«Un evento con una fisicità, una presenza, un cuore pulsante»

Gennaio 2022
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Intervista a Emmanuele Forlani, direttore del Meeting

 

Meeting 2020 e Meeting 2021, se quello dell’anno scorso è stato chiamato “Special Edition”, anche quello di quest’anno non è stato da meno dal punto di vista dell’eccezionalità…

La sfida nel 2021 è stata ancora più radicale: tornare ad un evento di grandi dimensioni nel rispetto delle restrizioni provocate dalla pandemia. Volontari, relatori, ospiti, visitatori ed espositori hanno documentato che è possibile costruire nel rispetto delle norme. Abbiamo registrato circa il 60% delle presenze del 2019, davvero un dato al di sopra di ogni più rosea aspettativa, dal momento che il 7 di agosto è entrato in vigore un decreto che introduceva numerose restrizioni aggiuntive.

È un tratto tipico del Meeting, fin dalle sue origini, lasciarsi dettare i temi dalla realtà, non tanto dalle urgenze della cronaca, ma dai trend di medio e lungo periodo che ne emergono. In che senso è stato così anche quest’anno? Potremmo dire che nel 2021 è stata la struttura stessa del Meeting a lasciarsi “interrogare dalla realtà”?

Ogni edizione ha un titolo e quello del 2021 ha mostrato tutta la sua profondità: il coraggio di dire «io». Dal principio lo abbiamo inteso come il tentativo di documentare attraverso esperienze e testimonianze come ciascuno sia chiamato a dare il proprio contributo ed in questo emerge il valore del “noi”. I temi sono stati dettati dai testimoni che abbiamo “incontrato” durante l’anno.

Transizione ecologica, sostenibilità, Pnrr, sfida delle culture, innovazione, democrazia, questioni internazionali, naturalmente Covid… Sono i temi di tutti, i temi inevitabili di ogni grande evento del nostro Paese. Guardando a bocce ferme ciò che è stato il Meeting 2021, qual è stata l’originalità di approccio a queste tematiche?

Come accennato, l’originalità è nell’esperienza. Il valore dell’esempio non è coreografico, ma rappresenta la chiave per affrontare i temi generali, siano essi sociali, politici, economici, religiosi.

Il 2021 è stato anche l’anno in cui l’app “Meeting Rimini” è passata dal ruolo di strumento, certamente utile, di informazione sul Meeting a tool necessario per la sua fruizione. Quanto è stata importante l’app? Dobbiamo pensarla come una soluzione smart per gestire situazioni eccezionali o avrà una continuità a prescindere?

Avrà una continuità, con numerose migliorie alle quali stiamo lavorando. La pandemia ha portato un’accelerazione e una divulgazione della tecnologia mirata all’user experience, all’immediatezza e intuitività dell’uso: questo traguardo rappresenta un punto di non ritorno.

Nonostante il Meeting sia un evento per molti versi unico, certamente chi lo dirige può trarre utili spunti dal panorama nazionale e internazionale dei congressi e degli eventi. Come si è collocato il Meeting in questo quadro? Cosa possiamo imparare da ciò che è successo in questo settore negli ultimi due anni?

Anzitutto che un evento, per essere chiamato tale, deve accadere da qualche parte. Deve avere una fisicità, una presenza, un cuore pulsante. Solo così è possibile raggiungere i più remoti confini, anche con il digitale.

Dal “coraggio di dire io” alla “passione per l’uomo”, la continuità dei temi appare evidente. Ma qual è il passo in più che il titolo del 2022 richiederà (oltre naturalmente, come sempre accade, ai passi che scopriremo strada facendo)?

Il “passo” che intendiamo affrontare è scoprire, ancora una volta partendo dall’esperienza e da testimonianze, da dove nasce l’io, qual è l’origine di un soggetto.

Chiedere linee di programma nel novembre dell’anno precedente è velleitario. Ma il Meeting è già orientato su qualche filone in particolare?

Sicuramente affronteremo i temi di attualità, a partire dal titolo che abbiamo scelto. Parleremo di PNRR, di sostenibilità, di lavoro, di salute, di scienza. Il programma è già ricco di spunti e di filoni che sveleremo a tempo debito.

Un’ultima curiosità: dai riscontri oggettivi, ma anche dalle impressioni personali, come hai percepito il “mood” del pubblico del Meeting 2021? Con quali aspettative è arrivato al Meeting? E cosa si aspetta dalla prossima edizione?

I dati che stiamo ancora analizzando ci consegnano il profilo di un visitatore del Meeting molto curioso, attento, disponibile al dialogo. Ciò che persiste e che continua ad alimentare la nostra gratitudine è la stima, la fiducia, l’autorevolezza che viene riconosciuta alle proposte che vengono presentate al pubblico.