Un impiego per ciascuno. Ognuno al suo lavoro. Dentro la crisi, oltre la crisi

 

Tutti ne siamo stati toccati, ma pochi hanno davvero capito cosa sia successo. Improvvisamente si è parlato di mutui subprime, di derivati, di hedge funde sembravano qualcosa di molto lontano, come di solito è la finanza. Poi, le principali banche americane hanno iniziato ad andare in crisi e, tutto sommato, anche questo poteva interessarci poco.
Ma dopo qualche tempo, le banche italiane hanno erogato sempre meno credito, alcune imprese hanno dovuto chiudere, la disoccupazione è aumentata.
Cosa ha scatenato tutto questo?
Come mai gente che faceva il tondino di ferro, le sedie o lavorava nel settore delle scarpe si è trovata a essere sempre più in crisi e a non arrivare alla fine del mese, nonostante la qualità dei suoi prodotti? Come mai la finanza, strumento fondamentale a sostegno dell’economia reale, si è rivelata una catastrofe simile allo tsunami?
Cosa è successo quando, in un processo iniziato da tempo di cui questa crisi è solo l’ultimo drammatico epilogo, le dinamiche economiche hanno rinunciato a mettere al centro le singole persone?
La domanda che si pone è se un’economia dell’uomo e per l’uomo non debba solo tener conto dei desideri, delle aspirazioni, della creatività, ma anche valorizzare l’esigenza e la capacità di creare legami e realizzare il bene comune. E’ quindi una diversa concezione del lavoro il punto centrale da cui ripartire.
Molti esempi virtuosi in questa direzione sono già in atto. La mostra vuole dare testimonianza anche di questo.

Una crisi può essere una vera benedizione per ogni uomo e per ogni nazione, perché tutte le crisi portano progresso.
La creatività nasce dalle difficoltà, come il giorno nasce dalle tenebre della notte.
E’ dalla crisi che scaturiscono inventiva, scoperte e grandi strategie. Chi supera la crisi supera se stesso senza essere superato. Chi attribuisce alla crisi i propri insuccessi, inibisce il proprio talento e da’ più valore ai problemi che alle soluzioni. […] Senza crisi non c’è sfida, senza sfide la vita è una routine, una lenta agonia.
Senza crisi non c’è merito. E’ dalla crisi che emerge il meglio di ciascuno, poiché senza crisi ogni vento è una carezza. Parlare di una crisi significa promuoverla, non parlarne è esaltare il conformismo. Piuttosto lavoriamo duro.
Finiamola una volta per tutte con l’unica crisi che ci minaccia, cioè la tragedia di non voler lottare per superarla.
Albert Einstein

Il desiderio è come la scintilla con cui si accende il motore. Tutte le mosse umane nascono da questo fenomeno, da questo dinamismo costitutivo dell’uomo. Il desiderio accende il motore dell’uomo. E allora si mette a cercare il pane e l’acqua, si mette a cercare il lavoro, a cercare la donna, si mette a cercare una poltrona più comoda e un alloggio più decente, si interessa a come mai taluni hanno e altri non hanno, si interessa a come mai certi sono trattati in un modo e lui no, proprio in forza dell’ingrandirsi, del dilatarsi, del maturarsi di questi stimoli che ha dentro e che la Bibbia chiama globalmente “cuore”.
Luigi Giussani

A cura di un gruppo degli studenti di economia delle Università Bocconi e Cattolica di Milano, dei giornalisti Enrico Castelli e Gianluig Da Rold, di Giorgio Vittadini e della Fondazione per la Sussidiarietà.
In collaborazione con il Tg1, Paolo Cevoli, Guido Clericetti, il Club CdO Libera Impresa e Sentieri del Cinema.

QUESTA MOSTRA È DISPONIBILE IN FORMATO ITINERANTE. CLICCA QUI PER TUTTE LE INFORMAZIONI