L’esistenza umana è un’amicizia inesauribile
Rimini, 21 agosto 2023 – Nell’edizione 2023 del Meeting per l’amicizia fra i popoli l’incontro “L’esistenza umana è un’amicizia inesauribile” con S.E. Mons. Giuseppe Baturi, arcivescovo metropolita di Cagliari e segretario generale della Conferenza Episcopale Italiana, ha offerto l’opportunità di andare al senso più profondo dell’amicizia, «la sua origine, la sua forza creativa, il bene che ne può nascere per tutti».
«Diceva san Bernardo che l’amicizia appartiene all’esperienza», ha osservato nel suo esordio mons. Baturi, «l’amicizia non è un concetto da esplorare solo con la ragione. Discutere dell’amicizia ha senso se leggiamo in noi la dinamica della nostra esperienza». L’esperienza «ci dice che l’amicizia tocca le corde più profonde della nostra vita e la delusione crea grave turbamento. Contraddizioni e delusioni non mettono in discussione il suo ideale». In Gesù vediamo concretamente l’ideale dell’amicizia: «Gesù chiama noi amici perché ha condiviso con gli apostoli quello che sente dal Padre. All’amico si dicono i segreti, con lui si instaura confidenza, si può raccontare di sé senza vergogna. Con l’amico si tende alla comunione di intenti, di affetti, ma è una comunione che salva l’alterità dell’altro, non confonde comunione con conformità». L’amicizia è inesauribile perché senza limite per definizione: «Se la ragione per cui ci amiamo è limitata non è amicizia, ma è interesse», ma è aperta a tutti, altrimenti «tende a degenerare in egoismo e in uno specchio narcisistico».
Ma non si può essere amici senza riconoscere il proprio valore: «La più radicale forma di amicizia è accettare sé stessi e la vita come data dal mistero di Dio. Se accetto la vita come data da Dio posso perdonarmi, posso accogliermi e così desiderare di accogliere tutti». Nell’amicizia contempliamo il mistero della divinità: «Non possiamo non desiderare di essere amati, perché siamo fatti ad immagine di Dio, e Dio è questa corrispondenza tra il Padre e il Figlio nello Spirito. Le amicizie umane sono riflesso dell’amicizia suprema che è Dio».
L’amicizia è amicizia sociale, «tentativo di avvicinare diversi gruppi sociali per un’unità a favore degli uomini», capace di generare un popolo nella «concordia e comunione delle cose che si amano», in una «dilatazione dell’amicizia». L’amicizia è amicizia coniugale, «vero grembo da cui nascono i figli: San Tommaso parlava del rapporto tra marito e moglie come utero spirituale in cui i figli possono crescere». L’amicizia è amicizia politica, «che lega i cives, i prossimi, non necessariamente gli uguali, ma gli altri. Lega quanti hanno la stessa preoccupazione dei destini della nostra società».
La guerra, negazione suprema dell’amicizia, nasce «dalla contrapposizione tra l’io e il tu, dall’idolatria – citando Giussani – di chi assolutizza parte dell’esperienza e si contrappone all’assolutizzazione di un altro», mentre l’amicizia è «il desiderio del bene dell’altro». Che si supera con «il senso religioso».
«Abbiamo una terribile difficoltà a lasciarci amare e perdonare», ha osservato in conclusione Baturi. «È la difficoltà di Pietro», ha ricordato, «che non vuole lasciarsi lavare i piedi da quel Maestro che pure aveva seguito, ma che adesso si piega su di lui e sul suo bisogno. La difficoltà è la tentazione ultima che è l’autosufficienza, e cioè eliminare l’altro e pensare di potersi salvare da sé».
È il mistero della libertà dell’uomo, «che anche davanti a Dio può dire di no», dicendo di no «alla gente che ci vuole davvero bene, che ci vuole lavare i piedi, che chiede un’apertura, una confidenza, una fiducia che spesso viene negata per paura di perdersi, perché nell’amicizia bisogna un po’ perdersi per ritrovarsi. E quindi accettare di farsi amare».
Il segretario generale della Cei ha raccontato: «Una volta ho incontrato una ragazza che diceva che aveva difficoltà a scegliere, non riusciva mai a scegliere per paura di sbagliare. Chiesi: “Perché hai paura di sbagliare?”. “Per dover essere perdonata”. Perché lasciarsi perdonare significa accettare di dipendere da un altro. E invece una buona dipendenza rendere più dolce la vita, ed è la verità dell’amicizia, accettare di lasciarsi amare».
(A.C.)