Deve essere stata la ruvidezza di Zampanò che nel 1954 ispirò a Federico Fellini l’idea di portare in linguaggio cinematografico il Barabba di Pär Lagerkvist. Il premio Oscar riminese stava girando La strada con Anthony Queen e lo aveva anche già individuato come protagonista del suo Barabba. Queen lo interpretò nel 1961, ma non fu Fellini a dirigerlo, perché impegnato nei Vitelloni. Quel testo incrocia nuovamente Rimini. “Midnight Barabba” è per la precisione il titolo delle piece che andrà in scena il 18 e il 19 agosto 2019 nel redivivo teatro Galli, riaperto dopo Settant’anni in ottobre, dopo un lungo lavoro di restauro che ha permesso di scoprire, recuperare e aprire al pubblico, nei sotterranei anche i resti di una basilica paleocristiana.
Abbiamo chiesto al regista, Otello Cenci, di raccontarci come è nata l’idea di portare questo spettacolo al Meeting. ‘Il testo è molto bello, interessante e provocante! Un bandito, un assassino, viene ingiustamente salvato a scapito di un innocente. L’uomo esce di prigione e vaga quasi stordito dall’accaduto. Non è più in grado di tornare alla sua vecchia vita, ma non capisce cosa dovrebbe fare o chi dovrebbe diventare. E’ coinvolto in una storia più grande di lui e tutti i suoi tentativi per venirne a capo sono inutili. Cosa fare?’
Stiamo ovviamente parlando di Barabba, i fatti raccontati però non sono quelli del Vangelo, ma quelli immaginati dall’autore svedese, che attraverso lo zelota salvato da Gesù, tratta la sua personale incapacità a credere, e la sua impossibilità a mantenersi estraneo a quel misterioso fatto accaduto 2000 anni prima. Lo stesso Lagerkvist rimane sorpreso dell’enorme successo del suo libro e scrive -ho avuto più soddisfazioni da questo libro che da qualsiasi altro in precedenza, in Svezia l’hanno venduto in un’edizione per me colossale (55.000 copie) ed è uscito in una decina di nazioni. Non mi spiego il perché – bè in parte si, il libro tratta di qualcosa di estremamente significativo e centrale per gli uomini di oggi. Io ho scritto Barabba, come tutti gli altri libri, soprattutto per me. Mi sorprende che tanti questa volta si siano messi in ascolto. E naturalmente mi rallegra- (lettera a S. von Vegesack del 10 aprile 1951). Evidentemente il tema affrontato è di grande interesse per molti uomini. Nel 1952 lo stesso autore curò una riduzione scenica tradotta in italiano da Franco Perrelli per Iperborea, una sorta di oratorio medioevale in due atti e dieci scene. A riprova della forza delle tematiche trattate, il testo fu più volte ripreso sia in versione radiofonica che in versione cinematografica: la produzione più celebre è appunto quella con Anthony Quinn nei panni di Barabba e Vittorio Gassman interprete dello schiavo Sahak. Lagerkvist preferì sempre la versione più poetica del romanzo agli adattamenti drammaturgici.
Con alcuni amici autori, ci siamo divertiti confrontandoci con questo testo e le sue tematiche che scoprono l’uomo di oggi ancora più distante e impreparato di quanto non lo fosse negli anni 50. Che reazione potrebbero avere degli ospiti eruditi, colti, mondani davanti a certe imbarazzanti domande? Una cornice attuale, per una domanda eterna. Il soggetto è di Giampiero Pizzol, Davide Rondoni, Nicola Abbatangelo, Otello Cenci; testo di Otello Cenci e Giampiero Pizzol. La produzione del Meeting è in collaborazione con il Comune di Rimini e la Regione Puglia.
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