La giornalista Maria Acqua Simi ci racconta la sua storia e segna così la sua presenza al Villaggio Ragazzi
Abbiamo incontrato Maria Acqua Simi, giornalista di Tracce, che ci ha raccontato la sua storia e i motivi che l’hanno spinta a scegliere questa professione. Ha un grande talento per la scrittura fin dalle scuole elementari, è sempre stata molto curiosa e una brava lettrice, anche la prof di italiano del liceo classico le ha consigliato di approfondire questo suo talento. Nel 2001 l’attentato alle Torri Gemelle ha segnato una svolta nella sua vita, in particolare l’articolo e il libro scritti dalla giornalista Oriana Fallaci su questa tragedia. Maria Acqua è rimasta colpita dalla sua capacità di raccontare i fatti, entrandovi nel cuore, in modo molto profondo. La stimava a tal punto da cercare di scrivere allo stesso modo.
È di qualche anno dopo la morte del padre di Maria Acqua, a cui segue quella di Don Luigi Giussani. Antonio Socci, un giornalista che considera don Giussani come un padre, scrive un articolo molto bello che la commuove. Socci era riuscito ad esprimere meglio di lei quello che aveva provato per la morte del padre. Anche lei voleva esprimere sé stessa e le sue emozioni come quel giornalista!
Durante l’università diventa stagista al giornale “Libero”, un’esperienza molto formativa. In particolare, può intervistare lo scrittore Eugenio Corti, che per lei è stato un grande maestro di vita. Le ha raccontato che nel libro “Il Cavallo Rosso”, aveva omesso un particolare molto cruento, avvenuto nella campagna di Russia. Lei gli aveva chiesto il motivo, e lui le aveva risposto che lo aveva omesso per non dare un ulteriore dolore alle madri delle vittime.
Dopo l’università inizia a lavorare per “Il Giornale Del Popolo”, in Svizzera, e incomincia a fare dei reportage di guerra in Iraq, Siria, Afghanistan e in Terra Santa. È proprio in quelle occasioni che scopre che tra le vicende della guerra è meglio far emergere le storie delle persone che vivono in quel contesto, cioè un bene dentro un grande dolore. Durante un’intervista, la cosa che la colpisce di più è la richiesta di una mamma di Erbil (Iraq) a cui avevano rapito la figlia. Maria Acqua si aspetta che le chieda dei soldi e invece le chiede: “Se non si offende, chieda ai suoi amici di pregare per me”.
Questo fatto le riempie il cuore di commozione, come tanti incontri che fa ogni giorno, sia nella sua vita, che nella sua professione di giornalista.
Per concludere le abbiamo domandato cosa fosse per lei l’essenziale.
“Per me l’essenziale è non perdere la verità di sé stessi; se sono qui è perché Qualcuno mi ha voluta e per questo voglio ringraziarlo”.
A cura di: Maddalena, Agnese, Maria Vittoria, Teresa