I filosofi Esposito e Bellantone in dialogo su cosa significhi cercare l’essenziale

Agosto 2024

Che cosa significa “cercare” l’essenziale? Il Quotidiano Meeting ha incontrato Costantino Esposito, professore di Storia della filosofia all’Università Aldo Moro di Bari, e Andrea Bellantone, professore di Filosofia moderna e contemporanea all’Institut Catholique di Tolosa, poco prima dell’incontro di cui sono stati protagonisti ieri sera al Meeting.

Bellantone introduce come risposta la parola “apertura”. «La parola chiave è restare aperti. L’essere umano è una finestra aperta, non una monade!». Precisa Esposito: «L’essenziale è una cosa che noi crediamo di conoscere, ma ci sfugge sempre perché noi siamo esseri in ricerca. La nostra postura nel mondo è una domanda».  Ciò che nega questa originaria posizione di domanda è il nichilismo, che Esposito vede nella sua espressione più significativa come negazione che nella realtà vi sia un senso, e che quindi l’essere umano lo debba costruire con gli esiti distruttivi che sono sotto gli occhi di tutti. Per Bellantone «una delle forme del nichilismo è non avere le domande, perché non se ne avverte il bisogno: siamo ipnotizzati dallo spettacolo, dal flusso delle informazioni, dal consumo. Questo non ci fa riconoscere più la domanda che siamo».

Ma la domanda non tace, continua a bussare alle porte dell’essere, ci costituisce e contro il nichilismo riemerge. «La domanda», osserva Bellantone, «ci reclama costantemente delle risposte. La realtà ci oltrepassa costantemente, bisogna mettersi in ascolto di essa e delle altre risposte che sono state date e vengono date dagli esseri umani». «Realtà è il nome di un rapporto», precisa Esposito. «Tante volte noi intendiamo la realtà come qualcosa che è semplicemente là fuori, ma l’essere della realtà ci precede, questo vuol dire che la realtà ti chiede sempre qualcosa».

Secondo Bellantone il nichilismo si può vincere con  la “creatività”: non come prodotto, ma come gesto quotidiano in ogni ambito della vita. Costantino spiega che oggi «una delle impressioni è che gli uomini non abbiano più niente da fare e che la creatività sia ridotta a prodotto culturale, invece la creatività è personale, è quotidiana». Fondamentali, secondo Bellantone, sono gli spazi di riflessione in cui poter ascoltare la voce della domanda. «Non per tirarsi fuori dalla realtà, ma per tornarci con maggior consapevolezza di chi si è e di che cosa si cerca». Costantino ribatte che però lui non vuole perdere niente, perché anche il divertirsi, il divertissement pascaliano, porta dentro il riscatto dal nichilismo: infatti quando nulla soddisfa riemerge con forza la domanda dell’essenziale. «È lo shock di ritorno» osserva Bellantone. Che, conclude Esposito, «porta a scavare dentro di sé per avvertire la domanda del cuore che c’è»

Gianni Mereghetti