L’arte senza pennello

25 Agosto 2024

‘Tre alberi’, l’ultima opera dipinta da William Congdon, dipinta dai giovanissimi del Villaggio Ragazzi

Con Anna e Pietro, i nostri giornalisti per un giorno, abbiamo conosciuto il pittore contemporaneo William Congdon. La prof.ssa di arte Adriana Rocchi, ci ha parlato della sua vita e del suo stile.

 

Qual è secondo te l’essenziale nella pittura e nello stile di Congdon?

Non dipinge esattamente quello che vede, ma ciò che suscita in lui l’esperienza che fa davanti alla realtà. Per esempio: nell’opera ‘La finestra’, non dipinge quello che vede fuori, ma la nebbia che avvolge tutto.
In ‘Guatemala’ invece, realizza un grande avvoltoio e la sua preda, non dettagliando i particolari ma il movimento delle ali degli animali.

Quali sono le caratteristiche del suo stile?

Per stendere i colori Congdon non usa il pennello, ma la spatola e colori ad olio su una base nera solida, la masonite. Inoltre, prima stende i colori e poi realizza il disegno o le incisioni. Nell’opera ‘Sahara’ ad esempio usa la polvere di caffè e l’impronta del suo piede.  Altri materiali che usa sono la cenere , la polvere d’oro e d’argento, fondamentali per dare vita al quadro e dare il significato a quello che sta dipingendo.  Inoltre, usa sempre il fondo nero da cui l’opera prende vita.

Perché hai proposto di fare un laboratorio sull’arte di Congdon ?

Perché i bambini anche molto piccoli imparano prima guardando un’opera dal vero, in seguito cercano di copiarla usando le stesse tecniche e materiali dell’artista, aggiungendo poi quel “tocco” personale che la rende speciale.  Noi nel laboratorio abbiamo realizzato la copia di ‘Venerdì santo’ con dei colori molto più accesi.

Congdon, americano di nascita, ha viaggiato tantissimo. Poi ha deciso di fermarsi in Italia, perché?

Per tornare in quei luoghi che lui aveva conosciuto da bambino durante i viaggi con la madre. In Italia, si è sempre sentito a casa e dopo aver vissuto ad Assisi e a Venezia si è stabilito negli ultimi vent’anni presso il convento benedettino della Cascinazza, nella bassa milanese, dopo la sua conversione al cattolicesimo. E da quel momento in poi dipinge quello che vede dalla sua finestra.

Adriana ci ha svelato che Congdon è stato invitato come relatore durante il primo Meeting del 1980 e ha lasciato diversi suoi quadri all’amico che l’ha ospitato anche durate le edizioni successive del Meeting.

Adriana cosa ti colpisce nell’opera di Congdon?

Il fatto che lui rimane fedele alla realtà. Guarda dalla finestra e vede tutti i giorni lo stesso paesaggio, ma l’esperienza che fa del reale rende diverse le sue opere.

 

A cura di: Anna e Pietro

 

Particolare dell’opera ‘La finestra’