Krzystof Zanussi, il ritorno. Un grande autore del cinema contemporaneo, che ĆØ stato fin dalle prime edizioni un grande amico del Meeting, mostrando nei confronti della manifestazione unāattenzione che non ĆØ mai venuta meno negli anni, ha sottolineato all'Arena percorsi A2 Elettra Sofia Mauri, autrice e sceneggiatrice, introducendo insieme al giornalista di āSentieri del Cinemaā Beppe Musicchio, il celebre regista polacco.
Una carriera, ha aggiunto Musicchio, segnata dal riconoscimento dei maggiori premi cinematografici, ma che si ĆØ volta al cinema dopo il compimento di studi scientifici e filosofici , e nei sui film ha mostrato sempre attenzione particolare alle grandi domande dellāuomo, anche a partire proprio da quelle che si pone la scienza, con una grande onesta, sinceritĆ nei confronti della rappresentazione del reale, ottenuta anche volendo sovvertire, rompere le regole del racconto cinematografico.
Ā«Quale rapporto trova nel suo cinema, con lo sguardo in cui i personaggi della sua cinematografia sembrano cercare sĆ© stessi?Ā» ha chiesto al regista Elettra Sofia Mauri, con il titolo dl questa edizione del Meeting, tratta da una poesia di Karol Wojtyla a cui dedicĆ² il film āDa un paese lontanoā.
Ā«Io sono un raccontatore ā ha risposto Zanussi ā e mi piace anche invitare con le immagini il pubblico a vedere luoghi inaccessibili, ad esempio la bellissima Ambasciata polacca a Roma, e alla stessa maniera amo raccontare certe persone meno conosciute, scienziati, filosofi. Sono un ex fisico caduto nel cinema! Sono pertanto convinto che il cinema appartenga all'arte narrativa, che sia basato sulla parola, come il romanzo, lāopera teatrale, non all'arte visiva. Difendo lāimportanza della parola per raccontare il mondoĀ».
Zanussi ha quindi presentato alcune sequenze di quello che fu il suo film di diploma allāAccademia di cinema nel 1965. Un film senza parole, ambientato in un monastero e perciĆ² giudicato dai docenti non abbastanza āprogressistaā. Ā«Quindi il rettore decise di farne due copie, una per il festival di cristiani protestanti in Germania, lāaltra per il festival dei giovani comunisti a Mosca, e vinse entrambi i festival!Ā».
Ā«PerchĆ© nei suoi film ĆØ cosƬ presente la tematica della morte?Ā» ha chiesto ancora Elettra Sofia Mauri Ā«Da secoli si ritiene che in arte esistano due tematiche fondamentali, lāamore e la morte. La morte ĆØ unāesperienza che spesso ho vissuto da vicino, e nasce la domanda se cāĆØ qualcos'altro oltre a quello che vediamo con i nostri occhi. Oggi la fisica parla, giĆ da anni, del mistero, e Einstein disse āchi non sente il mistero ĆØ sordo e ciecoā. Il mistero ĆØ alla base della sensibilitĆ religiosa e in questo senso io sono religioso. La capacitĆ dellāuomo di domandarsi se il suo futuro ĆØ ancora aperto ĆØ il segreto della libertĆ Ā».
Infine Musicchio ha domandato a Zanussi quale rapporto ha avuto con il cinema italiano e lui ha risposto mostrando anche una scena del film āLa stradaā di Federico Fellini, quella del personaggio del circo che mostra a Gelsomina che qualsiasi cosa sia materia, come un sasso, ha un senso, esiste per qualcosa: āSe questo sasso ĆØ inutile ĆØ inutile tuttoā. Il film fu stroncato da āLāOsservatore Romanoā, ma quel critico fu un irresponsabileĀ»