Takashi Nagai e Midori: l’amicizia di Dio ricostruisce il mondo
Padre Lepori: “Nella storia di questi cristiani giapponesi la forza profetica della santità”
Di Lucio Bergamaschi
Di Takashi Paolo Nagai e sua moglie Midori si è parlato molto in questi ultimi anni al Meeting a partire dalla bella mostra “Annuncio da Nagasaki” a cura di Paola Marenco, Gabriele Di Comite, Massimo Morelli, Alberto e Giorgio Bordin, proposta nell’edizione del 2019. Eppure l’incontro di oggi con Padre Mauro-Giuseppe Lepori, Abate Generale dell’Ordine Cisterciense, ha offerto alle migliaia di partecipanti nuovi spunti di riflessione e forti motivazioni per approfondire questa straordinaria storia di amicizia con Dio e con gli uomini.
Takashi è medico radiologo a Nagasaki prima e dopo la tragedia della bomba atomica che devastò proprio quella parte della città in cui 400 anni prima si erano insediati i primi cristiani giapponesi, protagonisti poi di quella chiesa del silenzio così ben tratteggiata dal film di Martin Scorsese “Silence”. Grazie all’incontro con Midori, che diventerà sua moglie, si avvicina alla fede cristiana prima disprezzata in ossequio alla cultura shintoista. Ma è l’olocausto atomico che segna per sempre la vita di Takashi. In quel silenzio spettrale e in quella distesa di polvere bianca e radioattiva, Takashi rintraccia i segni del sacrificio di Cristo. “Come Cristo ha immolato se stesso per salvare il mondo, così il sacrificio di Nagasaki e in essa della sua piccola comunità cristiana è stato offerto a Dio per far cessare la guerra” Cosa che in effetti avvenne solo sei giorni dopo lo sgancio della bomba quando l’imperatore Hirohito con uno storico radiomessaggio annunciò la fine delle ostilità.
Takashi mette a disposizione le sue competenze mediche per aiutare i sopravvissuti, si spende fino alla consumazione di sé. Rimasto solo e senza casa, vive gli ultimi anni in una capanna di legno, immobilizzato e debilitato dalla leucemia contratta a seguito dell’esposizione alle radiazioni. “Ma – sottolinea Padre Lepori – l’attivismo non è la risposta. La vera risposta è offrire al mondo l’Amore che ci ha preso e che non muore mai, l’Amore di Cristo. Solo a partire da questo di può ricostruire un popolo, una città, un Paese.” E Takashi fino alla morte avvenuta nel 1951 diventa un punto di riferimento per tutto il Giappone. Lui cristiano e appartenente a una minoranza insignificante e per secoli perseguitata e disprezzata, diventa il profeta della ricostruzione di un Paese distrutto.
Ma le parole più commosse e toccanti il monaco Lepori le riserva a Midori, la moglie di Takashi morta nel bombardamento atomico. “Il ruolo di Midori nella vita di Takashi è paragonabile a quello dello Spirito Santo nella Trinità. Questa giovane donna si fa strumento dell’Amore di Dio, è per il marito l’amicizia di Dio che si fa carne, che si rende quotidiano”. Citando un santo cisterciense del XII secolo, Sant’Aerledo di Rilvaux autore di un trattato su “L’amicizia spirituale”, Lepori si spinge a dire: “Dio è Egli stesso amicizia.”
La storia di questi straordinari cristiani giapponesi va dunque inserita nel contesto storico dell’olocausto atomico segnato dalla distruzione e dalla volontà di ricostruzione, dal male assoluto e da semi di bene che testardamente sopravvivono e tornano a germogliare. Un contesto sempre attuale, perché se da un lato il male, la distruzione, la guerra non smettono di disseminare la terra dei loro frutti avvelenati, al tempo stesso lo Spirito continua a generare frutti di bene.
L’autobiografia di Takashi Paolo Nagai dal titolo “Ciò che non muore mai: Il cammino di un uomo” (San Paolo Edizioni, 2023) con la prefazione di Padre Mauro-Giuseppe Lepori è disponibile alla libreria del Meeting.