“Vedo pianeti che nessuno ha mai visto prima”

21 Agosto 2024
Stefano Facchini, astrofisico, ci racconta i misteri dell’universo.

Come nascono i pianeti? Come nascono le stelle? Per capire com’è nata la Terra dobbiamo guardare i pianeti che stanno nascendo per l’universo e per farlo abbiamo bisogno di grandi telescopi. Per esempio quelli che si trovano oggi in Cile e alle Hawaii. Perché proprio in Cile? Perché sono posti secchi e privi di inquinamento luminoso (pensate che, da contratto, in Cile, nessuno può costruire entro trenta chilometri dall’osservatorio!). E le Hawaii non sono troppo umide? No, perché viene selezionata una posizione molto particolare, a tremila metri sul livello del mare, su un vulcano inattivo.

Il telescopio ELT (Extremely Large Telescope) che sarà pronto nel 2028

Abbiamo intervistato Stefano Facchini, astrofisico e cosmologo, intervenuto oggi all’Enjoy Square del Villaggio Ragazzi, che a 36 anni è già un ‘astro nascente’ del settore.

Hai detto che più si guarda lontano nell’universo, più si vede nel passato: se io andassi sul punto dove guardo, andrei indietro nel tempo?

“No, perché col tempo che ci impiego ad arrivare in quel punto, quella cosa cambia, si trasforma. E quando ci arrivi, diventa come è esattamente adesso.”

E se usassimo il teletrasporto?

“Anche se tu andassi con il teletrasporto alla fine ti ritroveresti già in una realtà modificata e non riusciresti a riconoscere dove sei arrivato. Nella fisica esiste solo l’ora, ovvero il presente. Se il Sole dovesse esplodere noi lo vedremmo dopo otto minuti.”

Come si sono evoluti i telescopi al punto che si possono vedere i pianeti che crescono?

“L’evoluzione principale è che sono diventati sempre più grandi, oggi usiamo specchi di otto metri di diametro circa. Adesso ne stiamo costruendo uno che sarà il più grande mai costruito dall’uomo che sarà finito nel 2028. Si chiamerà ELT (Extremely Large Telescope) e avrà un insieme di specchi che faranno un diametro di ben 39 metri. Bisogna che la superficie sia pulita fino a un decimo di micro decimilionesimo di metro. Quando è umido noi vediamo le cose un po’ sfuocate, noi deformiamo la forma dello specchio per vedere le cose il più nitido possibile. Questo è complicatissimo ed è il motivo per cui scegliamo posti secchi.”

Come fate a scegliere il punto dove guardare? È un caso?

“No, non è un caso. Ci sono tanti anni di lavoro e ricerca per mappare il cielo con telescopi più piccoli e decidere dove puntare, perché con uno specchio di otto metri non puoi vedere tutto il cielo. Nel 2015 abbiamo fatto una scoperta importante  in una zona del cielo dove c’era una stella molto luminosa. Abbiamo preso il telescopio grande sapendo quello che andavamo a vedere, era la prima volta che lo usavamo e abbiamo deciso di andare a colpo sicuro.”

Quando fate le foto con il telescopio perché coprite con un dischetto la stella?

“Perché si rovinerebbe. Per esempio se tu puntassi sul Sole si creerebbe una concentrazione di luce tale da fare un foro nel terreno.”

L’astrofisico Stefano Facchini

Cosa è essenziale per te nel tuo lavoro?

“È essenziale cercare le domande a cui vale davvero la pena di trovare una risposta. Trovo che sia fondamentale avere delle persone con cui lavorare che abbiano il tuo stesso grande orizzonte.”

 

A cura di: Elena, Caterina, Letizia, Maria, Pietro