Viva Cristo Re! Il martirio del Messico 1926-29

 

‘Il Messico è un Paese dalla grande storia di fede e di martirio, che unisce ad un presente incerto e difficile un passato tragico e, per molti aspetti, sconosciuto. La mostra si articola in 40 pannelli che ripercorrono le tappe principali delle vicende messicane degli anni Venti, collocandole nel contesto storico che aveva determinato la persecuzione e il martirio dei cristiani, sintetizzando anche gli elementi principali della storia precedente del Paese e i fatti salienti che ne seguirono, fino ai giorni nostri, dalla visita di Giovanni Palo II all’uccisione dell’arcivescovo di Guadalajara, pochi anni orsono. Inizialmente verrà illustrata la peculiare collocazione geografica e storica del Paese nell’ambito del continente americano. Poi l’arrivo degli spagnoli: non semplicemente come conquista violenta, come vuole la “Leggenda Nera”, ma anche l’inizio dell’evangelizzazione. Infatti, all’origine dell’identità nuova di questo Paese, determinata dall’incontro e dalla fusione del popolo indio con gli spagnoli, c’è l’avvenimento della Fede, reso visibile nell’apparizione della Vergine di Guadalupe, “Patrona del Messico e delle Americhe”. Nasce così una civiltà fondata sul cristianesimo vissuto, radicato nel popolo, anima della nazione e capace di edificare, a testimonianza di quella fede che ha reso possibile una vita nuova. Ma l’ostilità verso il cristianesimo inizia subito, e nel 1910 scoppia la rivoluzione. A fronte delle continue violenze negli anni successivi, prende piede un movimento spontaneo di auto-difesa, che pone le ragioni di un popolo contro quelle del potere. Non seguono altri capi se non Cristo Re: saranno per questo chiamati Cristeros. Anche le donne concorsero a questa epopea; il popolo nuovo, davanti ai plotoni d’esecuzione, grida: “Viva Cristo Re!”. La figura simbolo del Messico martire è un gesuita, Padre Miguel Augustin Pro, un uomo dal cuore grande e generoso che visse, soffrì e morì per il suo popolo perseguitato. Nella mostra viene riassunta la vita semplice di Padre Pro, dalle miniere dove era cresciuto fino all’ingresso nella Compagnia di Gesù, dagli studi in Europa al ritorno nel Messico insanguinato. L’opera di Padre Pro era testimoniare Cristo contro ogni pretesa del potere. Padre Pro fu condannato senza alcun processo e fucilato nel novembre 1927. Nel 1988, le virtù eroiche del gesuita assassinato vennero riconosciute, e Giovanni Paolo II lo proclamò Beato. Ma Padre Pro non fu il solo: insieme a lui diedero la vita per i propri amici, per la Chiesa perseguitata, tanti altri uomini, donne, bambini. Il Messico oggi, settant’anni dopo i Cristeros e Padre Pro, è alle prese con nuovi, più raffinati sistemi per vanificare la presenza della Chiesa. Ma nel “continente della speranza”, la Fede non può morire.’

Data

22 Agosto 1999 - 28 Agosto 1999

Edizione

1999
Categoria
Esposizioni Mostre Meeting