La settima arte con Krzystof Zanussi

Agosto 2019
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Krzystof Zanussi, il ritorno. Un grande autore del cinema contemporaneo, che ĆØ stato fin dalle prime edizioni un grande amico del Meeting, mostrando nei confronti della manifestazione unā€™attenzione che non ĆØ mai venuta meno negli anni, ha sottolineato all'Arena percorsi A2 Elettra Sofia Mauri, autrice e sceneggiatrice, introducendo insieme al giornalista di ā€œSentieri del Cinemaā€ Beppe Musicchio, il celebre regista polacco.

Una carriera, ha aggiunto Musicchio, segnata dal riconoscimento dei maggiori premi cinematografici, ma che si ĆØ volta al cinema dopo il compimento di studi scientifici e filosofici , e nei sui film ha mostrato sempre attenzione particolare alle grandi domande dellā€™uomo, anche a partire proprio da quelle che si pone la scienza, con una grande onesta, sinceritĆ  nei confronti della rappresentazione del reale, ottenuta anche volendo sovvertire, rompere le regole del racconto cinematografico.
Ā«Quale rapporto trova nel suo cinema, con lo sguardo in cui i personaggi della sua cinematografia sembrano cercare sĆ© stessi?Ā» ha chiesto al regista Elettra Sofia Mauri, con il titolo dl questa edizione del Meeting, tratta da una poesia di Karol Wojtyla a cui dedicĆ² il film ā€œDa un paese lontanoā€.
Ā«Io sono un raccontatore ā€“ ha risposto Zanussi ā€“ e mi piace anche invitare con le immagini il pubblico a vedere luoghi inaccessibili, ad esempio la bellissima Ambasciata polacca a Roma, e alla stessa maniera amo raccontare certe persone meno conosciute, scienziati, filosofi. Sono un ex fisico caduto nel cinema! Sono pertanto convinto che il cinema appartenga all'arte narrativa, che sia basato sulla parola, come il romanzo, lā€™opera teatrale, non all'arte visiva. Difendo lā€™importanza della parola per raccontare il mondoĀ».

Zanussi ha quindi presentato alcune sequenze di quello che fu il suo film di diploma allā€™Accademia di cinema nel 1965. Un film senza parole, ambientato in un monastero e perciĆ² giudicato dai docenti non abbastanza ā€œprogressistaā€. Ā«Quindi il rettore decise di farne due copie, una per il festival di cristiani protestanti in Germania, lā€™altra per il festival dei giovani comunisti a Mosca, e vinse entrambi i festival!Ā».
Ā«PerchĆ© nei suoi film ĆØ cosƬ presente la tematica della morte?Ā» ha chiesto ancora Elettra Sofia Mauri Ā«Da secoli si ritiene che in arte esistano due tematiche fondamentali, lā€™amore e la morte. La morte ĆØ unā€™esperienza che spesso ho vissuto da vicino, e nasce la domanda se cā€™ĆØ qualcos'altro oltre a quello che vediamo con i nostri occhi. Oggi la fisica parla, giĆ  da anni, del mistero, e Einstein disse ā€œchi non sente il mistero ĆØ sordo e ciecoā€. Il mistero ĆØ alla base della sensibilitĆ  religiosa e in questo senso io sono religioso. La capacitĆ  dellā€™uomo di domandarsi se il suo futuro ĆØ ancora aperto ĆØ il segreto della libertĆ Ā».
Infine Musicchio ha domandato a Zanussi quale rapporto ha avuto con il cinema italiano e lui ha risposto mostrando anche una scena del film ā€œLa stradaā€ di Federico Fellini, quella del personaggio del circo che mostra a Gelsomina che qualsiasi cosa sia materia, come un sasso, ha un senso, esiste per qualcosa: ā€œSe questo sasso ĆØ inutile ĆØ inutile tuttoā€. Il film fu stroncato da ā€œLā€™Osservatore Romanoā€, ma quel critico fu un irresponsabileĀ»