Una piacevole chiacchierata con Bernhard Scholz
È venuto a trovarci al laboratorio di giornalismo dell’Enjoy Square Bernhard Scholz, presidente attuale del Meeting di Rimini, nella vita si occupa di consulenza per le aziende e questo lo aiuta anche nel suo ruolo di presidente, poiché al Meeting come nelle aziende collaborano centinaia di persone che devono agire in maniera armonica.
Come ti sei sentito quando sei stato eletto presidente?
“Mi sono sentito addosso una grande responsabilità; ma non mi sono mai sentito solo”.
Ti piace organizzare il Meeting e chi o cosa ti aiuta in questo compito?
“Sì, e mi aiutano tantissimi collaboratori di Rimini e tanti volontari che lavorano durante tutto l’anno. È organizzato ascoltando tante idee e suggerimenti. Sono stupito che ogni anno vengano sempre migliaia di persone senza mai stancarsi. Le proposte e i suggerimenti arrivano da tutto il mondo”.
Cos’è la cosa che ti sta più a cuore nel Meeting di quest’anno?
“Che le persone che vengono possano fare un’esperienza di bellezza partecipando a lavori ben fatti e all’amicizia che li genera”.
Secondo te al Meeting ha senso che ci sia un Villaggio per i ragazzi e che sia così grande?
“Per me il Villaggio ragazzi di quest’anno è stato una grande sorpresa sia per come è organizzato, sia per quello che c’è dietro, cioè il lavoro di moltissimi mamme e papà”.
Come ti sei sentito durante il pre-Meeting vedendo tutti al lavoro?
“È una sensazione incredibile vedere che alla fine si riesce a svolgere il Meeting perché fino all’ultimo non si può mai dire, il lavoro è sempre un po’ teso perché ci sono molti dettagli da definire giorno per giorno, sono particolarmente sorpreso dal lavoro degli architetti e falegnami perché le strutture sono tutte diverse tra loro”.
Avendo in mente il lavoro che c’è dietro il Meeting, lo vedi con occhi diversi?
“Sì, perché vedo tanta cura nel dettaglio; per esempio la scelta del colore o del titolo di una mostra è una collaborazione molto laboriosa tra tanti allestitori e volontari”.
Su che cosa ci si basa nella scelta del titolo annuale e chi lo sceglie?
“Ultimamente lo sceglie il presidente, ma dopo un lungo vaglio tra tantissime ipotesi; per esempio, il titolo di quest’anno sull’amicizia è nato dal constatare che nel mondo c’è tanta violenza, discordia e solitudine e il bisogno più grande delle persone è trovare degli amici veri”.
Se qualcuno ti dicesse che il Meeting non si potesse più fare come reagiresti?
“Il 2020 è stato un esempio di questa ipotesi, sembrava che non si dovesse fare il Meeting, ma in realtà si doveva fare proprio perché c’era la pandemia: il Meeting è un luogo di speranza per tutti, accade ogni anno in un modo sorprendente che da tutte le parti del mondo arrivino continue idee e aiuti; infatti è qualcosa che “accade” tutti gli anni, quindi decidere di non farlo sarebbe impossibile. Chi ha la responsabilità è tenuto a rispondere in modo positivo a ciò che il Meeting richiede perché possa realizzarsi nuovamente”.
Ringraziamo molto Bernard per la familiarità con cui ha risposto alle nostre domande ed è stato con noi: non solo è venuto lui al nostro stand, ma dopo aver dovuto interrompere l’intervista per l’arrivo del Ministro del Lavoro, è voluto tornare e ha visitato con noi il Villaggio ragazzi.
A cura di Alice de Sio, Anna Tonello, Caterina Chrappan Soldavini, Maria Volpi.