I suoi scatti sono stati esposti al Guggenheim and Whitney museums di New York, al Centre Pompidou di Parigi, alla Biennale di Venezia e al Centro canadese per l’architettura di Montréal. Il fotografo Guido Guidi si racconterà al Meeting mercoledì 21 agosto (in Arena Percorsi A2) nell’incontro ‘Ovunque tu guardi, c’è qualcosa da vedere’. Il titolo è ispirato al Talmud, testo sacro dell’ebraismo. «Fotografo per conoscere, per capire. Il Talmud dice che da qualsiasi parte tu guardi c’è qualcosa da vedere. Ma non lo dice solo il Talmud», ha spiega Guidi qualche tempo intervistato da Tracce. «Fotografare per me è essere nel mondo, toccare le cose, identificarmi con le cose. Non giudicarle, non criticarle e quindi è un atto di preghiera, è un atto devoto appunto. Non è tanto il risultato finale che mi interessa, ma il gesto in sé». Guidi cita Gregorio di Nissa. Il padre della Chiesa «diceva che le idee creano idoli mentre lo stupore apre alla conoscenza. È lo stupore. È la reazione che hai davanti alle cose guardandole con quel surplus di intensità… Come il bambino che fissa e la mamma gli dice: “Perché guardi fisso? È da maleducati”. Ma è quell’intensità che ti porta a conoscere. Quell’intensità dimentica di tutto, che è solo sguardo, privo di qualsiasi altra cosa».
Cesenate di nascita, Guidi, è uno dei maestri della fotografia italiana. Appartiene alla generazione di Luigi Ghirri, Giovanni Chiaramonte e Gabriele Basilico. Il suo, al Meeting, in un certo senso, è un ritorno. Guidi infatti è uno dei fotografi scelti da Chiaramonte per la mostra del Meeting di Rimini 1982 "Luogo e identità nella fotografia europea contemporanea", nella quale esponevano tutti gli artisti che compariranno, due anni dopo, nello storico progetto "Viaggio in Italia", curato da Ghirri.
Guidi è una personalità che “non ama la ribalta, ma la qualità e la coerenza della sua fotografia gli ha permesso, soprattutto nell'ultimo decennio, di diventare un'artista amato e apprezzato all'estero”, spiega il giornalista di Tracce Luca Fiore, che lo ha intervistato e che dialogherà con lui anche in occasione dell’incontro al Meeting. Da alcuni anni, infatti, la sua opera è pubblicata dall'editore londinese Mack Book. Nel 2014, la sua retrospettiva "Veramente" è stata prodotta dalla Fondazione Henri Cartier Bresson di Parigi e portata al museo Huis Marseille di Amsterdam e al Mar di Ravenna. Nel 2018, il suo "Per Strada", un'opera in tre volumi edita da Mack, è stato inserito dal Teju Cole del New York Times nella lista dei migliori libri di fotografia dell'anno.
Nel 2019, in occasione della mostra a lui dedicata dal Museo di arte contemporanea di Nuoro, è stato pubblicato un nuovo volume intitolato "Sardegna", che raccoglie le immagini scattate sull'isola in due momenti a tre decenni di distanza e che è stato recensito dal Financial Times.