno: il centauro e la libertà. Non ti riconosci? Un pugno in cambio della testa, la ragione piegata dalla forza brutale che uccide la libertà.

Utopia Non sei degno del mio regno; quindi non esisti! Sparisci e nasconditi in quei infami proverbi che hai disegnato contro di me!

18-22 Io Sono proverbi del tuo mondo: i filosofi che evadono nel nulla, la discordia figli del dubbio, che divora il Guardiano e il Filosofo, i gonfi di mente, vuoti di cuore partoriti dalla macchina dell'uomo nuovo, il dito nell'occhio, ciechi si diventa.

Utopia Avrai la sorte dei tuoi proverbi: resterai anonimo.

QUARTO DIALOGO (offesa, l'antica Utopia se ne è andata; ho avvicinato una sua discendente dei nostri tempi che chiamerò per circostanza USophia = non saggezza)

Usophia Non è il mio nome perché mi chiami così?

Io Il tuo nome non dice ormai il contrario di quello che sei.

Usophia Io sono il governo del popolo; chiamami col mio nome.

Io Sei nata per esserlo, figlia dell'Utopia, ma tante finte sorelle ti hanno usurpata e corrotta: la Tecnocrazia, la Proletocrazia, la Plutocrazia, la Partitocrazia ed altre.

Usophia Non sono mie sorelle, mia madre non ne ha mai parlato.

Io Certo, non poteva immaginare che saresti diventata come loro.

Usophia Io ho fatto la tua civiltà. Guardala!

Io Il fascino della nostra civiltà. Posso dire quello che penso?

Usophia La libertà è la mia legge. Parla!

Io Per me sei un tragico miscuglio di infernalismo e di edonismo triviale; una civiltà fatta di ferro, di sesso e di politica esplosiva, in preda al delirio meccanico e alla violenza.

Usophia Il ferro è l'incarnazione moderna dell'Idea. La città tecnologica l'ha voluta il vostro Bacone. Il sesso non è che il simbolo della completa liberazione dell'uomo. La politica "esplosiva" come la chiami è il fermento di ogni progresso. Non mi piace come usi le parole.

24 Io Il tuo progresso vuol scacciare gli antichi miti ma ne fabbrica altri; sei circondata da nuovi idoli. USophia La macchina è il vero idolo il più grande.

25 Io Un idolo feroce. Che cosa ha fatto dell'uomo la macchina domestica, l'automobile? Un grande invalido. La macchina non è più come per Mac Lulian, una prolunga dei piedi, ma una protesi sostitutiva.

USophia L'uomo è entrato finalmente nel ritmo collettivo, è arrivato alla grandezza della Massa. Il genio coagulante di questa società è proprio la macchina.

26 Io Sei fiera del tuo uomo massa: un cubo di cemento gigante, con milioni di piedi, privo di volontà che può essere guidato anche da un infermo, basta che abbia il fischietto del potere in bocca.

USophia In quel fischietto sta l'intera volontà del popolo.

27 Io Fra i tuoi avi c'era anche la Demagogia. Il fischietto o si compra o si strappa lo sai bene. Si compra con oro, molto oro e si strappa con l'astuzia politica e il crimine. Questi sono i tuoi eroi: l'uomo oro e il commissario politico.

USophia La massa è protagonista di un nuovo umanesimo. L'uomo ha sposato la macchina, si sta diffondendo la nuova razza dell'uomo macchina.

28 Io Ma perché nasconde il suo volto meccanico dietro la maschera dell'antico uomo?

Usophia Non lo nasconde. È convinto che il suo volto attuale è migliore di quello antico. Lo fa per confronto.

29 Io La tua stampa è: lo specchio di questo Narciso Tecnologico. Nella "Repubblica" di Platone la menzogna di Stato, la "bugia reale" era indispensabile. Che cosa sono le tue rotative se non le sorgenti della menzogna "reale" per dissetare l'attivista del consenso, il pioniere della massa?

Usophia "Le menzogne di Stato" sono verità necessarie. Se abbiamo bisogno di una verità, la inventiamo. Non eravate voi a gridare "l'immaginazione al potere"? Anche gli antichi miti erano verità necessarie. La religione era una bugia reale, non più necessaria.

Io Tua madre l'Utopia la chiamava l'oppio dei popoli.

Usophia Perché si impadroniva della mente e della coscienza umana. Bisognava eliminarla.

30 Io Per sostituirla con una droga vera. Per esempio il Teleoppio che si impadronisce della mente e della coscienza umana; l'oppio dei popoli teleguidati, telecondizionati.

Usophia La tua civiltà ha bisogno di verità di massa. Le piccole verità artigianali, dei filosofi, degli umanisti, non interessano più nessuno. Le rotative, le antenne radiotelevisive diffondono su vasti spazi i prodotti della più avanzata tecnologia della verità di massa.

Io La macchina, anche la più sofisticata, non può inventare una sola verità. Ci vuole la mente umana. USophia L'industria della verità è diretta e programmata dall'intellettuale nuovo, disponibile, libero da pregiudizi e dogmi culturali.

31 Io Lo conosco: l'intellettuale aperto, che si può incontrare dovunque, sul viale delle ideologie, all'incrocio di tutte le bandiere, sempre accessibile e provocatorio, mettendo in mostra gli attributi del più antico mestiere del mondo. lui che ti ha corrotta.

USophia Solo lui conosce le verità di cui ha bisogno la massa.

Io Ma non tutti gli uomini sono massa. Qualcuno cerca la propria verità, vuol riscoprire la propria natura.

Usophia Cercare la verità quando l'abbiamo già raggiunta! Uscire dalla massa per ritornare alla natura e antistorico. La civiltà ha superato le leggi naturali.

32 Io Sei spietata…Per chi non trova o non sa cercare la propria verità la tua droga sta in agguato: è condannato a morte per aver rifiutato le tue verità di massa. La natura deve essere punita, l'hai sempre odiata, perché?

USophia Ti ho detto è antistorico tornare indietro. La civiltà è una vittoria contro la natura.

33 Io La storia dell'uomo non può non essere parallela alla storia naturale. Se la civiltà distrugge, come fa oggi, la storia si ferma; perché l'uomo non può sopravvivere alla natura distrutta. Quindi la tua civiltà è antistorica! L'invasione del cemento che sta occupando il pianeta non è meno devastante della bomba atomica.

Usophia Per arrivare a questa potenza l'uomo ha superato le sue doti naturali, è arrivato ad un livello irraggiungibile col puro istinto. È la vittoria dell'intelligenza.

34 Io L'Evoluzionista è fiero di aver scoperto le origini dell'uomo, ma sembra non rendersi conto di quello che l'uomo sta diventando in questa civiltà: rischia di rimanere solo uno stadio intermediario tra la scimmia e il robot. All'uomo sapiens sta succedendo l'uomo macchina.

Usophia Il tuo cervello è capace di mutare la natura, di reinventarla.

35 Io Ecco un altro sogno ossessivo di tua madre, l'Utopia: sviluppare un’industria antropologica di Stato e cancellare i vecchi condizionamenti sentimentali della famiglia. L'odierno "Banco del seme" non è altro che il trionfo della genetica al tuo servizio. (Il dialogo è interrotto da una forte scossa tellurica, seguita da un formidabile boato).

USophia E’ la nuova Fenice. La più grandiosa arma di tutti i tempi che renderà impossibile la guerra nell'avvenire.

Io Se ci sarà un avvenire.

USophia La paura bloccherà ogni istinto di guerra.

37 Io Sul trono vuoto dell’antico Dio cacciato dal tuoi filosofi, hai messo il nuovo dio della paura. L'uomo voleva sostituirsi all'Essere Supremo, ed ecco che si è costruito una divinità malefica, di ferro e di uranio.

USophia Una divinità alla portata dell’uomo.

39 Io La macchina della pubblicità collabora perfino con i teorici della "bomba pulita": Denti bianchi con la pasta al neutrone. Non preoccupatevi, elimina soltanto le persone; la civiltà rimane in piedi!

Usophia Dopo duemila anni i colossi della guerra stanno ancora faccia a faccia ma nessuno chiede più al vecchio Dio di benedire le armi; non esistono più i buoni e i cattivi. La guerra si fa per conquistare i mercati.

40 Io Se ti sentisse tua madre! La vecchia Utopia credeva ancora agli eroi.

Usophia Le idee di mia madre sono passate di moda, anche se abbiamo tutto imparato da lei. Il mondo cambia.

Io I custodi della Repubblica erano almeno filosofi e buoni soldati, non mercanti senza scrupoli. USophia Non hai capito niente. La cosa non è così semplice, se no che utopia sarebbe? Il buon mercato preferisce vendere le armi anziché usarle, e per vincere la guerra senza farla ha trovato un rimedio geniale.

Io Quale rimedio?

USophia Il disarmo unilaterale.

41 Io E a chi venderà le armi?

Usophia Al nemico, beninteso, che temendo di perdere la supremazia militare non userà le armi per non sciuparle.

Io E se il nemico cambiasse idea, che cosa farebbero i tuoi mercanti?

USophia Niente convinti che la guerra unilaterale non è possibile.

Io Infatti, non ci sarebbe alcuna guerra, solo l'invasione. Che gli esperti del pacifismo chiamano "semplice migrazione militare a scopo turistico".

Usophia I mercanti non vendono solo armi. Un articolo che va molto di moda è il drappo bianco immacolato: il nuovo manto di Marte. Si indossa a tutte le cerimonie, ma anche per la strada e nelle piazze.

42 Io Se nessuno vuole la guerra a che serve il manto di pace?

USophia Per nascondere le divise. Se vuoi vincere devi parlare di pace.

Io Ma dicevi che non ci sarà la guerra.

USophia La guerra no ma vincitori sì.

43 Io Non so di quali vincitori stai parlando. La tua bomba è una macchina; basterà un solo errore per farla scattare. I tuoi sofismi sono un cumulo di errori, sono semplicemente un invito al grande finale wagneriano: gli ottoni di tutte le armi congiunte nell'estremo boato in cui esplode la tua divina bomba: e saresti tu l'unico vincitore.

IPOTESI ICONOGRAFICA PER UN IPOGEO DEDICATO ALL'UTOPIA

I° Lapidario - omaggio ai precursori

44 A JOHANNES CALVINUS, PADRE DELLA DOTTRINA DELLA DOPPIA PREDESTINAZIONE (BUONI E CATTIVI VOLUTI DA DIO) E DELLA CIECA UBBIDIENZA. CON MASSIMA VIRTU’ ED INCOERENZA DECAPITO’ A GINEVRA L'OPPOSITORE J.GRUET E BRUCIO’ VIVO L'ANTITRINITARIO MIGUEL SERVET. I COLONNELLI, I GENERALISSIMI, I CANCELLIERI I COMPAGNI PRIMI SEGRETARI, I PADRI DEL POPOLO, RICONOSCENTI POSERO.

45 A CARTESIUS, PROFETA DEL DUBBIO, (CHE) ALZO’ LE LEGGI FISICHE ALLA SUPREMA DIGNITA’ DI UN UNICO MOTORE DELLA VITA (L'ANIMA NON MUOVE IL CORPO), PRECURSORE DEL MECCANISMO TRIONFANTE SULLO SPIRITO. L'UOMO MACCHINA, RICONOSCENTE.

46 A LORD FRANCIS BACON, GUARDASIGILLI E CANCELLIERE DEL RE PROFETA DEL PARADISO TECNOLOGICO E DELLA "SCIENZA ATTIVA" (CHE) OFFRI’ LA MELA DEL SAPERE AL SERPENTE DELLA FINALITA’ PRATICA. GLI ILLUMINISTI, I POSITIVISTI, IL MATERIALISMO STORICO, I TECNOCRATI, GLI SCIENTISTI, LE MULTINAZIONALI POSERO.

47 I MONARCHI REPUBBLICANI, AL LORO MAESTRO SIR THOMAS HOBBES, PER AVER LORO INSEGNATO DI ESERCITARE L'ARTE DEL POTERE ASSOLUTO, IN NOME DELLA RAGIONE DI STATO E PER GRAZIA DEL LA LORO SINGOLA VOLONTA’.

48-51 A JOSEPH GUILLOTIN, INVENTORE DELLA GHIGLIOTTINA LA PRIMA MACCHINA PERFEZIONATA PER ATTUARE L’UTOPIA, LIBERANDO L'UOMO DALLO SFRUTTAMENTO E DAL DEMONIO DEL POTERE. ROBESPIERRE, MARAT, ST. JUSTE, DANTON, ETERNAMENTE GRATI.

52 SOVRASTANTE LA GHIGLIOTTINA UN GRAFFITO RAFFIGURANTE IL MONITO DEL GIACOBINO ALLA RAGIONE DIVENTATA ESSERE SUPREMO: SE SARAI UN CATTIVO DIO DISTRUGGERO’ ANCHE TE!

53 A FIEDRICH NIETZSCHE, CHE LIBERO’ L'UOMO DALL'UMILIAZIONE DI PIEGARSI AD UN DIO INESISTENTE, ESALTO’ "LA SPLENDIDA ANIMALITA’", "GLI ISTINTI DI GUERRA E DI CONQUISTA" E DELFICO "LA PASSIONE, LA VENDETTA, L'ODIO, LA VOLUTTA’" DEL SUPERUOMO. I MINISTRI DELLA GUERRA, I COMMISSARI PER L'ATEISMO, I NICHILISTI, GLI ANTROPOLOGI DELL'UOMO NUOVO.

54 A GIUSEPPE MARINETTI, GUERRIERO FUTURIBILE, PROMOTORE DELL'IGIENE TOTALE, PROFETA DELLA BOMBA PULITA E DEI BENEFICI MASSACRI DELLE DUE GUERRE MONDIALI. I PACIFISTI ARMATI.

55 A KARL MARX, PATRIARCA DELLO SCONTRO DI CLASSE E DELL'INSTAURAZIONE DELLA CLASSE PADRONA, CHE PER SUO MERITO DA OPPRESSA DIVENTO’ OPPRESSORE, PER RITORNARE OPPRESSA DALLO STATO-PADRONE CHE DOVRA’ SCOMPARIRE COME TUTTI GLI OPPRESSORI. LA DIALETTICA, RICONOSCENTE.

56-57 A SIGMUN FREUD, FONDATORE DELL'UTOPIA DELLA PSICHE, RIFORMATORE DELLA METAFISICA, (CHE) INVERTI’ LA TRASCENDENZA VERSO IL BASSO, LIBERANDO L'UOMO DALLE COSTRIZIONI ASCETICHE DELLO SPIRITO PER APRIRLO AL LIBIDO DEGLI ISTINTI PRIMARI. GLI STRATEGHI DEL SESSO, GLI EDONISTI I COMMISSARI DELLA NEVROSI TECNOLOGICA.

2° Graffiti monumentali

58 Storia dell'uomo dal medioevo ad oggi: dall'immagine dell'uomo verticale, contemplativo e statico, immerso nell'assoluto, fino all'uomo delle utopie moderne, autonomo, antigravitazionale, non più orientato, dissolto nel dubbio e nella relatività.

59 Il grande incontro delle due utopie del nostro secolo: della razza padrona e della classe padrona. La felicità di Stato, la logica della forza di massa hanno partorito il mostro. Il volto dell'uomo brucia. s,

60 Il grande Pan è morto - La fine dell'ultimo Custode dell'utopia realizzata, il pandemonio seduttore della morte col suo flauto di acciaio: tramonto di un impero. Simbolo attuale della visione premonitrice di Plutarco sulla caduta dell'impero romano.

3° Dodici tavole sulla passione dell'Uomo Cristo

61 Il complotto – Il proletario, banchiere e la morte decidono di prendere l'Uomo Cristo: il vero messia della salvezza è il proletario, la povertà è un peccato mortale, la resurrezione antiscientifica.

62 Il tradimento – Un sacerdote bacia la sua manica per farlo riconoscere dallo sbirro. Non può tradirlo se non chi ha la sua massima fiducia. Non fu Giuda stesso un sacerdote di Cristo?

63 Ecce homo – Davanti al tribunale dell'utopia l'Uomo Cristo flagellato è circondato dalle telecamere. In alto, dalla tribuna, un politico parla di cose sue. Lo spettacolo registra un altissimo indice di ascolto.

64 Barabba libero! – Dalla gabbia col pugno drizzato fuori le sbarre, Barabba minaccia il mondo. In piazza gruppetti con bandiere e striscioni. All'uomo Cristo si sovrappone l'immagine di Cristo uomo. Rispondendo alla domanda di Pilato chi dei due deve essere liberato, "Barabba" gridano gli altoparlanti.

65 Il calvario – Piegato sotto il peso del mondo l'Uomo Cristo segue una macchina blindata. Golgota è dall'altra parte del tunnel. Reparti giovanili addetti ai cortei di Stato agitano le bandierine.

66 La crocifissione in diretta – Sotto i piedi dell'Uomo Cristo inchiodato sulla croce, il giornalista televisivo commenta minuto per minuto l'evento trasmesso nel mondo intero. L'immagine arriva simultaneamente, via satellite, nel punti più remoti della terra: trionfo della telematica al servizio delle masse.

67 Viva la muerte – Il grido di combattimento degli anarchici nella guerra civile sulla bandiera nera. I guerriglieri dell'ordine del commissario politico sparano contro l'Uomo Cristo crocifisso. La passione continua.

68 Il sonno della coscienza – Nell'oscurità della nostra indifferenza l'Uomo Cristo continua ad essere crocifisso ogni giorno.

69 L'oblio di essere, l’ansia di possedere – Patrono dell'utopia l'oblio di se stesso invade la nostra anima. L'unica nostra ragione di vivere: possedere le chiavi della materia.

70 Le chiese – Se la chiesa è il Corpo di Cristo Dio, e se oggi al posto di una sola chiesa ne abbiamo tante, il suo corpo è stato frantumato, mutilato. Progetto ecumenico: ricomporre il corpo di Cristo.

71 Solitudine di Giuda – Nel vuoto lasciato dal Cristo annientato dentro di noi scende la solitudine. "Nessuno è così solo nell'universo quanto l’ateo" (JEAN PAUL, "Rede des toten Cbristus",1776).

72 La scimmia di Cristo – I grandi eventi della storia dell'uomo sono stati preceduti dalla loro caricatura (Soloviov). Abbiamo davanti ai nostri occhi una simile caricatura: i falsi profeti, i falsi messaggeri della verità, i falsi salvatori di anime. Scimmiottano Cristo, ma la loro grottesca presenza conferma il grande evento di domani: il ritorno di Dio nelle nostre anime, di tutti. Quando l'utopia cesserà di ingannare i nostri sogni, le nostre speranze.

II CANTO

Giorno di maggio, seduto sul molo guardavo il fiume ed intanto pensavo nel mondo c'è il male, nel mondo c'è il bene nel mondo c'è un fiume che va e che viene. Il fiume racconta con le sue onde il fiume mi parla del bene e del male ma questa è la leggenda del bene e del male, che scivolò nel fiume di un porto canale il fiume portò a valle detriti e correnti il fiume ha notizie per tutte le genti. La vita del bene durò molto poco ma risalì il fiume sulla montagna lavorò tanto e alla fine dei tempi lasciò dei segni per tutte le genti; irrigò campi, costruì ponti fondò villaggi perfino sui monti costruì chiese per lodare il Creatore e non predicò la guerra, ma la pace e l'amore. La storia del male è molto diversa, e simile al bene, ma un po' viceversa; fiancheggiò il fiume senza bagnarsi andò sui monti senza stancarsi entrò nei villaggi come un padrone seminò ricchezze e desolazioni entrò nelle Chiese facendo rumore entro con pellicce negando il Signore. Ma questa è la leggenda del bene e del male che scivolò nel fiume di un porto canale il fiume portò a valle detriti e correnti il fiume ha notizie per tutte le genti. Il bene esortò gli uomini e il mondo ad unirsi per mano in un girotondo cantare a gran voce "la vita è un dono" sperare in un Dio che salva l’uomo. Il male si accorse che il Dio non è lui e si rifugiò nella propria pazzia a morte Gesù a morte Maria, credete voi tutti nella rozza utopia. Ma l'uomo è come un fiume che scorre nella vita e non sa che senza Dio per lui sarà finita arriverà al mare, un mare in tempesta e finirà cosi la sua triste festa. Un giorno di maggio, seduto sul molo, guardavo il fiume ed intanto pensavo ma cosa succede? il fiume si placa il male diventa vera e propria leggenda nel mondo c'è il bene, nel mondo c'è il bene nel mondo c'è un fiume che va e che viene nel mondo c'è il bene, nel mordo c'è il bene nel mondo c'è un fiume che va e che viene.

G. Boscagli:

Ci siamo resi conto, nel corpo di questo tempo che abbiamo passato insieme all'opera di Camilian Demetrescu, che si è trattato di qualcosa di più di una presentazione della mostra. È stata una proposta di incontro, di discorso, di riflessione, che sicuramente ha lasciato in molti di noi qualcosa di insoluto, il desiderio di continuare o di approfondire. Credo che sia meglio, anche per le condizioni in cui abbiamo lavorato oggi, lasciare la disponibilità di questa continuità al tempo che il Meeting ci riserva nei prossimi giorni, da adesso in poi. Vi ringrazio molto di essere stati qui con noi oggi e ringrazio soprattutto Camilian Demetrescu e la sua proposta.

C. Demetrescu:

Vi ringrazio di aver partecipato a questo battesimo, come dicevo prima, il battesimo di questa figlia, l'anti-utopia, nata dal mio matrimonio col Meeting. Da voi si usa distribuire bomboniere in occasioni come questa. Io non ce le ho. Venite nella mia mostra: una stretta di mano e un sorriso sostituiranno le bomboniere. Quindi grazie e continuiamo a incontrarci nella mostra. Grazie.