La mostra “Il cielo vive dentro di me” racconta il percorso umano che Etty Hillesum, giovane ebrea,lontana da Dio, inquieta e insoddisfatta, ha intrapreso da quando si è trovata a vivere durante l’occupazione nazista dell’Olanda e che la accompagnerà fino ad Auschwitz. Ciò che è importante e decisivo nella sua vicenda umana non è la situazione in cui si è trovata, ma il percorso che ha fatto di presa di coscienza del proprio io e di un nuovo rapporto con la realtà, Dio e gli altri.
Etty Hillesum il 3 febbraio 1941 incontra lo psicologochirologo Julius Spier e da questo incontro la sua vita ha una svolta radicale; inizia a scrivere un Diario in cui racconta il percorso dentro la sua interiorità. Nel rapporto con Spier comincia a prendere coscienza del mistero della sua persona e ad andarvi a fondo, entrando dentro il pozzo profondo della sua interiorità. La sua vita rimane contraddittoria, continuamente tesa tra le passioni istintive e le domande sul senso dell’esistenza, ma inizia ad avere una direzione chiara che la porta a riconoscere dentro di sé Dio, con il quale inizia un dialogo ininterrotto. Vi sono numerose lettere che scrive ai suoi amici nelle quali descrive sia il nuovo passo di maturità della sua coscienza sia il campo di Westerbork dove aveva deciso di farsi trasferire per condividere fino in fondo il destino del suo popolo.
La mostra è a cura di Claudia Munarin, don José Clavería, Gianni Mereghetti e Benedetto Grava con la collaborazione di studenti universitari e liceali della Fondazione Sacro Cuore di Milano.