Dopo la presentazione ufficiale dell’11 luglio a Roma, lunedì 17 è stata la volta, come tradizione, dell’esordio “in casa” con la presentazione che si è tenuta nella sala Ressi del Teatro Galli di Rimini, presenti Letizia Bardazzi, presidente dell’Associazione italiana Centri culturali (Aic), Bruno Corà, presidente della Fondazione Palazzo Albizzini Fondazione Burri, padre Francesco Occhetta, segretario generale della Fondazione pontificia Fratelli tutti, il sindaco di Rimini Jamil Sadegholvaad, oltre al presidente della Fondazione Meeting per l’amicizia fra i popoli ETS, Bernhard Scholz. Ha condotto l’incontro il direttore del Meeting Emmanuele Forlani.
L’evento è stato trasmesso in diretta da Icaro Play.
«L’amicizia è il nucleo generativo della società civile che vive di relazioni e rapporti orientati al bene comune», ha spiegato il presidente della Fondazione Meeting Bernhard Scholz. «Uno dei fattori che alimenta l’amicizia e unisce anche persone distanti fra loro è la bellezza che si esprime attraverso l’arte. Per questa ragione il Meeting ha da sempre un’attenzione particolare per le mostre - quest’anno una straordinaria su Alberto Burri - e gli spettacoli che vedranno in agosto qui al teatro Galli figure di primo piano come Gabriele Lavia, Alessandro Preziosi, Sergio Rubini e Valter Malosti».
«Il Meeting è un evento imperdibile per la nostra terra», ha detto il presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini in un videomessaggio proiettato in sala, «attira centinaia di migliaia di visitatori dall’Italia e dall’estero, soprattutto ragazze e ragazzi, ed è costruito con tanto volontariato che è una caratteristica molto emiliano-romagnola». «È un Meeting particolare», ha aggiunto Bonaccini, «che si svolge a poche settimane dalla drammatica alluvione che nel giro di alcuni giorni ha scaraventato 4 miliardi di metri cubi di acqua sulla nostra regione, causando 9 miliardi di danni. Noi ci metteremo la consueta caparbietà e voglia di lavorare senza lamentarci, ma abbiamo bisogno del contributo del Governo e dell’Europa. So che affronterete anche questo argomento e ne sono lieto, anche per questo come Regione siamo contenti di essere presenti e di collaborare con voi a questa edizione».
«Come l’amicizia, anche la lettura è una reciprocità che chiede di essere donata. Péguy parlava di “una messa in opera, l’operazione comune di colui che legge e di colui che è letto, dell’autore e del lettore”». Letizia Bardazzi con Aic al Meeting presenterà una serie di podcast dal vivo, in tutto una quarantina, in cui gli autori racconteranno i loro volumi. «Questo è il nostro contributo al Meeting 2023, mettere in rilievo che l’amicizia è anche la scaturigine della cultura. La novità anche in campo culturale è il frutto di una vita condivisa, non, come diceva Pasolini, di “un puro intuire in solitudine”».
«Alla radice del tema del Meeting di quest’anno c’è il tema della fraternità», ha aggiunto padre Francesco Occhetta, «un vero e proprio paradigma politico alternativo. L’etimologia di “fraternità” significa “rinascere accanto ad un altro e sostenerlo”. Il Meeting come luogo di relazioni e ambiente culturale inclusivo genera poi incontri che possono dare luogo a progetti e a una visione comune di società e politica. Papa Francesco ha parlato di questi temi nella sua enciclica Fratelli tutti di tre anni fa ed ha questo scopo anche la Fondazione Fratelli Tutti che il 10 giugno ha radunato 33 premi Nobel in Vaticano, che insieme hanno scritto una dichiarazione sulla fraternità e ci hanno detto che non possiamo più aspettare, la fraternità è l’unica strada da percorrere».
«Ci aspettiamo interesse, meraviglia e attenzione al Meeting per la presenza delle opere di Alberto Burri, uno dei più grandi artisti dal dopoguerra ad oggi», ha detto Bruno Corà, «Sarà un intervento straordinario, non è sempre facile vedere esposte opere di Burri di una simile portata e di queste dimensioni. Quanto al tema del Meeting, Burri era un uomo molto sensibile all’amicizia. Era un elemento che curava molto, ha voluto creare la sua Fondazione nella città dove è nato, Città di Castello, quando avrebbe potuto aprirla a New York o a Roma, ma qui c’erano i suoi amici».
«La storia del Meeting a Rimini è una storia d’amore e amicizia con la città che il tempo, invece che spegnere, ha consolidato», ha affermato Jamil Sadegholvaad. «Se la nostra città, oggi, ha l’ambizione di avanzare la sua candidatura a Capitale Italiana della Cultura lo deve anche alle 44 edizioni del Meeting e alla relazione tra questa realtà e la comunità tutta. Ecco perché sono certo che il Meeting sarà parte attiva del percorso di candidatura e oltre la candidatura, così come Rimini continuerà a essere amica del Meeting per il futuro».