A cura di:
Dino D’Agata, Annie Devlin, Abby Holtz, Nick Kraus, Stephen Lewis, John Martino, Pietro Rossotti, Amy Sapenoff, James Sternberg, Chiara Tanzi
In collaborazione con:
Maria Fiorenza Matteoni
Flannery O’Connor (1925 –1964): una vocazione letteraria, una malattia, la vita di una cattolica nel Sud protestante degli Stati Uniti d’America. Scrittrice di racconti la cui visione è costantemente modellata dai sensi, un’artista che abbraccia i propri limiti come la possibilità, per un misterioso incontro, con il “senza” limite, con l’Eterno. I protagonisti dei suoi racconti sono perlopiù delle incarnazioni degli aspetti più scioccanti e distorti della natura umana, così che l’intrusione della Grazia appaia come puro dono e non necessariamente ovvia. Grazia che tuttavia è presente nei più marginali, e spesso più assurdi, momenti dell’esistenza umana. Attraverso la commedia del suo stile, i particolari della vita dei suoi personaggi diventano così una apertura verso l’Eterno. La più grande eredità che Flannery O’Connor ha lasciato è quella di invitare a guardare l’Assoluto, il Mistero profondo che chiama attraverso quella realtà che tutti possono vedere e toccare con mano.
Anno di presentazione
Questa mostra è stata realizzata in occasione della manifestazione “Meeting per l’Amicizia fra i popoli”, anno 2010
La mostra al Meeting