Vivere senza menzogna. Solženicyn

 

L’idea di una mostra su Aleksandr Solženicyn nasce a settembre 2007 insieme alla Fondazione Russia Cristiana e alla Fondazione Solženicyn di Mosca. Dopo la recente scomparsa dello scrittore la mostra diventa un’occasione ancora più importante per tutti coloro che desidereranno conoscere la figura di uno dei più importanti scrittori mondiali, che attraverso la sua vita, la sua storia e la sua opera, testimonia la libertà irriducibile di ogni uomo.

L’uomo nuovo, l’homo sovieticus, era l’obiettivo primario del regime in URSS, era la posta in gioco che superava ogni traguardo politico, ogni progetto di trasformazione economica. Un obiettivo determinato in tutto dal nuovo Padrone del mondo, l’ideologia.
La storia di Aleksandr Solženicyn è il simbolo della lotta che da sempre si ingaggia tra ogni «io» umano che prenda coscienza di sé, della propria irriducibile identità personale e di popolo, e il «male anonimo» che vorrebbe svuotarlo della sua libertà e responsabilità. È questo il messaggio centrale che ci viene da Arcipelago GULag, un libro centrato sulla memoria, concepito e scritto come testimonianza gigantesca, corale dei destini di un intero popolo.
«Chiuda pure il libro a questo punto il lettore che si aspetta di trovarvi una rivelazione politica. Se fosse così semplice! se da una parte ci fossero uomini neri che tramano malignamente opere nere e bastasse distinguerli dagli altri e distruggerli! Ma la linea che separa il bene dal male attraversa il cuore di ognuno. Chi distruggerebbe un pezzo del proprio cuore? Nel corso della vita di un cuore quella linea si sposta, ora sospinta dal gioioso male, ora liberando il posto per il bene che fiorisce. Il medesimo uomo diventa, in età differenti, in differenti situazioni, completamente un’altra persona. Ora è vicino al diavolo, ora è vicino al santo. Ma il suo nome non cambia e noi gli ascriviamo tutto. Ci fermiamo stupefatti davanti alla fossa nella quale eravamo lì lì per spingere i nostri avversari: è puro caso se i boia non siamo noi, ma loro».
Un’affermazione che Solženicyn fa in termini dolorosi, personali, ricordando di essere passato lui stesso dal primitivo entusiasmo rivoluzionario, attraverso una serie di delusioni e distruzioni («Da dove viene questa razza di lupi nel nostro popolo?»), per giungere fino alla riscoperta del reale che prelude a una possibilità di rinascita: «Se la mia vita avesse preso una piega diversa, non sarei diventato un boia anch’io? È una domanda paurosa, se si vuole rispondere onestamente».
Il «vivere senza menzogna» che Solženicyn aveva riscoperto per sé nel lager, e che lancia come una sfida alla sua gente (in uno scritto che vede la luce nel 1973, all’indomani del suo arresto, quando il KGB scopre il dattiloscritto di Arcipelago GULag), non è un proclama etico, ma l’esigenza umana insopprimibile di essere se stessi, di vivere da uomini, «assumendo finalmente la propria posizione congenita», legata alla dimensione e al desiderio infinito del cuore umano che si rivelano in maniera indiscutibile là dove l’uomo patisce la suprema negazione:
«In genere, cercate di capire e di riferire a chi di dovere più in alto, che voi siete forti soltanto nella misura in cui non togliete agli uomini tutto. Ma un uomo a cui avete tolto tutto non è più in vostro potere, è di nuovo libero».
La mostra, che presenta materiali fotografici inediti, audiovisivi, autografi gentilmente messi a disposizione dalla Fondazione Solženicyn, si organizza in due sezioni principali: la prima, di carattere storico-biografico, ripercorre la storia personale di Solženicyn e quella del popolo russo; la seconda attinge dai grandi romanzi dello scrittore (da Una giornata di Ivan Denisovič a La casa di Matrjona a Primo cerchio e a Divisione cancro).

A cura di: Fondazione Russia Cristiana
Con la collaborazione di: Fondazione Solženicyn di Mosca.

QUESTA MOSTRA È DISPONIBILE IN FORMATO ITINERANTE. CLICCA QUI PER TUTTE LE INFORMAZIONI

Data

24 Agosto 2008 - 30 Agosto 2008

Edizione

2008

Luogo

PAD. B5
Categoria
Esposizioni Mostre Meeting