Abbiamo incontrato Emanuele Fant (uno dei fondatori di UFO) e i ragazzi di UFO per farci scoprire chi sono e come hanno creato lo spettacolo di Moby Dick andato in scena il 22 agosto al teatro Galli di Rimini. Emanuele e i Bunraku hanno e conquistato i ragazzi.
UFO è una realtà nata a Saronno qualche anno fa dove i ragazzi delle superiori possono passare insieme il tempo libero, coltivare passioni, approfondire i propri interessi e creare qualcosa di grande insieme.
Iniziato come luogo di ritrovo è diventato nel tempo un’occasione per imparare, costruire e comunicare, mettendo in gioco la propria creatività, non solo per acquisire delle competenze, ma per realizzare qualcosa insieme. Abbiamo scoperto che costruire qualcosa di grande insieme è un modo ancora più bello, coinvolgente ed interessante di passare il nostro tempo. A partire dalla nostra passione per il teatro abbiamo quindi deciso di proporre questo tipo di attività.
UFO significa Urgente Forzare l’Orizzonte. La nostra idea è fare come gli UFO, che viaggiano oltre l’orizzonte per scoprire cosa c’è dopo la fine del cielo, perché è importante guardare oltre ciò che vediamo e scoprire insieme qualcosa di grande, misterioso e affascinante.
Perché avete scelto di mettere in scena Moby Dick?
Pensando al titolo del Meeting ci è sembrata una storia che aveva dentro tanti spunti importanti, sia positivi che negativi: l’amicizia, la solitudine, l’ossessione, la collaborazione, la discordia. Anche durante la creazione dello spettacolo sono emersi tanti di questi temi perché per realizzare e coordinare i movimenti di marionette a dimensione naturale c’è bisogno di una ciurma.
Perché avete deciso di utilizzare delle marionette?
Perché utilizzare le marionette permette a tutti, anche ai più timidi o introversi, di essere protagonisti sul palco. Quindi abbiamo costruito noi questi Bunraku, marionette che hanno origine nel teatro giapponese, realizzati con materiali semplici e mossi manualmente attraverso leve, fili e tiranti o attraverso meccanismi automatici.
La realizzazione di tutti i personaggi della storia ha richiesto grande lavoro. In particolare, il Bunraku del Capitano Achab è stato realizzato con una tecnica diversa dalla altre, impiegando plastiche, componenti stampati in 3D, elementi robotici che simulano il movimento delle palpebre e il respiro, per rendere al meglio l’idea di un uomo logorato da quarant’anni in mare.
Come vi siete strutturati per sviluppare lo spettacolo?
Ci siamo suddivisi in gruppi che hanno lavorato sui vari aspetti dello spettacolo, dalle parti tecniche a quelle testuali, con l’aiuto di maestri ed esperti delle varie discipline.
Gli argonauti hanno lavorato sul testo, approfondito il tema e focalizzato i punti chiave della storia.
L’Accademia del Profondo si è occupata sia del movimento espressivo dei Bunraku che della neutralità in scena dei ragazzi che li muovono.
Automata si è occupato della costruzione dei Bunraku, degli aspetti meccanici, tecnici e robotici.
Sonora ha invece composto le musiche per lo spettacolo e le ha eseguite dal vivo durante la messa in scena.
Fisheye ha filmato e fotografato le diverse fasi del lavoro svolto dai diversi gruppi.
Che cos’è per voi un’amicizia inesauribile?
Trasformare un’avventura insensata come fare uno spettacolo troppo grande o inseguire una balena bianca, in un’avventura che è possibile insieme.
A cura di Paolo Formenti, Tommaso Magistretti, Alice de Sio, Camilla Brera.