A cura
Silvio Pasero, Alberto Mazzucchelli, Andrea Benzoni, Marco Pippione, Alberto Scotti, Silvana Ninivaggi, Tanino Musso, Giusi Corbella
Attraverso video, interviste, testi e foto questa mostra racconta lo stupore per la straordinaria vicenda di alcune trappiste del monastero di Azer, in Siria, e l’amicizia, nata in modo del tutto imprevedibile, con persone ed esperienze di progettisti, donatori, ong, Avsi e Banco Building di Milano. Quasi vent’anni fa alcune monache dell’abbazia di Valserena aderirono alla proposta dell’abate generale dell’Ordine di dare vita a un convento di clausura in Siria, una terra percorsa da Pietro e Paolo, dove nei primi secoli dell’età cristiana era nata l’esperienza monastica, una regione che all’alba del Terzo Millennio era esempio di pacifica convivenza fra genti di religioni diverse. Con fede, pazienza e fatica, le monache si sono insediate ad Azer, provincia di Homs, sede di ben conosciute vicende drammatiche, non lontano dal confine con il nord del Libano, in una zona abitata da sciiti e sunniti, con l’eccezione di due piccoli villaggi cristiani. Nel marzo 2010, lo scoppio della guerra ha provocato devastazioni enormi, infiniti morti e l’esodo di milioni di persone; dal marzo 2020 il covid; poi nel settembre 2022 un’epidemia di colera; infine, nel febbraio 2023, il terremoto. In questo lungo e drammatico periodo le monache non sono mai venute meno al loro impegno di presenza orante e gratuita, continuando ad essere testimoni credibili e segno di speranza per tutti. Anche per noi.
Anno di presentazione
Questa mostra è stata realizzata in occasione della manifestazione “Meeting per l’Amicizia fra i popoli”, anno 2023
Azer, l’impronta di Dio
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