di Paolo Palamara
Nella mia vita di adulto, l’impatto con il Cristianesimo è avvenuto in un momento drammatico, quando, avendo tutto, potendo tutto, non avevo niente. Vivevo una solitudine immensa in una vita priva di significato e piena di riempitivi, inclusa la dovuta filantropia con cui si tenta di “rimettere a posto le carte scombinate”.
Poi di colpo, assolutamente senza merito, le cose sono cambiate: ho incontrato il Cristianesimo nell’esperienza di Comunione e liberazione, che è diventata la mia casa, un luogo autorevole dove ho finalmente potuto dire “io” .
È li che per sola Grazia ho iniziato a percepire che la fede non è una questione spiritualistica, ma un nuovo modo di concepire e guardare le cose, un nuovo modo di intendere il lavoro, l’uso dei soldi, la vita sentimentale, il rapporto con il tempo libero, insomma mi è stato donato un luogo dove ho visto e toccato con mano un gusto della vita, anche nei momenti di difficoltà e dolore, che prima di allora non avevo neanche idea che esistesse.
Per questo, per me è innanzitutto una questione di gratitudine a questo fatto, a questa storia che mi ha incontrato. Qui con voi io ho ricevuto tutto. Non ho bisogno di altro.
Voi mi avete ridato la passione per la vita e io ora vivo per questa passione.
In una situazione culturale e socio economica come quella che viviamo, abituati e intrappolati come siamo ai rumori che rimbalzano sui muri delle “echochambers” dei “like” e “don’t like”, il Meeting si pone come un luogo di pace e dialogo vero dove si vuole comunicare la passione e l’amore per l’uomo, l’uomo in tutta la sua interezza, in tutta la sua capacità conoscitiva, amorosa e creativa.
Tutti desiderano una cosa così perché ogni uomo e ogni donna desiderano che ciò a cui il cuore anela non venga ridotto a una inutile logorante irraggiungibile utopia.
Per me, sostenere le migliaia di persone che con il Meeting vogliono fare vedere che un nuovo inizio non solo è possibile, ma c’è già e ti aspetta, è un umile onore pieno di gratitudine.