di Oscar di Montigny
Viviamo in un sistema sferico nel quale ogni pensiero, ogni emozione, ogni azione impatta su tutti e su ciascuno dei 7 livelli delle nostre esistenze. Quelli che definisco 7P: Person, cioè ogni individuo. People, l’Insieme, l’umanità. Partnership, tutte le relazioni. Profit, il frutto che dobbiamo produrre. Prosperity, la ricchezza non solo materiale ma intellettuale ed emotiva. Planet, la nostra Madre Terra che abbiamo in prestito dai nostri figli. Peace, l’attitudine umana di mettersi “in relazione con” e non “in contrapposizione a”.
Quale è la condizione più funzionale al miglioramento della vita di tutti gli esseri umani?
Stando al recente aggiornamento del World Economic Outlook, nell’ambito del mercato del lavoro, a un primo trimestre 2020 che rispetto all’ultimo trimestre 2019, ha visto una riduzione del monte ore lavorate equivalente a 130 milioni di posti di lavoro a tempo pieno, è succeduto un secondo trimestre che ha registrato un’ulteriore riduzione equivalenti a 300 milioni di posti di lavoro a tempo pieno. Secondo l’Fmi, a soffrire maggiormente di tale situazione sono i lavoratori informali e a bassa specializzazione. Dei due miliardi di lavoratori informali stimati dall’International Labour Organization oltre l’80 per cento sta sopportando riduzioni di reddito significative a causa della pandemia. Come e quando questi lavoratori torneranno alle proprie mansioni è una delle conseguenze di medio termine che Covid-19 ci lascerà in eredità.
Questo dato ci porta consequenzialmente a un altro preoccupante: il ritorno alla crescita della povertà.
Negli ultimi dieci anni, ricorda l’Fmi, la percentuale della popolazione mondiale costretta a vivere con meno di 1,9 dollari al giorno era diminuita del 10 per cento.
Ora la pandemia rischia di interrompere il trend e di fare risalire il numero di persone in condizioni di povertà estrema.
Secondo i dati dell’ultimo rapporto Oxfam sulla distribuzione della ricchezza, nel 2019, nel mondo 2.153 miliardari possedevano più ricchezza di quanto non ne possedevano 4,6 miliardi di persone, pari quasi al 60 per cento della popolazione mondiale. E questa disparità sembra essere aumentata durante l’emergenza, infatti, secondo le stime del report Americans for Tax Fairness e il Program for Inequality, e limitatamente ai soli miliardari americani, tra marzo e maggio 2020 hanno visto aumentare la loro ricchezza di ben 434 miliardi di dollari.
Recentemente, un gruppo di 83 milionari internazionali, per lo più americani, sotto il nome di Millionaires for Humanities, ha firmato una lettera aperta indirizzata ai governi per chiedere di essere tassati in misura maggiore, così da poter garantire un contributo continuativo per le spese necessarie su più fronti. Sostengono che una tassa permanente sulle persone più ricche del pianeta potrebbe “assicurare un finanziamento adeguato al sistema sanitario, alle scuole, e alla sicurezza”, e avvertono anche che la fase di ripresa dei prossimi mesi potrebbe rappresentare una delle ultime occasioni per “riequilibrare il mondo prima che sia troppo tardi”.
Tra i firmatari c’è anche l’ereditiera dell’impero Disney, Abigail Disney, nota per essersi mostrata più volte critica con alcune decisioni dell’azienda di famiglia e che ritiene utili soluzioni più durature rispetto alle semplici donazioni.
Si è già parlato molto in questi giorni al Palacongressi di sviluppo sostenibile, anche in previsione di “The Economy of Francesco”, l’evento di Assisi rivolto ai giovani di cui il Meeting vuole essere una tappa di avvicinamento. In generale, le generazioni più giovani portano nuove sensibilità e preferenze e hanno il potenziale per imprimere un cambiamento positivo al sistema economico, riducendone le esternalità negative e favorendo una maggiore distribuzione dei benefici dell’economia di mercato.
Ma questa generazione dovrà anche avere gli strumenti cognitivi necessari per separare il grano dal loglio, per capire che la ricchezza non necessariamente produce prosperità mentre la prosperità produce sempre ricchezza. Considerazioni che possono sembrare banali, ma nel mondo che si sta profilando non è possibile dimenticare il peso della disuguaglianza sul disagio sociale e individuale.
Domandiamoci quindi: nella mia sfera di influenza, cosa devo fare davvero, quotidianamente, per realizzare prosperità?