Chi siamo
“THANK YOU FOR THE RAIN”
In collaborazione con la Direzione generale Cooperazione Internazionale e Sviluppo della Commissione Europea. Presentazione e proiezione del documentario vincitore del Objectif d’Argent al Millennium Documentary Film Festival a Brussels. Diretto da Julia Dahr; prodotto da Hugh Hartford. Introduce Emilio Dalmonte, Responsabile Comunicazione della Direzione Sviluppo della Commissione Europea.
THANK YOU FOR THE RAIN
Ore: 19.00 Sala Neri UnipolSai
“THANK YOU FOR THE RAIN”
In collaborazione con la Direzione generale Cooperazione Internazionale e Sviluppo della Commissione Europea. Presentazione e proiezione del documentario vincitore del Objectif d’Argent al Millennium Documentary Film Festival a Brussels. Diretto da Julia Dahr; prodotto da Hugh Hartford. Introduce Emilio Dalmonte, Responsabile Comunicazione della Direzione Sviluppo della Commissione Europea.
EMILIO DAL MONTE:
Buonasera, mi chiamo Emilio Dal Monte e vengo da Bruxelles, lavoro alla Commissione europea, nella Direzione generale che si occupa di Cooperazione internazionale e sviluppo. Un paio di mesi fa, ho proposto agli organizzatori del Meeting questo film che state per vedere, si intitola Thank you for the rain: è dell’anno scorso, nel frattempo ha vinto vari premi e riconoscimenti. L’ho scelto per due motivi: il primo, di carattere puramente personale, perché a me è piaciuto molto. L’ho trovato un film vero, commovente, quasi, sicuramente ottimista, veramente fonte di ispirazione perché il personaggio principale – per chi ha letto la breve introduzione che è stata distribuita – è un contadino del Kenya che ad un certo punto di accorge che le cose non vanno. Fa due più due e dice: «Ma come, perché dopo anni e anni di siccità mi arrivano delle alluvioni che distruggono i miei raccolti, mettono in pericolo la vita mia, della mia famiglia e della mia comunità?». Questa persona semplice, autodidatta, incontra la rappresentante di una Ong e decide di attivarsi, di fare qualche cosa contro quello che lui ha capito essere il cambiamento climatico. Nel fare questo, lavora con la sua comunità, fino al punto – vedrete alla fine – di fare cose abbastanza insolite e inaspettate per lui. Il secondo motivo per cui ho raccomandato questo film – e mi ha fatto molto piacere che sia stato accettato, oltretutto per la serata inaugurale di questi incontri cinematografici del Meeting – è di carattere più squisitamente politico: questo film esemplifica in maniera perfetta il perché della cooperazione internazionale, il perché dell’aiuto allo sviluppo del resto del mondo.
Perché in questo mondo globalizzato, dove anche le questioni, i problemi sono globalizzati, anche le soluzioni devono essere globalizzate. In altre parole, di fronte alle sfide del mondo di oggi non bastano più i muri, non servono i confini, non servono le fortezze e i castelli. Questa è la considerazione di fondo, perché la Direzione generale, che si occupa appunto di cooperazione e sviluppo, cerca di fare questo: il discorso di base è che i problemi di questi Paesi sono i nostri problemi, e le soluzioni che troveremo per questi Paesi sono anche le nostre soluzioni. Quando dico che non ci si ferma con un muro, faccio esempi veramente semplici: pensate al problema delle migrazioni. Quando si dice che un problema tracima fino a noi, ecco un caso perfetto. La desertificazione del Sud degli Stati Uniti non la fermerà certo il muro di Trump. Oppure, pensate che due anni fa ci è successo un caso simpatico, da un certo punto di vista: da tutte le capitali del Nord Europa (Helsinki, Stoccolma, Londra) arrivavano le foto del cielo giallo. Per due giorni il cielo è diventato giallo. Grande sorpresa, in realtà c’era stata una fortissima tempesta di sabbia, insolita, addirittura dal Sahel, quindi non più dalla Libia ma dal Sahel, dal centro dell’Africa. La sabbia era arrivata fino alle capitali nord-europee passando sul Portogallo. Il Portogallo, in quel periodo, aveva avuto una stagione terribile di incendi, che era costata molte vittime: il risultato è stato questa sabbia gialla affumicata che ha reso completamente giallo il cielo. Questo serve a dire che non servono le porte, non servono le barriere, serve avere invece soluzioni globali, ed è quello che cerchiamo di fare. Le Nazioni unite, assieme all’Unione europea, hanno definito 17 obbiettivi di sviluppo sostenibile, verso i quali tutta l’azione esterna dell’ Unione europea tende; e quindi abbiamo una data d’arrivo, il 2030, e una strada spianata davanti a noi. Allora, di tutto questo cerchiamo per la prima volta di parlare al Meeting. Abbiamo preparato uno stand, molto grande, che vi invito a visitare, Avete già visto il trailer di prova, siamo al padiglione B3, lì troverete un po’ di tutto questo. Anzitutto, ci sono i nostri quattro blogger, quattro giovani che abbiamo selezionato e che hanno girato il mondo per noi. Sono andati a visitare una serie di progetti in Africa, in Asia, in America Latina, da gennaio a maggio, e sono tornati con una valanga di informazioni, di video e di foto. Con loro, abbiamo organizzato quattro piccole mostre nel nostro stand, abbiamo una raccolta dei loro video e una serie di eventi di carattere più politico. Una volta al giorno, loro saranno a disposizione del pubblico per raccontare l’esperienza che hanno fatto, e una volta al giorno parleremo delle nostre politiche, in questa ottica che vi ho appena descritto. Domani cominceremo alle 13.30, parlando di eguaglianza di genere, con un accento particolare sulla violenza contro le donne. Vi dico, solo a titolo esemplificativo, che ancora una volta, assieme alle Nazioni unite, l’Unione europea ha stanziato l’anno scorso 500 milioni di euro nel programma SpotLight, un’iniziativa dedicata alla lotta contro la violenza di genere che, come dicevo prima, non è un problema del Perù, del Mali ma di tutti i Paesi: e noi in Italia sappiamo di che cosa stiamo parlando. Il giorno dopo, continueremo parlando di investimenti nello sviluppo: investire non deve essere una parola tabù, nemmeno quando si parla di sviluppo. Il giorno dopo, mercoledì, parleremo di energia e cambiamento climatico: penso e spero che il film di questa sera sia propedeutico, sia un buon inizio proprio per fare questa discussione. Avremo con noi i rappresentanti di una società che ad Haiti ha costruito una serie di mini-reti solari che, per la prima volta, sono riuscite a portare l’elettricità in una zona rurale, altrimenti completamente tagliata fuori dalla rete. Giovedì parleremo di migrazioni, un altro dei temi che abbiamo scelto proprio perché fa parte di queste sfide globali. Venerdì, concluderemo con pace e sicurezza, perché non ci può essere sviluppo se non ci sono pace e sicurezza: l’azione esterna dell’ Unione europea va proprio in questa direzione. A parte i blogger e gli eventi, c’è la possibilità di farsi un bel selfie, vi invito a fare il nostro selfie che sosterrà e promuoverà uno degli obbiettivi di sviluppo sostenibile: ci saranno video, pubblicazioni, la possibilità di parlare con me e con i miei colleghi. Siamo a vostra completa disposizione. Per noi, questa è una prima, ci teniamo molto, siamo convinti che il pubblico del Meeting sia interessato a questo tipo di discorso. È per questo che siamo qua, vi ringrazio, vi auguro una buona serata e soprattutto una buona visione. Grazie.
Trascrizione non rivista dai relatori