A cura di:
Pavel Men’, Fondazione Aleksandr Men’ (Mosca), Giovanna Parravicini, Fondazione Russia Cristiana (Seriate)
In collaborazione con Angelo Bonaguro, Adriano Dell’Asta, Marta Dell’Asta
Nell’Unione Sovietica retta da leggi inflessibili atte a rendere l’uomo migliore paralizzandone la coscienza, il senso di responsabilità e la libertà, un sacerdote ortodosso, padre Aleksandr Men’, ha seguito un’altra Legge che lo ha liberato da ogni condizionamento esteriore: seguire Cristo in tutto e cogliere la Sua presenza in ogni cosa. Egli accettava con serenità tutti gli ostacoli consapevole che questi servivano solo a rendere più vera la sua sequela a Cristo, che predicava instancabilmente senza fermarsi a criticare i tempi. Negli anni ‘80 era convocato quasi quotidianamente dal KGB, accoglieva ogni giorno un flusso incessante di persone che si rivolgevano a lui e scriveva clandestinamente. Questo suo modo d’essere lo rendeva estremamente temibile agli occhi del regime, nonostante egli non si esprimesse mai in merito a questioni politiche. Era un uomo innamorato della vita, che amava stare in compagnia. In tutto il suo sguardo trapassava ogni cosa, per fissarsi su Cristo.
Anno di presentazione
Questa mostra è stata realizzata in occasione della manifestazione “Meeting per l’Amicizia fra i popoli”, anno 2006