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Andrea Dellabianca, presidente della Compagnia delle Opere, ci ha raccontato il momento attuale della Cdo e il suo rapporto con il Meeting di Rimini
Cdo e Meeting, a che punto siamo?
L’ultima iniziativa significativa realizzata insieme al Meeting è stata il Manifesto del Lavoro, il risultato di due anni di incontri tra Cdo e Meeting sul tema del lavoro. Questa collaborazione è nata dall’esigenza di comprendere meglio i rapporti in azienda, fra e con i collaboratori, con le persone con cui condividiamo il nostro lavoro, rispondendo a un’urgenza: riprendere il senso profondo del lavoro stesso. Oggi non è più scontato sacrificare tutta la propria vita al lavoro: occorre perciò che questo assuma una direzione di senso. Un simile percorso ci ha portato a generare un documento che abbiamo presentato pubblicamente, non per definire una volta per tutte il tema, ma per allargare ancora di più l’incontro, coinvolgendo anche altri soggetti.
Qual è il modello di collaborazione tra Cdo e Meeting di Rimini?
È un modello che ritengo molto interessante. Cdo affronta durante l’anno tematiche che emergono dalla vita associativa, dalle imprese, dalle opere sociali e dalle scuole, mentre il Meeting rappresenta il culmine di questa riflessione culturale ma a volte anche l’occasione per ingaggiare nuove tematiche. L’esempio del lavoro dimostra bene come tra Cdo e Meeting possa esserci una sinergia profonda: i temi sviluppati durante l’anno trovano una loro espressione e amplificazione al Meeting.
Quali sono stati i punti salienti dell’area Cdo al Meeting di Rimini?
L’area Cdo al Meeting 2024 è stata sicuramente una novità. Abbiamo riunito tutto il mondo legato alla Cdo in un’unica area, creando forme coerenti di espressione. Questo ha permesso di valorizzare le singole ricchezze delle imprese e delle opere sociali, collocandole in un luogo comune dove si esaltano e si arricchiscono reciprocamente. Abbiamo inoltre voluto riprendere le radici della Cdo con un video e una mostra dedicati all’origine del nostro lavoro, partendo testimonianze come quelle di Sebastiano Benenati di Alcamo, Giorgio Vittadini e Giancarlo Cesana. Non si è trattato di un’operazione nostalgia, ma di una riflessione per capire se il motivo che ci ha fatti nascere ci sfida ancora oggi nel lavoro quotidiano, affrontando il presente con lo stesso spirito originario.
Avete realizzato altre iniziative significative?
Durante il Meeting abbiamo organizzato un incontro con Davide Prosperi, presidente della Fraternità di CL, al quale abbiamo raccontato il lavoro della Cdo svolto sia centralmente, sia nelle sedi locali e che ci ha aiutato a focalizzare ancor meglio il perché della nostra presenza. Questo ci ha permesso di riflettere su un altro tema cruciale: le sedi locali. Ci siamo chiesti se ciò che ci ha fatti nascere 40 anni fa abbia ancora valore oggi nelle moltissime situazioni locali in cui siamo presenti. La settimana del Meeting è stata fondamentale per comprendere il tentativo di lavoro che stiamo portando avanti e per verificare se è coerente con i nostri principi fondativi.
Prossimi appuntamenti?
Vorremmo continuare su questa strada il prossimo anno, approfondendo il contributo che stiamo sviluppando sul tema del lavoro. Il nostro obiettivo è capire come questo possa trovare una forma espressiva al Meeting, magari con una mostra o altre iniziative. Il Meeting rappresenta un’occasione unica per verificare i punti da cui partiamo e per manifestare l’ideale che guida il tentativo che ognuno di noi compie nella propria opera.