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Tamba Jimmy
Jimmy oggi lavora per l’organizzazione come coordinatore del progetto Sostegno a distanza (Sad), una professione a cui è approdato dopo un lungo percorso di recupero a Freetown in Sierra Leone. Ad aiutarlo, padre Berton, missionario dell’ordine dei Saveriani tra i primi a preoccuparsi di reintegrare in società i bambini ex combattenti della guerra civile durata dal 1990 al 2001.
Undici anni questi, in cui i ribelli del Revolutionary united front (Ruf), disposti a tutto per prendere il controllo dei giacimenti d’oro e diamanti, rapirono non meno di 40mila minori da usare come miliziani. Un evento che a 21 anni di distanza mostra ancora tutte le sue ferite in una generazione spezzata e nel serio ritardo del sistema economico, educativo e sanitario in cui versa il Paese, tra più poveri dell’Africa occidentale. All’epoca, Jimmy aveva 11 anni: “Ero in vacanza a casa di alcuni zii quando degli uomini rapirono me e altri ragazzi” racconta. “Dato che parlavo la lingua di quell’etnia fui messo nel reparto comunicazione, trasmettevo i messaggi delle unità combattenti e intercettavo quelli dell”esercito”. Una posizione che gli ha risparmiato gli scontri a fuoco ma non il trauma.
“Dopo due anni e mezzo fui liberato, ma stavo molto male. Poi padre Berton iniziò a prendersi cura di me. Avevo 15 anni. Mi propose di vederci ogni giorno per fare lunghe chiacchierate su temi leggeri, solo per riabituarmi a comunicare. Dopo qualche tempo mi diede un altro esercizio: sforzarmi di ascoltare gli altri, perché, mi disse, guarire comportava anche accorgersi di chi c’è intorno a te. Solo dopo molto tempo mi domandò la mia storia, e fui finalmente in grado di raccontarla, perfino in pubblico”.
Un percorso che col tempo lo ha portato a studiare in Italia per diventare assistente psico-sociale, e a iniziare la collaborazione con Avsi, che ha incoraggiato la sua formazione. Oggi va nelle scuole della Sierra Leone per individuare assieme agli insegnanti i bambini vulnerabili da inserire nel programma di Sostegno a distanza: gli orfani, i minori di famiglie sfasciate, quelli con disabilità o malattie di cui nessuno si prende cura.