Il racconto di Giorgio Clericetti rivisitato per il teatro da Efraim Zaccara.
“Non c’é amore più grande di chi dà la vita per coloro che ama”, questa è la frase con cui si conclude lo spettacolo e che ha lo scopo di riassumere “L’uccellino e lo spaventapasseri”, racconto indirizzato a un pubblico di giovani spettatori ma anche a tutti coloro che sono giovani di cuore. Questa esibizione teatrale narra la storia di una grande amicizia tra uno spaventapasseri e un usignolo disposto a perdere la vista pur di mantenere questo rapporto fondamentale con lui.
Qual è il significato dell’uccellino in questa storia?
L’uccellino rappresenta un po’ tutti noi, non è perfetto, ha molti pregi e limiti, come ogni uomo; l’uccellino rappresenta la bellezza poiché possiede una voce armoniosa in grado di rasserenare il contadino. Anche il suo amico spaventapasseri possiede pregi e difetti che sono quelli che appartengono a tutti.
Perché hai scelto proprio questo racconto?
Il tutto è partito da una proposta di un’amica che, leggendo a suo figlio questa storia, e rimanendo entrambi colpiti, ha deciso di leggerla anche a lui e di renderla uno spettacolo teatrale perché, secondo il regista, rappresenta il vero senso dell’amicizia.
Da quanto e perché fai il regista teatrale?
Non faccio il regista di professione ma ho una grande passione per il teatro, fin dai tempi dall’università grazie a degli amici con cui ho fatto parte di una compagnia di teatro. Il teatro mi ha permesso di conoscere delle persone che mi hanno aiutato a prendere sul serio me stesso, i miei desideri e le mie passioni.
Che cos’è per te una passione per l’uomo?
Una passione per l’uomo è innanzitutto una passione per me stesso, significa “volersi bene” desiderare il massimo e dare il massimo per il desiderio di essere felice. Desiderio che mi accomuna a tutti gli altri uomini e mi permette di camminare insieme a loro condividendo il mio percorso.
La Redazione News&Social del Villaggio Ragazzi