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         “Un popolo che non genera artisti è un popolo morto. Gli artisti che il Meeting espone in questa prima edizione di "Artisti per il Meeting" sono non solo amici del povero scrivente, ma sono persone per varie vie animate dalla medesima esperienza di popolo che genera il Meeting. L'arte per chi la compie è di certo un fatto personale, ma tale fatto personale se non è radicato in qualcosa di più grande della propria individualità non avrà mai la possibilità d'esser quel che il grande Ungaretti dice per la poesia, e vale per ogni opera ben fatta, "un grido unanime", cioè un piccolo o grande tesoro che dà voce all'anima che accomuna tutte le persone. Di questo tesoro gli artisti convocati dal Meeting han fatto dono, così che il popolo del Meeting, composto da gente di ogni tipo ma segnato dalla medesima attrazione per una Presenza misteriosa, trasformi tale dono in altro dono. Marketing astuto? Sarebbe miserevole cosa. No, è considerazione che l'arte vive non come gesto solitario, come rito per iniziati o come pura illustrazione sociale (così come spesso oggi è ridotta in manifestazioni pur preclare).

         L'arte vive nel e per il circolare misterioso della vita, ê segno unico nella natura della natura umana (insieme al perdono) cioè segno di libertà. I carciofi e i delfini e gli algoritmi non fanno arte, non dispongono liberamente dei loro linguaggi. Non hanno il nostro rapporto con il reale. Per questo l'arte è il campo di vera conoscenza dell'umano e del mondo. Il Meeting è sempre stato attento ai gesti degli artisti, con mostre, conferenze, spettacoli. Ora è come se, con un gesto ulteriore, riconoscesse che l'arte partecipa direttamente alla costruzione del Meeting, facendo leva sulla gratuità con cui un vero artista si mette all'opera qualunque sia l'esito dell'opera medesima, gratuità impastata di pianto e fatica, e che richiama la gratuità con cui tantissimi volontari si mettono all'opera, al vertice o nell'infimo dell'organizzazione.

                         Sono artisti diversi, visionari in modo variato, ma tutti protesi a dare forma non tanto a moti interiori dell'animo, ma a mettere a fuoco ciò che vedono, e che altri non vedono. L'invisibile a molti diviene il visibile nel segno dell'arte. Tutte le cose importanti infatti, noi umani conosciamo non direttamente ma per segni - l'amore, il dolore, l'amicizia le cogliamo se ne cogliamo i segni. Sono tali opere il frutto delle realtà visibili e invisibili che questi artisti hanno incontrato e che hanno avuto forza di smuovere animo, mente, cuore.

         L'arte è un gesto di conoscenza che si condivide, più che un gesto d'espressione che si esibisce. L'arte autentica è fatta da uomini tesi a conoscere il mistero del mondo. Lo era Dante, lo era Michelangelo, come Luzi o Bacon. Il Meeting ê un gesto di conoscenza insieme. L'arte appartiene al medesimo genere di movimento. Perciò non è da stupirsi se nei padiglioni del Meeting di quest'anno, e spero dei prossimi, troverete come in una vera "biennale" ma popolare d'arte oltre alle mostre anche le opere di questi artisti. Non solo l'acquisto consigliato, ma anche solo l'occhiata e la sosta costruiscono il Meeting. E segnano un punto d'amore al dono dell'arte.”

Davide Rondoni

ARTISTI PER IL MEETING

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