Chi siamo
Cattarina Silvio
Nasce a Storo in Trentino il 3 gennaio 1954, dove trascorre i primi anni e dove frequentemente fa ritorno portando con sé la famiglia, i ragazzi delle Comunità e numerosi amici.
Frequenta le scuole superiori a Pesaro, ospite del convitto Villa Marina. In questo periodo incontra Comunione e Liberazione e Don Luigi Giussani. Si laurea in Sociologia in Urbino nel 1979. Nel 1980 si sposa con Miriam con la quale “dopo tanti bacini” avrà quattro figli. Conosce Don Gaudiano ed inizia il lavoro di operatore presso la Comunità Terapeutica di Gradara dove si ferma per sette anni. Successivamente favorisce la nascita e dirige la Comunità Terapeutica di S.Carlo di Cesena.
Il 1 ottobre 1990 sempre con don Gaudiano dà vita alla Comunità Terapeutica Educativa per minori devianti e tossicodipendenti. Nascono poi “L’Imprevisto”, il Centro Diurno, la Comunità Terapeutica femminile “Tingolo per tutti”, le Case di Reinserimento, la Cooperativa sociale “Più in Là”.
Nel frattempo dopo aver conseguito anche il titolo di psicologo, organizza e partecipa come relatore, in Italia e all’estero, a diversi momenti di studio, seminari e congressi. I Centri e le Comunità lanciati da Silvio Cattarina costituiscono un’esperienza che ha qualcosa di unico e rappresentano un punto di riferimento ed un modello osservato e studiato per il suo rilevante interesse e per i suoi interessanti risultati.
Silvio per sintetizzare la sua esperienza afferma: “sono sempre stato con i tossici, sono cresciuto ed invecchiato con loro, non sono mai andato da nessun altra parte, è più quello che ho ricevuto di quello che ho dato, mi hanno insegnato tutto loro, guai a chi me li porta via… sono essi L’Imprevisto della mia vita, l’Imprevisto un’eccedenza della realtà , una sovrabbondanza di grazia che ci viene incontro avvolgendoci di meraviglia. Anche il male e il dolore – in un certo senso – sono una sovrabbondanza, uno straripante bisogno d’amore. Nel dolore e nella sofferenza vive un mistero da guardare, di fronte al quale inginocchiarsi e chinare il capo».