A cura di:
Compagnia delle Opere Sport.
Alberto Fornari, Sergio Mastrota, Marco Platania, Teudis Plaza.
Fotografie di Massimiliano Verdino.
L’enorme forza dello sport moderno sta nell’essersi saputo accreditare nella mentalità comune come fenomeno positivo. Ma lì sta anche la sua debolezza, perché i sempre più gravi problemi che lo travagliano non riescono ad essere seriamente affrontati. Il mondo sportivo si contorce nel tentativo di espellere dal suo corpo, sano per definizione, i virus di doping, calciopoli, bilanci truccati, atleti drogati di vittorie e di soldi, e via degenerando. Ma il senso di incapacità ed impotenza è evidente. Dietro mura che ostentano immagini di passione, gloria, salute, amicizia, lo sport coltiva una concezione autarchica di sé, che pretende di porsi fuori dalla storia e i suoi drammi, libera da vincoli di appartenenza che non siano i suoi propri.
Ma non è così. Non si può pensare lo sport “a prescindere”, pena cadere nelle mani del potere egemone. Come in effetti accade. Come ogni fenomeno umano lo sport riflette un punto di vista, una concezione della realtà che in esso si esplicita nel modo di affrontare gli elementi che lo compongono: corpo, gioco, lotta.
La mostra propone una precisa, ben definita concezione di questi ed illustra le conseguenze che sull’umano si vengono a determinare se lo sport viene usato come strumento educativo in funzione della crescita totale della persona.
Anno di presentazione
Questa mostra è stata realizzata in occasione della manifestazione “Meeting per l’Amicizia fra i popoli”, anno 2007.
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