Chi siamo
“Un solo corpo”. Le confraternite, la fede, le opere
L’equivoco pericoloso che si è introdotto, nel trionfo dell’individualismo moderno, è l’idea che la ricerca della felicità più vera ed eterna possa essere ridotta a un affare privato o comunque a una questione di coerenza rispetto a un codice di doveri, separati dalla solidarietà nel destino che ci unisce ai compagni più prossimi sulle strade dell’avventura umana.
Nella storia della civiltà europea, la memoria della radice comunitaria del fatto cristiano e della sua spinta insopprimibile a fare di una molteplicità di uomini divisi un solo corpo coeso, è stata tenuta viva da luoghi e realtà precise, che si sono prolungati fino a noi con i loro segni e con la tenace creatività artistica e culturale che hanno alimentatola tradizione monastica e conventuale, il mondo delle confraternite per la massa dei cristiani laici.
La mostra ripercorre le vicende delle confraternite, dalle loro lontane origini medievali alle metamorfosi del cattolicesimo romantico e degli stati nazionali dell’età contemporanea, documentando come e perché le confraternite abbiano costituito il pilastro portante di tutto un sistema di vita collettiva innervato sull’ethos cristiano.
Rimeditare la loro storia, sostare davanti alla bellezza di cui si sono fatte promotrici nel campo dell’arte sacra, dell’architettura, della musica, della poesia e della scrittura religiosa, non ha però solo un interesse erudito.
L’esperienza delle confraternite del passato interpella anche il nostro presente. È la conferma, resa fatto visibile, che l’esperienza della vera fraternità nasce e matura sempre come una preferenza: è uno scambio reciproco fondato sulla sintonia che, nel momento in cui seleziona e separa dagli altri, crea una rete di relazioni dense ed accoglienti, capaci di dare aiuto e riparo. I benefici, prima o poi, ricadono ampiamente verso l’esterno. Chi non ama qualcuno in particolare – insegna la storia delle confraternite – non ama veramente nessuno. Il valore universale si sperimenta e prende forma concreta nel frammento che circoscrive la propria esistenza delimitata, lungo i confini della “corporazione” di cui si è attori in prima persona.
Non si vegetava, nelle nicchie protettive delle confraternite. Le devozioni coltivate, i riti, le processioni esuberanti, una pedagogia assimilata attraverso il lento apprendistato della ripetizione moltiplicavano le energie in forza delle quali gruppi di uomini fra loro associati cercavano di dare testimonianza dei loro valori, rispondevano ai bisogni propri e della loro gente, cooperavano alla costruzione di una società più pacifica e stabile, più amica dell’uomo. La fede vissuta generava il frutto inevitabile delle opere. E le opere – a cominciare dalle classiche opere di misericordia, spirituale e corporale – diventavano il segnale eloquente della ragionevolezza e della bontà umana di una vita toccata dall’abbraccio del divino.
Dal pannello n° 0 al pannello n°42 70×100 ve
Dal pannello n° 43 al pannello n° 45 100×70 or
La mostra è così suddivisa :
collophon n°0
Presentazione n°1
Sezione I La memoria degli inizi dal pannello n° 2 al pannello n° 9
Sezione II La fioritura medioevale dal pannello n° 10 al pannello n° 28
Sez. III Il passaggio all’età moderna una tradizione che si riscrive in senso cattolico dal n° 29 al n° 40
Sezione IV L’eredità contemporanea dal n° 41 al n° 47
L’imballaggio è composto da tre casse di legno
1/3 misure 109x79x10 peso kg 44
2/3 misure 109x79x10 peso kg 42
3/3 misure 109x79x8 peso kg 37