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Un viaggio di quarant’anni. Relatività generale e buchi neri supermassivi
In collaborazione con Associazione Euresis.
Reinhard Genzel, Premio Nobel per la Fisica 2020, Direttore del Dipartimento di Astronomia infrarossa e sub-millimetrica, Max Planck Institute for Extraterrestrial Physics, Garching, Monaco. Introduce Marco Bersanelli, Professore di Fisica e Astrofisica all’Università degli Studi di Milano.
Poco più di un secolo fa Albert Einstein ha pubblicato la Teoria della Relatività Generale. L’anno successivo Karl Schwarzschild trovò una soluzione delle equazioni di Einstein che suggeriva l’ipotesi che nemmeno la luce potesse sfuggire dal cosiddetto “orizzonte degli eventi” di masse sufficientemente compatte, i famosi “buchi neri”. Nei decenni successivi il concetto di buco nero è stato affinato dal punto di vista teorico da astrofisici quali Penrose, Wheeler, Kerr, Hawking e molti altri. La prima prova indiretta della loro esistenza nel nostro Universo è stata possibile grazie a osservazioni in banda X di stelle doppie compatte e quasar lontani.
Il Premio Nobel per la fisica 2020 Reinhard Genzel illustrerà i risultati delle sue ricerche durate più di quarant’anni. Grazie a osservazioni accurate del moto di gas e stelle al centro della Via Lattea i suoi studi hanno dimostrato l’esistenza di un singolo oggetto compatto con massa pari a quattro milioni di masse solari: un “buco nero supermassivo”.
Con il sostegno di Regione Emilia-Romagna, Tracce.