Che cosa significa “cercare” l’essenziale? Il Quotidiano Meeting ha incontrato Costantino Esposito, professore di Storia della filosofia all’Università Aldo Moro di Bari, e Andrea Bellantone, professore di Filosofia moderna e contemporanea all’Institut Catholique di Tolosa, poco prima dell’incontro di cui sono stati protagonisti ieri sera al Meeting.
Bellantone introduce come risposta la parola “apertura”. «La parola chiave è restare aperti. L’essere umano è una finestra aperta, non una monade!». Precisa Esposito: «L’essenziale è una cosa che noi crediamo di conoscere, ma ci sfugge sempre perché noi siamo esseri in ricerca. La nostra postura nel mondo è una domanda». Ciò che nega questa originaria posizione di domanda è il nichilismo, che Esposito vede nella sua espressione più significativa come negazione che nella realtà vi sia un senso, e che quindi l’essere umano lo debba costruire con gli esiti distruttivi che sono sotto gli occhi di tutti. Per Bellantone «una delle forme del nichilismo è non avere le domande, perché non se ne avverte il bisogno: siamo ipnotizzati dallo spettacolo, dal flusso delle informazioni, dal consumo. Questo non ci fa riconoscere più la domanda che siamo».
Ma la domanda non tace, continua a bussare alle porte dell’essere, ci costituisce e contro il nichilismo riemerge. «La domanda», osserva Bellantone, «ci reclama costantemente delle risposte. La realtà ci oltrepassa costantemente, bisogna mettersi in ascolto di essa e delle altre risposte che sono state date e vengono date dagli esseri umani». «Realtà è il nome di un rapporto», precisa Esposito. «Tante volte noi intendiamo la realtà come qualcosa che è semplicemente là fuori, ma l’essere della realtà ci precede, questo vuol dire che la realtà ti chiede sempre qualcosa».
Secondo Bellantone il nichilismo si può vincere con la “creatività”: non come prodotto, ma come gesto quotidiano in ogni ambito della vita. Costantino spiega che oggi «una delle impressioni è che gli uomini non abbiano più niente da fare e che la creatività sia ridotta a prodotto culturale, invece la creatività è personale, è quotidiana». Fondamentali, secondo Bellantone, sono gli spazi di riflessione in cui poter ascoltare la voce della domanda. «Non per tirarsi fuori dalla realtà, ma per tornarci con maggior consapevolezza di chi si è e di che cosa si cerca». Costantino ribatte che però lui non vuole perdere niente, perché anche il divertirsi, il divertissement pascaliano, porta dentro il riscatto dal nichilismo: infatti quando nulla soddisfa riemerge con forza la domanda dell’essenziale. «È lo shock di ritorno» osserva Bellantone. Che, conclude Esposito, «porta a scavare dentro di sé per avvertire la domanda del cuore che c’è»
Gianni Mereghetti