Il Meeting quest’anno spegne 40 candeline e rinnova il suo impegno per diventare più green con il supporto REmini2020, programma triennale avviato con il supporto di Conai (Consorzio nazionale imballaggi). L’idea è quella di monitorare le performance di un grande evento, come il Meeting, su quattro aree (economia circolare, energia, alimentazione e mobilità), migliorandole progressivamente fino a poterlo definire “sostenibile” a pieno titolo.
Una sfida ambiziosa, visti i numeri del Meeting. Nel 2018 sono state registrate oltre 800mila presenze, circa 170 tra partner e sponsor e circa 600 giornalisti accreditati. Durante la settimana si sono susseguiti quasi 250 convegni, workshop e tavole rotonde, che hanno visto alternarsi sul palco 627 relatori. 14 le esposizioni e mostre didattiche e 18 gli spettacoli di musica, teatro, danza, cabaret e cinema. Tutto ciò si è svolto nei 130mila metri quadrati allestiti presso la Fiera di Rimini, ma anche in altri contenitori sparsi per il territorio della città, tra cui il teatro Novelli. A rendere possibile la gestione di un flusso così imponente di pubblico è il lavoro di uno staff suddiviso in 14 dipartimenti, affiancato da ben 2.527 volontari.
A raccontare della sostenibilità al Meeting, lo scorso anno è stato Lifegate, che ha incontrato personaggi come il portavoce di Asvis (Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile) Enrico Giovannini, l’imprenditore Andrea Pezzi, il direttore dell'Istituto per gli studi di politica internazionale Paolo Magri, l’imprenditore “illuminato” Brunello Cucinelli. Anche quest’anno Lifegate sarà a Rimini per un racconto a più voci fatto di immagini e parole, che potrete seguire anche sui social network.
REmini2020 e il Meeting sostenibile: come funziona? Se si parla di economia circolare, Il Meeting di Rimini promette di affrontare il problema dei rifiuti a due livelli: a monte, prediligendo le forniture che riducano al minimo la produzione di rifiuti non riciclabili; e a valle, favorendo la raccolta differenziata nel sito espositivo, prima, durante e dopo.
Energia. Con la sua architettura all’insegna del basso impatto ambientale, il quartiere fieristico di Rimini di International exhibition group già possiede le certificazioni ambientali Iso 14001 e Ohsas 18001. Una quota di energia viene prodotta in loco tramite alcuni impianti fotovoltaici e nel 2017 sono stati rinnovati gli impianti di illuminazione, preferendo soluzioni a basso consumo energetico, a luce naturale o a led. Il progetto REmini2020 prevede, tra le altre cose, di monitorare in modo ancora più preciso i consumi e intervenire in modo mirato per ottimizzarli.
Alimentazione. Riunire un numero così imponente di persone nello stesso luogo significa anche dover fornire centinaia di migliaia di pasti, bevande e caffè. Selezionare fornitori locali, comporre menu a base di alimenti biologici, allevati e pescati in modo sostenibile, a chilometro zero ogniqualvolta possibile: tutte queste scelte possono davvero fare la differenza. Grazie alla collaborazione con Banco Alimentare, nel 2018 sono stati donati alla mensa dell’Associazione San Antonio per i Poveri tutti gli alimenti prodotti e non consumati dalla ristorazione centrale e da altri cinque punti ristoro interni alla fiera. Stiamo parlando di 520 primi piatti, 470 secondi piatti, 410 contorni, più di 40 chili di focaccia e 250 porzioni di prodotti misti, per un totale di 287,5 chili di cibo in perfette condizioni che altrimenti sarebbe finito nella spazzatura.
Mobilità. Se c’è un ambito in cui è possibile puntare al più ampio margine di miglioramento, senza dubbio si tratta della logistica. Nello specifico, si lavorerà su tre direttrici: il trasporto delle merci, per l’allestimento e il disallestimento dello spazio espositivo e le forniture nel corso dell’evento; i movimenti delle persone (staff, volontari, espositori, relatori e visitatori); e infine i viaggi per smistare i rifiuti verso il loro sito di raccolta. Sul primo fronte, è da sottolineare come già da due anni Italian Exhibition Group abbia intrapreso un processo di ottimizzazione ed efficientamento della movimentazione delle merci.
L’unione fa la forza. Fondamentale è il coinvolgimento attivo di tutti coloro che, in un modo o nell’altro, hanno un ruolo nell’evento; dai partner istituzionali ai visitatori, passando per i volontari. Questi ultimi verranno formati sulla cultura della sostenibilità e ne diventeranno testimonial, su diversi fronti: assisteranno i visitatori in merito alle corrette pratiche di comportamento, si confronteranno con loro e indagheranno le loro aspettative e i temi a loro più cari.