Incontro con Efraim Zaccara e Sara Reame, registi dello spettacolo “Sono davvero (s)fortunato!”
Si può sbagliare, si può cadere, ma l’importante è rialzarsi. Come? Con l’aiuto di chi ci vuole bene. E questo ce lo insegna Pinocchio, attraverso la sua storia e lo spettacolo “Sono davvero (s)fortunato” che è andato in scena martedì 21 agosto al Villaggio Ragazzi del Meeting, con replica stasera alle 18,30. Nove attori appassionati di spettacolo ci narrano la storia di Pinocchio, le avversità che incontra, e le tante persone buone o cattive con le quali fa conoscenza. Ne abbiamo parlato con Efraim Zaccara e Sara Reame, registi dello spettacolo.
Ad alcuni di noi è sembrata una storia diversa da quella che conoscevamo di Pinocchio, è così?
Efraim: “No, la storia è sempre la stessa, ma abbiamo scelto episodi meno conosciuti dei soliti, come il gatto e la volpe o mangiafuoco… E abbiamo preferito episodi come quello delle api industriose, il villaggio dove se non si lavora non si mangia. Però la fatina è sempre vicino a Pinocchio e gli porta da bere anche se lui non aveva lavorato. Oppure l’episodio del bigliettaio, dove si vede il tradimento di pinocchio nei confronti di Geppetto: quando , invece di andare a scuola vende l’abbecedario per andare a vedere lo spettacolo dei burattini.”
Quand’è che pinocchio si stufa di essere un burattino?
Sara: “Quando vede la fata che è cresciuta, mentre lui è sempre piccolo. Gli si accende il desiderio di crescere e di cambiare. Sarà proprio la fatina a dirgli come fare per diventare grande: dovrà diventare un bambino buono e non dire più le bugie.”
E quand’è che diventa buono davvero?
Sara: “Quando ritrova Geppetto nella pancia del pescecane e capisce che suo padre gli vuole bene e lo ha perdonato.”
Quante volte avete letto il libro per prepararvi? È un libro molto lungo?
Sara: “Un sacco di volte! E pensa che il libro, alla prima stesura, era molto più breve: finiva con l’impiccagione del povero Pinocchio…”
E poi cos’è successo?
Sara: “I giovani lettori appassionati si sono ribellati a questo finale e l’editore è andato fino in Sudamerica per convincere collodi a continuare la storia. Quindi i capitoli da sedici sono diventati trentasei e così pinocchio ha avuto una possibilità di riscatto!”
Perché avete messo in scena proprio uno spettacolo su Pinocchio?
Efraim: “Perché Pinocchio è alla ricerca dell’essenziale, proprio come noi e come il titolo del meeting di quest’anno: ‘se non siamo alla ricerca dell’essenziale ,allora cosa cerchiamo?’. Fin dall’inizio lui è alla ricerca di essere felice. In questa ricerca dell’essenziale, però, non è da solo. Quando abbiamo scritto le battute finali, abbiamo aggiunto questa alla fatina: ‘finalmente Pinocchio l’hai capito, nel cammino per la felicità, ci sarà sempre qualcuno che ti aiuterà a rialzarti e a ripartire: ‘Pinocchio tu non sei solo, mai!’ Pensare che non sono solo, è la cosa più importante per me, e l’ho scoperto rileggendo queste frasi.”
A cura di: Caterina, Giuditta e Maddalena