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Rubbia Carlo
Carlo Rubbia, nato a Gorizia nel 1934, è un fisico italiano di fama mondiale, insignito del Premio Nobel per la fisica nel 1984. La sua passione per la scienza lo spinse a studiare fisica all’Università di Pisa, dove si laureò nel 1957. Iniziò la sua carriera alla Columbia University di New York per poi dedicarsi alla ricerca al CERN di Ginevra, il più grande laboratorio mondiale per la fisica delle alte energie.
Al CERN, Rubbia si distinse per i suoi studi pionieristici sulle interazioni deboli. Per verificare la teoria elettrodebole, elaborò un esperimento rivoluzionario, modificando l’acceleratore Super Proton Synchrotron (SPS) in un collisionatore di protoni e antiprotoni. A capo di un team di cento fisici, noto come gruppo UA1, Rubbia riuscì a scoprire nel 1983 i bosoni vettoriali W+, W− e Z, particelle elementari responsabili dell’interazione debole. Questa scoperta epocale confermò la teoria dell’unificazione della forza elettromagnetica e dell’interazione debole nella forza elettrodebole, aprendo nuovi orizzonti alla fisica moderna.
Il suo contributo fondamentale alla scienza gli valse il Nobel nel 1984, condiviso con il fisico olandese Simon van der Meer. Oltre al suo lavoro al CERN, Rubbia ha ricoperto prestigiosi incarichi accademici, tra cui la cattedra di fisica ad Harvard e la direzione del Centro di Ricerca, Sviluppo e Studi Superiori in Sardegna (CRS4). Ha anche guidato l’ENEA, l’ente italiano per le nuove tecnologie, l’energia e l’ambiente, dedicandosi allo studio di nuove fonti energetiche, in particolare il solare termodinamico.
La sua dedizione alla ricerca e il suo impegno per la promozione della scienza lo hanno portato a ricevere numerose onorificenze, tra cui 28 lauree honoris causa da prestigiose università in tutto il mondo. Nel 2013, il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano lo ha nominato senatore a vita, riconoscendo il suo ruolo di intellettuale e scienziato di altissimo livello.
Oltre alle sue scoperte scientifiche, Rubbia si è distinto per il suo impegno nella divulgazione scientifica e per la sua attenzione alle questioni energetiche globali. La sua preoccupazione per il futuro della ricerca di base in Italia è stata espressa in diverse occasioni, sottolineando l’importanza di investire nelle fondamenta della conoscenza per garantire il progresso scientifico e tecnologico del paese.