Il Meeting è tornato in Egitto. Dal 29 settembre al 2 ottobre 2019, una delegazione della Fondazione Meeting, composta da Emilia Guarnieri, Andrea Simoncini, Wael Farouq, Marco Aluigi, Roberto Fontolan, Luca Fiore, è arrivata in missione al Cairo per incontrare vecchi e nuovi amici e per costruire nuove occasioni di dialogo, nel solco di un rapporto sempre più vivo con le autorità religiose e culturali del Paese.
Lunedì 30 aprile, il primo e più importante appuntamento, quello con Ahmad Al-Tayyib, Grande Imam della Moschea di Al-Azhar (link news incontro). Presenti anche Nazir Ayyad, relatore al Meeting 19, e l’ambasciatore Kadri Abdelmottaleb, advisor del Grande Imam e testimone dell’amicizia del Meeting con Al-Tayyib sin dal primo incontro nell’ottobre dello scorso anno.
Con il Grande Imam si sono fatti passi avanti significativi in una prospettiva di dialogo e reciproca comprensione, approfondendo il contenuto del documento sulla fratellanza umana voluto e firmato da Papa Francesco e dallo stesso Al-Tayyib.
Nel pomeriggio, la delegazione ha visitato la Badr University in Cairo (Buc) dove insieme al professor Hussein Mahmoud, relatore al Meeting 2019, ha incontrato tra gli altri Hassan El Kalla, Chairman del Board of Trustees, Mostafa Kamel, presidente della Badr University e il preside della facoltà di Medicina Ashraf.
Della possibilità di tradurre in arabo testi di natura teologica per facilitare la reciproca conoscenza tra culture diverse, si è parlato al mattino del giorno successivo, con Anwar Moghieth, direttore del Consiglio nazionale della Traduzione.
A coronare due intense giornate all’insegna del dialogo, l’incontro con il ministro della cultura egiziano, Ines Abdel Dayem. La delegazione le ha presentato il Meeting e l’ha invitata a partecipare alla prossima edizione. Tante le idee nate durante lo scambio amichevole, tra cui quella di un evento Meeting che potrebbe avere luogo già nei prossimi mesi, come prossima tappa di questo nuovo cammino insieme. Un cammino che intende seguire le piste tracciate dallo scomparso cardinale Jean Louis Tauran nel dialogo con i popoli arabi e con le autorità religiose e da papa Francesco nelle relazioni con Al Azhar, sfociate nella firma del documento per la fratellanza umana.