I media raccontati da Marco Bardazzi, grande giornalista e uomo di comunicazione, intervistato dalla redazione News@Social dell’Enjoy Square, nuova area del Villaggio Ragazzi.
Inviato dell’Ansa negli USA per anni, caporedattore centrale de La Stampa, responsabile della comunicazione di ENI, Marco Bardazzi è senza dubbio tra più grandi esperti di comunicazione in Italia. La redazione News@Social dell’Enjoy Square ha avuto la grande opportunità di passare un’ora con lui e intervistarlo, scoprendo alcuni segreti della professione del giornalista.
“Oggi stiamo vivendo la quarta rivoluzione della comunicazione della storia”, ha esordito Bardazzi, davanti ai giovani reporter, “la prima risale a 15.000 anni fa, quando gli uomini primitivi, cominciarono a rappresentare le loro azioni attraverso dipinti rupestri. Una seconda rivoluzione si verificò 5.000 anni fa quando gli antichi Sumeri inventarono la scrittura. La terza al 1450, quando il tedesco Gutenberg inventò la stampa dando vita ai giornali e ai libri. La quarta e ultima rivoluzione è quella attuale, la rivoluzione digitale, con la nascita di internet le notizie vengono fruite online e i giornali diventano digitali. Il ritmo di questa rivoluzione è velocissimo.”
Cos’è cambiato dopo la rivoluzione digitale?
“In seguito alla rivoluzione digitale i contenuti vengono liberati: in passato per esempio la musica si trovava nei vinili e nei CD, oggi invece la si può trovare ovunque, soprattutto nelle applicazioni come Spotify, Apple Music, Amazon music… Anche nel caso dei video, in passato venivano fruiti tramite le videocassette e i DvD, oggi invece possiamo trovarli sulle piattaforme online (Netflix, Disney +, Amazon prime…).”
Quali informazioni è giusto inserire in un articolo?
“Oggi il giornalismo dipende molto dagli strumenti che si hanno a disposizione e negli articoli si mette ciò che fa notizia, che più interessa al pubblico.”
Il titolo di un articolo può essere una domanda?
“Solitamente no, dal momento che la domanda viene posta dal giornalista. Ciò che invece è più interessante è la risposta alle domande del lettore. Il titolo deve innanzitutto attirare la sua attenzione.”
Cosa succede quando l’intervistato smentisce ciò che viene pubblicato in un articolo?
“Il giornalista deve essere sicuro al 100% di cosa scrive, bisogna infatti fare verifiche e ascoltare tante fonti. In caso di smentita, il giornale deve decidere se tenere e rafforzare il proprio articolo oppure no: a quel punto ha un ruolo fondamentale il direttore. Un grande problema per questo mestiere è la fake news, poiché in rete circola velocissima e per smentirla serve del tempo. Le fake news sono sempre esistite, il primo esempio è quello del cavallo di Troia, la differenza è che oggi c’è una quantità di informazioni molto maggiore rispetto al passato, per questo circolano più facilmente. Per evitarle è bene capire di chi ci si può fidare: le testate a pagamento sono più affidabili.”
Cosa le piace di più nel suo mestiere?
“Questa passione ha sempre fatto parte della mia vita. Il primo giornalino l’ho scritto all’età di 7 anni perché mi piaceva essere il primo a raccontare le cose ai miei compagni di classe. Ricordo in particolare un episodio del 1981: mi trovavo nel negozio dei miei genitori quando al telegiornale annunciarono il tentato omicidio del Papa e subito corsi dai miei amici boy scout a dare la drammatica notizia.”
Perché durante la sua carriera ha lavorato anche in America?
“Al tempo lavoravo per l’ANSA e mi chiesero di andare in America per tenere aggiornati gli italiani riguardo quello che succedeva negli Stati Uniti. L’11 settembre 2001, quando avvenne la caduta delle Torri gemelle, io andai sul posto per intervistare i presenti e seguire gli eventi.”
Che cos’è per lei una passione per l’uomo?
“Per me una passione per l’uomo, dato il mestiere che faccio, è raccontare le storie, raccontare l’avventura dell’umanità e poter condividere con gli altri ciò che sta accadendo. Al giorno d’oggi, grazie ai mezzi di comunicazione, è bello poter accompagnare l’uomo nel suo cammino condividendo le sue storie.”
Giuseppe Angiolini, Alice De Sio, Carlotta Brera, Andrea Focarelli.