Ā«Facciamo nostre le parole del Santo Padre, perchĆ© sia accolto da chi ha responsabilitĆ politiche e nella speranza che lāamicizia tra i popoli sia perseguibile anche in conflitti cosƬ drammaticiĀ». Sono le parole del presidente della fondazione Meeting per lāamicizia fra i popoli, Bernhard Scholz, alle notizie che arrivano dallāest dāEuropa, con lāingresso delle truppe russe nello Stato ucraino.
MESSAGGIO URBI ET ORBI DEL SANTO PADRE FRANCESCO | PASQUA 2022
Cari fratelli e sorelle, buona Pasqua!
GesĆ¹, il Crocifisso, ĆØ risorto! Viene in mezzo a coloro che lo piangono, rinchiusi in casa, pieni di paura e di angoscia. Viene a loro e dice: Ā«Pace a voi!Ā» (Gv 20,19). Mostra le piaghe nelle mani e nei piedi, la ferita nel costato: non ĆØ un fantasma, ĆØ proprio Lui, lo stesso GesĆ¹ che ĆØ morto sulla croce ed ĆØ stato nel sepolcro. Davanti agli sguardi increduli dei discepoli Egli ripete: Ā«Pace a voi!Ā» (v. 21).
Anche i nostri sguardi sono increduli, in questa Pasqua di guerra. Troppo sangue abbiamo visto, troppa violenza. Anche i nostri cuori si sono riempiti di paura e di angoscia, mentre tanti nostri fratelli e sorelle si sono dovuti chiudere dentro per difendersi dalle bombe. Facciamo fatica a credere che GesĆ¹ sia veramente risorto, che abbia veramente vinto la morte. Che sia forse unāillusione? Un frutto della nostra immaginazione?
No, non ĆØ unāillusione! Oggi piĆ¹ che mai risuona lāannuncio pasquale tanto caro allāOriente cristiano: Ā«Cristo ĆØ risorto! Ć veramente risorto!Ā» Oggi piĆ¹ che mai abbiamo bisogno di Lui, al termine di una Quaresima che sembra non voler finire. Abbiamo alle spalle due anni di pandemia, che hanno lasciato segni pesanti. Era il momento di uscire insieme dal tunnel, mano nella mano, mettendo insieme le forze e le risorse... E invece stiamo dimostrando che in noi non cāĆØ ancora lo spirito di GesĆ¹, cāĆØ ancora lo spirito di Caino, che guarda Abele non come un fratello, ma come un rivale, e pensa a come eliminarlo. Abbiamo bisogno del Crocifisso Risorto per credere nella vittoria dellāamore, per sperare nella riconciliazione. Oggi piĆ¹ che mai abbiamo bisogno di Lui, che venga in mezzo a noi e ci dica ancora: Ā«Pace a voi!Ā».
Solo Lui puĆ² farlo. Solo Lui ha il diritto oggi di annunciarci la pace. Solo GesĆ¹, perchĆ© porta le piaghe, le nostre piaghe. Quelle sue piaghe sono nostre due volte: nostre perchĆ© procurate a Lui da noi, dai nostri peccati, dalla nostra durezza di cuore, dallāodio fratricida; e nostre perchĆ© Lui le porta per noi, non le ha cancellate dal suo Corpo glorioso, ha voluto tenerle in sĆ© per sempre. Sono un sigillo incancellabile del suo amore per noi, unāintercessione perenne perchĆ© il Padre celeste le veda e abbia misericordia di noi e del mondo intero. Le piaghe nel Corpo di GesĆ¹ risorto sono il segno della lotta che Lui ha combattuto e vinto per noi, con le armi dellāamore, perchĆ© noi possiamo avere pace, essere in pace, vivere in pace.
Guardando quelle piaghe gloriose, i nostri occhi increduli si aprono, i nostri cuori induriti si schiudono e lasciano entrare lāannuncio pasquale: Ā«Pace a voi!Ā».
Fratelli e sorelle, lasciamo entrare la pace di Cristo nelle nostre vite, nelle nostre case, nei nostri Paesi!
Sia pace per la martoriata Ucraina, cosƬ duramente provata dalla violenza e dalla distruzione della guerra crudele e insensata in cui ĆØ stata trascinata. Su questa terribile notte di sofferenza e di morte sorga presto una nuova alba di speranza! Si scelga la pace. Si smetta di mostrare i muscoli mentre la gente soffre. Per favore, per favore: non abituiamoci alla guerra, impegniamoci tutti a chiedere a gran voce la pace, dai balconi e per le strade! Pace! Chi ha la responsabilitĆ delle Nazioni ascolti il grido di pace della gente. Ascolti quella inquietante domanda posta dagli scienziati quasi settantāanni fa: Ā«Metteremo fine al genere umano, o lāumanitĆ saprĆ rinunciare alla guerra?Ā» (Manifesto Russell-Einstein, 9 luglio 1955).
Porto nel cuore tutte le numerose vittime ucraine, i milioni di rifugiati e di sfollati interni, le famiglie divise, gli anziani rimasti soli, le vite spezzate e le cittĆ rase al suolo. Ho negli occhi lo sguardo dei bambini rimasti orfani e che fuggono dalla guerra. Guardandoli non possiamo non avvertire il loro grido di dolore, insieme a quello dei tanti altri bambini che soffrono in tutto il mondo: quelli che muoiono di fame o per assenze di cure, quelli che sono vittime di abusi e violenze e quelli a cui ĆØ stato negato il diritto di nascere.
Nel dolore della guerra non mancano anche segni incoraggianti, come le porte aperte di tante famiglie e comunitĆ che in tutta Europa accolgono migranti e rifugiati. Questi numerosi atti di caritĆ diventino una benedizione per le nostre societĆ , talvolta degradate da tanto egoismo e individualismo, e contribuiscano a renderle accoglienti per tutti.
Il conflitto in Europa ci renda piĆ¹ solleciti anche davanti ad altre situazioni di tensione, sofferenza e dolore, che interessano troppe regioni del mondo e non possiamo nĆ© vogliamo dimenticare.
Sia pace per il Medio Oriente, lacerato da anni di divisioni e conflitti. In questo giorno glorioso domandiamo pace per Gerusalemme e pace per coloro che la amano (cfr Sal 121 [122]), cristiani, ebrei, musulmani. Possano israeliani, palestinesi e tutti gli abitanti della CittĆ Santa, insieme con i pellegrini, sperimentare la bellezza della pace, vivere in fraternitĆ e accedere con libertĆ ai Luoghi Santi nel rispetto reciproco dei diritti di ciascuno.
Sia pace e riconciliazione per i popoli del Libano, della Siria e dellāIraq, e in particolare per tutte le comunitĆ cristiane che vivono in Medio Oriente.
Sia pace anche per la Libia, perchĆ© trovi stabilitĆ dopo anni di tensioni, e per lo Yemen, che soffre per un conflitto da tutti dimenticato con continue vittime: la tregua siglata nei giorni scorsi possa restituire speranza alla popolazione.
Al Signore risorto chiediamo il dono della riconciliazione per il Myanmar, dove perdura un drammatico scenario di odio e di violenza, e per lāAfghanistan, dove non si allentano le pericolose tensioni sociali e dove una drammatica crisi umanitaria sta martoriando la popolazione. Sia pace per tutto il continente africano, affinchĆ© cessino lo sfruttamento di cui ĆØ vittima e lāemorragia portata dagli attacchi terroristici ā in particolare nella zona del Sahel ā e incontri sostegno concreto nella fraternitĆ dei popoli. Ritrovi lāEtiopia, afflitta da una grave crisi umanitaria, la via del dialogo e della riconciliazione, e cessino le violenze nella Repubblica Democratica del Congo. Non manchi la preghiera e la solidarietĆ per le popolazioni del Sudafrica orientale, colpite da devastanti alluvioni.
Cristo risorto accompagni e assista le popolazioni dellāAmerica Latina, che in alcuni casi hanno visto peggiorare, in questi tempi difficili di pandemia, le loro condizioni sociali, esacerbate anche da casi di criminalitĆ , violenza, corruzione e narcotraffico.
Al Signore Risorto domandiamo di accompagnare il cammino di riconciliazione che la Chiesa Cattolica canadese sta percorrendo con i popoli autoctoni. Lo Spirito di Cristo Risorto sani le ferite del passato e disponga i cuori alla ricerca della veritĆ e della fraternitĆ .
Cari fratelli e sorelle, ogni guerra porta con sĆ© strascichi che coinvolgono tutta lāumanitĆ : dai lutti al dramma dei profughi, alla crisi economica e alimentare di cui si vedono giĆ le avvisaglie. Davanti ai segni perduranti della guerra, come alle tante e dolorose sconfitte della vita, Cristo, vincitore del peccato, della paura e della morte, esorta a non arrendersi al male e alla violenza. Fratelli e sorelle, lasciamoci vincere dalla pace di Cristo! La pace ĆØ possibile, la pace ĆØ doverosa, la pace ĆØ primaria responsabilitĆ di tutti!