Tre domande a Ettore Bassi

Luglio 2024
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Abbiamo posto alcune domande ad Ettore Bassi, che il 20 e 21 agosto sarà il protagonista di “Chi sei tu? – La sfida di Gerusalemme” al Teatro Amintore Galli di Rimini.

Com’è stato il suo “incontro” con Eric Emmanuel Schmitt come autore?

La cosa interessante quando si incontrano grandi autori è scoprire che in realtà sono semplici da affrontare. È una caratteristica dei grandi saper dire le cose in modo diretto, concreto, emozionante. Approcciarsi ai loro testi è semplice! Basta ascoltare quello che dicono, non c’è nulla da inventare.

Che tipo di immedesimazione e interpretazione richiede all’interprete un testo come “Chi sei tu? – La sfida di Gerusalemme”?

Confesso che per me non è stata una ricerca affannosa. Di certo non potevo fare un’imitazione di Schmitt e del suo modo di portare il testo in scena.
Allo stesso tempo mi premeva rendere esattamente le suggestioni e le emozioni che riporta nel suo testo, cercando di interpretare al meglio il significato di ciò che lui intende comunicare.

È una narrazione nel corso della quale l’autore cambia nel profondo. Questo cosa comporta per l’attore che lo interpreta?

Come tutti i testi che raccontano un arco emozionale ampio e drammatico, anche qui il protagonista giunge al termine dell’opera in modo profondamente diverso, rispetto allo stato iniziale. È la magia della vita il cambiamento. Per un attore è bello e interessante entrare in questa dinamica, riportando le gradazioni delle emozioni che si susseguono nei vari passaggi. È anche l’aspetto più divertente ed emozionante, dico proprio per me stesso.