di Luca Gasperoni
“Nel corso degli anni il numero delle democrazie mondiali si è ridotto. Non si tratta di una crisi ma di una trasformazione, servono nuovi strumenti democratici: questa è la grande sfida del nostro secolo, resa ancora più urgente dalla pandemia di Covid-19”. Ad affermarlo è Luciano Violante, presidente emerito della Camera dei Deputati e accademico di lungo corso, di ritorno sul palco del Meeting Rimini per un dialogo sul futuro della democrazia. Con lui in sala plenaria ci sono Patrick J. Deneen, professore di scienze politiche all’Università di Notre Dame e Andrea Simoncini, vicepresidente della Fondazione Meeting e docente di diritto costituzionale all’Università di Firenze.
Le due parole chiave dell’incontro sono diritti e fiducia: la negazione dei primi, infatti, ha influenzato negativamente il rapporto tra cittadini e governanti. “Una frattura”, come la definisce Simoncini, che ha portato allo scontro anche società sviluppate come gli Stati Uniti, con il movimento antirazzista Black Lives Matter e le tante proteste degli ultimi mesi. Deneen, accademico americano, dal suo osservatorio privilegiato ritiene sia necessario recuperare il concetto di “Grace (grazia), non solo in senso religioso ma anche in senso politico: scendere a compromessi, perdonare gli errori, cercare di abbattere distanze, differenze”. Durante la prima fase della pandemia in Italia invece c’è stato un boom di fiducia e si è innescata una positiva dialettica Stato-società.
“Ma adesso rischia di sgretolarsi nuovamente a causa di una caccia al colpevole e una cultura del sospetto tutta nostrana”, ammonisce Violante. Il motivo è semplice: “La fiducia è certezza morale dell’affidabilità dell’altro, diceva Don Giussani, richiede reciprocità e la politica non deve smettere di ispirarla”.
All’origine della crisi delle libertà e dell’erosione della democrazia c’è il conflitto tra istituzioni e società civile. Qual è il punto di ripartenza per restaurare un patto sociale in crisi? Secondo Deneen è necessario dare nuova linfa ai corpi intermedi della società: comunità, associazioni e gruppi civici. “Il sistema liberale è diventato una nuova oligarchia perché garantisce diritti solo a pochi e qui negli Usa rischiamo un decadimento sociale o una guerra civile – analizza il politologo americano – chi gode di maggiore prosperità deve migliorare la situazione di chi è escluso dai diritti, altrimenti ci sarà sempre una maggiore frattura tra la popolazione, oggi siamo di fronte a un punto di svolta”. La fiducia è decisiva e deve essere recuperata, sottolinea Violante: “La politica è anche pedagogia, trasmissione di modelli comportamentali i politici hanno una responsabilità è questo il terreno su cui bisogna lavorare di più e meglio”.