Per chi esistono le stelle? La mostra per i 30 anni di Progetto Arca

Agosto 2024
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Per chi esistono le stelle? Il cammino di Progetto Arca al fianco dei poveri è la mostra visitabile nei giorni del Meeting 2024 che vede protagonista Fondazione Progetto Arca, onlus impegnata a dare un aiuto concreto in tutta Italia a chi si trova in stato di grave povertà ed emarginazione sociale: in 30 anni sono 435mila le persone raggiunte tra senza dimora, famiglie in emergenza economica e abitativa, persone con problemi di dipendenza, migranti in fuga da guerre e povertà. A loro la Fondazione offre ogni giorno sostegno alimentare, accoglienza abitativa, assistenza in strada, puntando a essere una stampella verso la riconquista dell’autonomia sociale, abitativa e lavorativa.

La mostra Per chi esistono le stelle? racconta questo impegno attraverso un percorso esperienziale, fatto di installazioni, storie e opere d’arte, che il visitatore attraversa facendo così esperienza delle tante forme in cui si concretizza l’aiuto di Progetto Arca a contatto con la fragilità.

Il percorso invita all’inizio a camminare su un pavimento di cocci rotti e poi a proseguire attraversando varie stanze con installazioni emotivamente coinvolgenti che ricordano le situazioni quotidiane che gli operatori e i volontari vivono in strada, a fianco delle persone senza dimora, e poi nelle case, insieme alle famiglie indigenti a cui sono dedicati i servizi di sostegno alimentare e housing sociale. La mostra si snoda quindi attraverso diverse forme di risposta ai bisogni delle persone fragili, dall’esperienza del primo aiuto, sempre - come recita la mission di Progetto Arca - in strada fino alla casa, bene primario e diritto esistenziale su cui si basa la possibilità di una nuova vita. Giunti qui, i visitatori possono ascoltare anche il racconto di tre ospiti su come è cambiata la loro vita.

L’ultima tappa di questo cammino espositivo spiega il titolo Per chi esistono le stelle?, preso in prestito da Majakovski, come racconta il presidente di Progetto Arca, Alberto Sinigallia: “Abbiamo scelto questo celebre verso per far brillare lo sguardo degli operatori, dei volontari e delle persone che aiutiamo: per tutti loro esistono le stelle, che rappresentano l’aspirazione alla bellezza verso cui tende ogni persona e sono il simbolo del lieto fine di ogni percorso di aiuto e cura”.

Gli ultimi passi vanno incontro alla visione del video performance - realizzato dal regista Marco Martinelli - e alla tenda realizzata con scarti di lavorazione tessile - grazie a Fody - e ancora una sorpresa finale: l’opera dello scultore Alberto Gianfreda, nella quale i cocci rotti dell’inizio del percorso appaiono ora ricomposti in una forma di armonia e bellezza, pur mantenendo i segni delle ferite e delle fratture vissute. “Ognuno di noi si può rompere, ma siamo in grado di ricostruirci se attorno a noi c’è una comunità che ci aiuta a rimettere insieme i pezzi” conclude Sinigallia.

Curata dal giornalista e critico d’arte Giuseppe Frangi, la mostra è resa possibile grazie al sostegno di Osama. Visitabile presso la Piazza Hines C1.

La scheda della mostra sul sito.