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Tenere vivo il fuoco. Sorprese dell’Arte Contemporanea
Tenere vivo il fuoco. Sorprese dell’Arte Contemporanea
Meeting 2015 - Mostra d’arte contemporanea “Tenere vivo il fuoco, sorprese dell’arte contemporanea”
A cura di Casa Testori Associazione Culturale, Davide Dall’Ombra, Luca Fiore, Giuseppe Frangi, Francesca Radaelli.
Mai nella storia dell’uomo abbiamo avuto tanta produzione artistica come in questo nostro tempo. Mai ci sono stati altrettanti artisti, non solo come quantità assoluta (che sarebbe logico visto che siamo in sette miliardi sulla terra) ma anche come percentuale di persone che hanno scelto l’arte come propria strada.
Perché c’è tanta voglia e tanto bisogno di arte? L’arte è l’attività che fa balzare l’uomo oltre se stesso, che è lo spazio dell’imprevisto, del non necessario, del gratuito. È il luogo in cui il desiderio che muove l’uomo in ogni istante della sua vita, tenta di oggettivarsi in una forma, in una parola.
È la stessa cosa da sempre, dal tempo delle incisioni rupestri di Lascaux sino ad oggi. Così come non c’è un tempo senza arte, non c’è neppure un codice che assicura sulla bontà dell’arte. Come ha detto uno degli artisti presentati in mostra, Damien Hirst, uno dei fenomeni dell’arte contemporanea, personaggio insieme da scandalo e da copertina: «L’arte è vera se capisci qualcosa dell’essere vivi che non avevi mai capito prima».
Una cosa certa è che l’arte non può mai essere uguale a se stessa, deve accettare sempre il rischio del nuovo, del non detto prima. Anche a costo di fallire, di deragliare clamorosamente rispetto alla sua natura.
C’è un’altra caratteristica dell’arte: conosce solo un tempo, ed è il tempo presente. Questo vale per sempre, nel senso che anche quando guardiamo una grande opera del passato, questa non è grande per statuto, ma è grande perché fa vibrare le corde del nostro presente, secondo uno sguardo che non è quello di nessun altro tempo della storia.
Questa mostra vuole offrire una via d’accesso a un mondo che il più delle volte appare lontano e difficile da capire. Il percorso inizia con un video introduttivo che presenta con un linguaggio non per addetti ai lavori le caratteristiche dell’arte di oggi: si fa con tutto, è dappertutto, parla di tutto e rischia tutto. Il racconto parte da una celebre scena del film Tre uomini e una gamba del trio Aldo, Giovanni e Giacomo. È proprio la voce di Giacomo Poretti ad accompagnare il visitatore in questo percorso di esempi di esperienze artistiche che vanno dalla metà del Novecento fino ai giorni nostri.
Il video invita a scoprire da soli le stanze successive, dove vengono raccontate, tramite video, immagini e brevi didascalie, sette opere di sette artisti viventi. Il percorso è libero e non c’è un ordine prestabilito tra le stanze. Al visitatore è chiesto di farsi interrogare dalle opere e alla fine del percorso, se ne avrà, le potrà rivolgere alle guide presenti in mostra. L’intenzione è quella di provocare lo sguardo di ciascuno e favorire un dialogo, piuttosto che una spiegazione.
Le opere di cui si racconta la storia sono: The Artist is Present (2010) di Marina Abramovic; Temporali (2008-2014) di Alberto Garutti, Shooting Into the Corners (2009-2013); @LARGE: Ai Weiwei on Alcatraz (2014) di Ai Weiwei; Couple under an umbrella (2013) di Ron Mueck; The Physical Impossibility of Death in the Mind of Someone Living (1991) e il ciclo Study for Pentimenti (2010-2011) di Jenny Saville.