di Luca Gasperoni
Quarantuno anni di incontri e rapporti, storie e discorsi memorabili: un archivio da cui ogni giorno ripescare attimi di grandezza dal passato per capire meglio il futuro. Questa la missione del podcast della web radio trasmessa dal Palacongressi, Le voci della storia del Meeting, condotto quotidianamente da Claudio Padricelli, uno dei volontari di Radio Meeting Plus. Santi, politici intellettuali: negli anni Rimini ha accolto grandi ospiti, da Giovanni Paolo II e Madre Teresa di Calcutta, passando per Giulio Andreotti fino al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e al fondatore di Comunione e liberazione Luigi Giussani. Durante i due appuntamenti quotidiani, uno la mattina e uno la sera, Claudio, guidato da Emilia Guarnieri, tra i fondatori del Meeting, introduce dialoghi rimasti nella storia della manifestazione riminese.
Il conduttore ha 27 anni ed è un ex studente del Politecnico di Milano dove ha iniziato a lavorare con la radio universitaria Plus. Da quattro anni partecipa al Meeting e negli ultimi due si è dedicato ai programmi radiofonici della manifestazione. Il lavoro, racconta, è partito a metà maggio, e poco dopo l’idea del podcast, “mi sono subito proposto: vengo a Rimini da un po’, ci sono sempre stati ospiti importanti e l’idea di riportare i discorsi più pregnanti mi sembrava avesse valore”.
Sei giorni di trasmissione, dodici puntate, testimonianze che vanno dal 1982 fino all’anno scorso. Qual è l’incontro che ha colpito più il conduttore del podcast? “Sicuramente quello tra Shalom e Shaat del 2004, ministro israeliano e palestinese, un discorso storico perché in piena crisi si sente la voglia di pace di entrambe le fazioni”, racconta Claudio. Nel mezzo del cinquantenario conflitto israelo-palestinese i due ministri si ritrovarono sullo stesso palco riminese grazie alla forte opera di intermediazione di Franco Frattini, allora a capo della Farnesina. Nessuno dei due politici parlava direttamente all’altro, ognuno si rivolgeva a un oratore terzo che trasmetteva il messaggio. “Fino a quando, all’improvviso, Shaat scelse di parlare al plurale e disse vogliamo la pace, fu un grosso segnale di coesione e apertura e mi è rimasto molto impresso”.
Le voci che riecheggiano in radio provengono dal passato ma sono ancora attuali: basta pensare al celebre discorso pronunciato dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano nel 2011, in piena crisi economica mondiale. “Ormai da settimane, da quando l’Italia e il suo debito pubblico sono stati investiti da una dura crisi di fiducia e da pesanti scosse e rischi sui mercati finanziari, siamo immersi in un angoscioso presente, nell’ansia del giorno dopo, in un’obbligata e concitata ricerca di risposte urgenti. A simili condizionamenti, e al dovere di decisioni immediate, non si può naturalmente sfuggire. Ma non troveremo vie d’uscita soddisfacenti e durevoli senza rivolgere la mente al passato e lo sguardo al futuro”.