Uomini e cieli

 

‘Un numero notevole di culture considerate “primitive”, fiorite nei più diversi luoghi del mondo (Bretagna, Scozia, Kenya, Messico, Sahara, Cina, Cambogia, Arizona, ecc.) in epoche diverse e non comunicanti tra loro, ha sviluppato conoscenze in campo astronomico inaspettatamente raffinate. Questi uomini, spesso con mezzi “poveri” come sassi e bastoni, sono riusciti a comprendere la natura ciclica dei moti del Sole, della Luna, di particolari stelle e costellazioni, a registrarli, tramandarli, a farne il riferimento per i loro calendari. Stando alle conclusioni di alcuni studi recenti sul famoso monumento megalitico di Stonehenge – sud Inghilterra – questi “primitivi” avrebbero compreso il meccanismo delle eclissi, arrivando addirittura a predirle. Dobbiamo perciò rivedere il giudizio sul livello intellettuale e culturale dei nostri antichi predecessori; e ciò che ancor più impressiona è la generalità del fenomeno. Il possesso di conoscenze astronomiche, facenti parte di miti, rituali, pratiche tecniche come la semina, è universale e va oltre i confini geografici ed etnici. Esso corrisponde all’esigenza di ricercare un posto per l’uomo nell’universo, di comprendere il mondo, di controllare l’ambiente in cui si vive. Tutto ciò ridimensiona la tesi che l’Egitto e la Mesopotamia siano stati la culla della civiltà. La tradizione astronomica ed astrologica del nostro mondo occidentale, inizia in Grecia nel VI secolo avanti Cristo, raccogliendo in parte l’eredità degli egiziani e dei babilonesi. Il plastico di Stonehenge con le relative didascalie, introduce all’astronomia del periodo megalitico ed alle inaspettate conoscenze possedute dagli uomini di quell’epoca. La seconda sezione mostra gli strumenti degli astronomi greci Ipparco e Tolomeo, ricostruiti in grandezza originale e perfettamente funzionanti. Infine, viene l’astronomia del Rinascimento, ovvero dell’epoca galileiana. E’ stato realizzato un modello dell’osservatorio del grande astronomo danese Tycho Brahe (1546-1601). Grazie ai suoi dati, Keplero (1571 -1630) scoprì le orbite ellittiche dei pianeti, mentre il canocchiale di Galileo (1564-1642) ha permesso all’uomo, per la prima volta nella storia, di superare la barriera delle proprie facoltà sensoriali. Col canocchiale, il primo di una grande varietà di strumenti costruiti fino ai nostri giorni, cambia completamente l’immagine dell’Universo, sia per quanto riguarda le dimensioni, sia come conoscenza della reale natura dei corpi celesti.’

Data

20 Agosto 1988 - 27 Agosto 1988

Edizione

1988
Categoria
Esposizioni Mostre Meeting